Promesse non rispettate da Regione e Asur, continua la mobilitazione del personale sanitario dell’AV5


A novembre la consigliera regionale Acciarri sottolineava come Acquaroli e la giunta regionale stessero rispettando gli impegni presi con il personale sanitario del Piceno. In realtà nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale è stata rispettata…

Chissà se qualcuno della giunta regionale o dei vertici dell’Asur avrà avuto la decenza di informare la consigliera regionale ascolana della Lega Monica Acciarri che il mezzo milione di euro prelevato dal fondo accessorio del 2021 del personale sanitario dell’AV5 ad oggi non è stato ancora restituito. Perché a fine novembre la Acciarri, in un lungo e appassionato intervento, aveva sottolineato come il presidente Acquaroli e la giunta regionale stessero rispettando gli impegni presi con il personale sanitario del Piceno e, a dimostrazione di questo, aveva tirato in ballo proprio l’accordo per la restituzione di quel mezzo milione di euro (per l’esattezza 495 mila euro). “Sappiano i cittadini del Piceno e gli operatori sanitari che per i 495 mila euro c’è un accordo sottoscritto con l’Asur per la restituzione degli stessi entro il 31/10/2022” scriveva in proposito a fine novembre Monica Acciarri.

A cui evidentemente doveva essersi inceppato il calendario, visto che il 31 ottobre era già trascorso da un mese. Ora sono passati quasi 3 mesi e quei 495 mila euro sono una, ma non certo l’unica, delle rivendicazioni che spingono le organizzazioni sindacali a portare avanti questa interminabile vertenza. Che si trascina ormai da mesi, tra assemblee, inutili incontri, mobilitazioni, ripetute manifestazioni di protesta che, però, continuano a non produrre nulla. Per altro a peggiorare e rendere più complessa la situazione ci sono messe le elezioni politiche del settembre scorso, con la conseguenza, nel corso dell’estate, della processione dei politici e degli assessori regionali, soprattutto quelli che erano in cerca dei voti necessari per entrare in Parlamento, che promettevano di risolvere immediatamente la questione, che assicuravano di tutto e di più.

Come purtroppo spesso accade, qualche ingenuo “boccalone” si è anche fatto convincere e ha creduto davvero alle promesse fatte in campagna elettorale. Per poi dover constatare che, come al solito, “passata la festa, gabbato lo santo” (in altre parole, chi se ne frega di rispettare le promesse fatte…). Con l’aggiunta che, dopo l’insopportabile processione estiva, ad Ascoli e dintorni nessuno ha più visto Acquaroli o altri rappresentanti della giunta regionale, a conferma di cosa stesse realmente a cuore agli esponenti del governo regionale.

A rendere il quadro ancora più surreale e irritante a fine anno la Regione ha voluto dedicare alla “sanità che cambia” la Giornata delle Marche 2022, celebrando qualcosa di indefinito, la confusa riorganizzazione del sistema regionale marchigiano che non si capisce bene cosa sia ma, di certo, dai presupposti rischia di accentuare il divario tra il resto delle Marche e il Piceno. Dove da diversi anni a questa parte la sanità, se cambia, di sicuro cambia sempre in peggio.

Tornando alla vertenza del personale sanitario, nei giorni scorsi le organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Ugl Salute e la Rsu dell’Ast di Ascoli hanno convocato una conferenza stampa per illustrare “le gravissime omissioni perpetrate in danno ai dipendenti dell’attuale Azienda sanitaria picena e all’intera collettività di questo territorio da parte della Regione Marche, dell’Asur nonché dall’attuale gestione commissariale”. In particolare le organizzazioni sindacali e la Rsu contestano la mancata applicazione da parte della giunta regionale di quanto previsto dall’art. 8 della legge regionale 8/2017 (Superamento delle disparità di trattamento economico), il mancato esperimento della procedura prevista dall’art. 47 comma 1 della Legge 428/1990 (Trasferimenti di azienda) e l’inadempienza contrattuale dell’Asur rispetto al Contratto collettivo nazionale ed al Contratto integrativo aziendale sottoscritto nel febbraio. Per queste ragioni martedì prossimo, 17 gennaio, dalle 14:30 alle 15:30 hanno deciso di organizzare un presidio davanti alla Direzione dell’Ast Ascoli.

Tale iniziativa – spiegano – si rende necessaria poiché, sebbene queste rappresentanze sindacali abbiano ormai dal lontano 2021 intrapreso un percorso di mobilitazione nei confronti della giunta regionale e della Direzione Generale Asur per l’inaccettabile e profondissima carenza di risorse del salario accessorio dei lavoratori del comparto tuttora, a gennaio 2023 ormai inoltrato, nessuna delle Istituzioni preposte ha adempiuto a quanto stabilito dai contratti e dalle Leggi e tutto ciò a danno dei lavoratori della neo AST di Ascoli Piceno e dei servizi che questa eroga all’utenza. Pertanto, avendo proclamato lo stato di agitazione del personale dipendente da ultimo lo scorso 8 novembre 2022 ed avendo sollecitato le figure preposte innumerevoli volte senza ottenere nulla di certo se non vane promesse politiche e considerando che la situazione è estremamente peggiorata poiché non solo non sono stati restituiti i 495.000 euro prelevati dalle risorse del salario accessorio del 2021, ma si stima uno splafonamento simile per il 2022 (dato che non è stato comunque neppure fornito) oltre allo stallo in cui versano gli accordi sottoscritti circa alcuni istituti contrattuali quali progressioni economiche e tempi di vestizione, le scriventi, dopo il presidio del 17/01 indetto con la presente, saranno pronte a mettere in atto ulteriori e più forti iniziative volte a ripristinare i diritti dei lavoratori della sanità picena”.

Nella stessa giornata di martedì 17 gennaio è prevista anche la presentazione della neo commissaria straordinaria dell’Ast ma le organizzazioni sindacali e la Rsu sono intenzionati a disertare la presentazione, se non verranno inserite nell’ordine del giorno anche “le ormai note questioni irrisolte afferenti ai fondi contrattuali ed al personale precario”. Nelle settimane scorse sostegno al personale sanitario per le loro sacrosante rivendicazioni è arrivato da tutte le parti politiche e dalle istituzioni locali. Anzi, da quasi tutte, perché i due sindaci di Ascoli e San Benedetto, Fioravanti e Spazzafumo, restano in silenzio e fino ad ora non si sono neppure degnati di manifestare la propria vicinanza al personale sanitario dell’AV5. Per quanto riguarda il sindaco di Ascoli purtroppo non è certo una novità.

Quando è stato eletto sindaco, con la Regione governata dal centrosinistra, aveva promesso che si sarebbe battuto allo strenuo per fare in modo che la sanità picena non fosse più la “Cenerentola delle Marche” e per salvaguardare l’ospedale cittadino. Poi, dal momento in cui la destra (la sua parte politica) ha conquistato la Regione e le cose per la sanità picena sono ulteriormente peggiorate, Fioravanti si è completamente dimenticato di quelle promesse e, anzi, da allora si è completamente disinteressato della situazione disastrosa della sanità locale e di quella, se possibile ancora peggiore, del sempre più derelitto ospedale cittadino.

Servirebbe un atto di coraggio da parte del primo cittadino per difendere il territorio piceno e sostenere la sacrosanta battaglia del personale sanitario dell’AV5. Ma, come scriveva Manzoni, “il coraggio se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”…

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