Tagliati anche i fondi per il personale sanitario, Ast di Ascoli sempre più Cenerentola delle Marche
La ripartizione dei fondi per il personale sanitario prevede 5,3 milioni in più per l’Ast di Ancona, poco meno per quella di Macerata, 2,3 milioni in più per Pesaro e quasi 1,5 milioni in più per Fermo. Per l’Ast di Ascoli, invece, previsto un taglio di quasi 2 milioni…
Da “mai più Cenerentola delle Marche” a “sempre più Cenerentola delle Marche” per la sanità. Nel giro di un paio è cambiato semplicemente un avverbio (sempre al posto di mai) ma in quell’apparente minima differenza c’è tutto l’abisso in cui è sprofondata la sanità picena. Che, poi, è lo stesso profondo abisso che separa gli annunci, i proclami, la propaganda elettorale dalla triste e cruda realtà dei fatti. Che, purtroppo, non lascia spazio a dubbi ed interpretazioni ed evidenzia in maniera sconfortante come il Piceno non solo sia decisamente indietro rispetto al resto della regione per quanto riguarda la sanità, ma continua ad essere pesantemente penalizzato dalla Regione che sembra volersi accanire sul nostro territorio. Perché, come abbiamo più volte sottolineato, una qualsiasi amministrazione (come in questo caso la Regione Marche) in concreto parla con gli atti ufficiali, non certo con annunci, dichiarazioni, proclami, promesse e comunicati stampa.
Alla fine il concreto operato della Regione, le sue reali iniziative e decisioni vengo certificate dagli atti ufficiali, gli unici che contano, il resto è folklore e fumo negli occhi per qualche ingenuo “boccalone”. E gli atti ufficiali e i fatti concreti sono sotto gli occhi di tutti e mostrano impietosamente il penoso stato in cui versano i due nosocomi di Ascoli e San Benedetto, ormai ridotti ad ospedaletti neppure di serie B. Così come, sempre gli atti ufficiali, evidenziano come la Regione abbia previsto e stia portando avanti la realizzazione di nuove strutture sanitarie e sostanziosi investimenti in tutte le Ast, ad eccezione di quella di Ascoli. Come se non bastasse, gli ultimi atti ufficiali testimoniano anche come il gap tra il Piceno e il resto della regione, invece di ridursi, come solennemente promesso in campagna elettorale, è clamorosamente aumentato. E, semmai ce ne fosse stato bisogno, nei giorni scorsi è arrivata l’ennesima conferma, con la ripartizione dei fondi per il personale sanitario tra le 5 Aziende sanitarie territoriali (Ast).
E’ cosa nota anche ai muri che quello dell’Ast di Ascoli è sottodimensionato e assolutamente insufficiente a garantire tutti i servizi, quindi il minimo che ci si potesse aspettare era che la Regione decidesse di aumentare le risorse per l’azienda territoriale ascolana. Invece, incredibilmente, non solo non è arrivato alcun aumento ma, addirittura, c’è stato un ulteriore sensibile taglio, di quasi 2 milioni di euro (1.838.976 euro per l’esattezza). Non solo, tanto per unire al danno la beffa, solo all’Ast Ascoli sono stati tagliati i fondi per il personale sanitario, per tutte le altre Ast delle Marche i fondi sono invece aumentati. Di oltre 5 milioni di euro (5.301.924 per l’esattezza) per quella di Ancona, di poco meno di 5 milioni 4.977.497 euro) per Macerata, di poco più di 2 milioni (2.226.839) quella di Pesaro e quasi un milione e mezzo (1.339.209).
“Non c’è nulla di nuovo sotto il sole per la Cenerentola delle Marche – accusa la consigliera regionale Anna Casini – a rimetterci saremo noi cittadini per la qualità dei servizi offerti. L’ ennesimo smacco della destra alla sanità della nostra provincia, l’ennesimo atto che costringerà i cittadini a rivolgersi al privato per servizi che, invece, dovrebbero essere pubblici. I sindaci di Ascoli e San Benedetto, gli assessori e gli ex assessori regionali del Piceno però tacciono. Quanto ancora dobbiamo scendere in basso prima che chi governa faccia qualcosa?”.
“Con questo taglio e se le cifre rimangono queste – afferma Giorgio Cipollini responsabile della funzione pubblica della Cisl – sicuramente gran parte delle persone assunte a tempo determinato non si vedranno rinnovare il loro contratto e torneranno a casa. Tutto questo in aggiunta alla definizione della posizione funzionale dei 27 coordinatori sanitari i quali svolgono una funzione non prevista dal contratto del lavoro. Una decisione sconvolgente in quanto l’Ast Ascoli ha una grande carenza di personale, tant’è vero che ha circa 200 determinati e, nonostante siano stati aperti servizi nuovi a isorisorse, la spesa del personale diminuisce. E’ prevista una diminuzione di 19 medici e circa 170 operatori sanitari, nel senso che non verranno sostituiti coloro che andranno in pensione, non ci sarà il ricambio del turnover. Cosa che sta accadendo da tempo, almeno da un paio di anni”.
“Negli ultimi periodi – incalza il parlamentare ascolano Augusto Curti – le politiche adottate dalla Regione hanno destabilizzato l’intero comporto. I livelli di disservizi raggiunti nei confronti dei cittadini sono allarmanti e cresce, di giorno in giorno, il disagio degli operatori costretti a lavorare in condizioni inaccettabili. Lo slogan sbandierato durante le ultime elezioni regionali “Mai più la Cenerentola delle Marche”, fornisce il senso di una grande beffa realizzata a danno dei cittadini. La sanità nel Piceno, infatti, era stata individuata dalla nuova giunta come il punto qualificante delle proprie politiche. Oggi, per l’esecutivo marchigiano, la situazione venutasi a generare risuona invece come una sentenza di piena colpevolezza”.
Ci sono altri aspetti che rendono drammatica la situazione. “Mentre ad una pluralità di operatori sanitari impegnati nelle unità operative covid – si legge nel comunicato della Rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) – non è stata attribuita l’indennità per malattie infettive, per i commissari straordinari delle Ast è stato previsto un compenso pari a 140 mila euro annue oltre l’indennità di risultato fino ad un massimo del 30% del compenso, pari a 42 mila euro, così per un totale percepibile annuo di 182 mila euro, corrispondenti ad oltre 15 mila euro mensili. Risultato: scelte perpetrate in danno al personale dipendente con reiterate violazioni dei fondamentali diritti sanciti dal Contratto nazionale del lavoro. La commissaria straordinaria, tra qualche settimana, tornerà ad Ancona. Al futuro direttore generale dell’Ast e a noi il compito di gestire le macerie. E la Regione sta a guardare…”.
“Ci sono oltre 2 mila dipendenti (infermieri e OSS) della sanità le cui graduatorie stanno scadendo e che potrebbero essere assunti – aggiunge Anna Casini – invece saranno mandati a casa e questo sarà un danno enorme anche per i cittadini e per la loro salute. In Parlamento ci sono emendamenti presentati da tutte le parti politiche per sostenere la necessità di assumere questo personale – che tra l’altro è già formato – ma ancora il governo non decide. Per il Piceno la situazione è ancora peggiore: tutti i politici, saltati a Roma dopo le promesse elettorali, sono spariti e mentre si fanno i selfie di Carnevale 2.600 dipendenti dell’Ast di Ascoli sono in attesa che vengano riconosciuti i loro diritti”.
Non solo sempre più Cenerentola, ma anche definitivamente abbandonata da chi aveva promesso di difenderla e che invece si sono rivelati semplici “soldatini”, al servizio esclusivamente del proprio partito. La situazione è tragica, il guaio è che è destinata a peggiorare..