Vergogna Ciccioli in Consiglio regionale, delusione e sconforto per i familiari delle vittime
Mentre infuriano le polemiche e da più parti si chiedono le immediate dimissioni dell’esponente di Fratelli d’Italia, i familiari delle vittime citate da Ciccioli lo accusano di aver parlato senza conoscere i fatti e di aver commesso tanti errori nella ricostruzione degli eventi
“Sentire quelle parole è stato come una lama di ghiaccio che ti passa il cuore”. Sarebbero sufficienti queste poche parole di Tiziano Luconi, il padre del bambino di 8 anni travolto dall’alluvione del 15 settembre il cui corpicino è stato ritrovato solo dopo 15 giorni, per chiudere il discorso sulle agghiaccianti affermazioni fatte dal capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli in Consiglio regionale. In un paese normale l’esponente di FdI si sarebbe già dimesso, dopo aver chiesto scusa, o se non l’avesse fatto il suo partito l’avrebbe immediatamente messo alla porta. Invece nel “modello Marche” chi ha avuto l’indecenza di pronunciare simili parole sulle vittime dell’alluvione addirittura ancora è in ballo per entrare a far parte della giunta regionale, con il governatore Acquaroli che, con coraggio, non ha avuto neppure la decenza di esprimersi in proposito. D’altra parte come diceva Manzoni, “il coraggio uno se non ce l’ha mica se lo può dare”…
Per altro lo stesso Ciccioli ha provato a mettere una pezza alla vergognosa figuraccia, scrivendo poche righe sui social. “Nessuno può minimamente pensare che abbia voluto anche solo lontanamente offendere le povere vittime – scrive – chiedo scusa per le parole espresse questo pomeriggio in Consiglio regionale. Non solo non volevo offendere nessuno, anzi il mio intento era di esprimere il massimo cordoglio alle vittime dell’alluvione avvenute in circostanze tragicamente fatali ed imprevedibili”. Siamo alla classica “toppa che è peggio del buco”, basta leggere il fiume di commenti (più di 300) molto negativi e di dura critica sotto quel post per comprenderlo.
A parte qualche sporadico tentativo di difesa, la stragrande maggioranza di chi commenta lo fa in maniera durissima nei confronti di Ciccioli e in tantissimi gli chiedo di dimettersi, di lasciare il Consiglio regionale e la politica. Nel fiume di commenti, tutti durissimi e di accusa, che inevitabilmente si sono succeduti dopo quelle incaute (per usare un eufemismo) parole, meritano una doverosa attenzione quelli dei familiari delle vittime, tra cui anche quelli tirati in ballo da Ciccioli in quel farneticante discorso. Che, per altro, evidenziano un altro aspetto se possibile ancora più sconcertante, cioè che l’esponente di Fratelli d’Italia ha parlato senza essere realmente a conoscenza di quanto accaduto, commettendo una serie interminabile (almeno secondo i familiari delle vittime stesse) di errori nella ricostruzione degli eventi.
In particolare l’esponente di FdI ha parlato dell’ottantenne di Casine d’Ostra ma in realtà la vicenda è accaduta a Pianello, la vittima aveva 82 anni e, come vedremo, le cose sono andate in maniera molto differente rispetto a quanto raccontato in Consiglio regionale. Stesso discorso per la mamma che ha perso il bambino di 8 anni (Mattia), Ciccioli ha raccontato che erano insieme le due farmaciste e che una delle due si è fermata a fare commissioni ma il padre del bambino ha spiegato invece che la donna era sola, con lei non c’era l’altra farmacista.
“Non avevo visto queste immagini e non avevo ascoltato quelle affermazioni – afferma Stefania Olivi, figlia dell’82enne di Pianello di Ostra – sono senza parole. Far passare la mia famiglia come gente che non ha a cuore la salute dei propri cari è grave. Come fa Ciccioli a sapere che mio padre avrebbe voluto testardamente restare nella sua stanza a piano terra? Dove ha preso queste informazioni, chi gliele ha fornite? Mio padre era a letto quando è stato avvisato di correre ai piani alti e voleva mettersi i pantaloni. Questione di pochi attimi e l’acqua l’ha travolto”. Da ascoltare e da vedere, invece, il video (l’intervista realizzata da “La Stampa”) con la replica a Ciccioli di Tiziano Luconi, il padre del povero Mattia.
“Trattare una questione così, senza un minimo di tatto, come se stesse parlando che so, delle piante grasse… Che poi almeno prendi informazioni, informati. Perché lui dice che una si è fermata a fare le commissioni, invece Silvia era sola in quel momento, Laura non c’era. Invece di parlare e dire “oh ragazzi, c’era un sistema di allarme inesistente che non ha funzionato”, parliamo che non deve succedere più perché è accaduto nel 2014, nel 2018, ora, come le Olimpiadi, ogni 4 anni, ma ti viene in mente? Ha detto “si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato”, guarda mi viene la pelle d’oca…” dice mostrando il braccio.
Quell’uomo ha perso tragicamente il figlio di 8 anni, ha dovuto ascoltare le sconcertanti e irrispettose affermazioni di Ciccioli eppure nelle sue parole non c’è rabbia, anzi, addirittura trova la forza per guardare avanti, per sperare che almeno la tragedia che gli ha fatto perdere il figlioletto possa essere da monito. “Io non provo neanche rabbia – prosegue – non mi serve qualcuno su cui puntare il dito, Mattia deve essere un monito, non deve succedere più, non può essere che nel 2022 tu non hai un sistema d’allarme. Una cosa del genere può essere imprevedibile ma ci deve essere un sistema domino, a cascata, chiamalo come vuoi ma che dai monti avvisa tutta la vallata fino al mare. In Giappone quando c’è lo tsunami ti avvisano con le sirene ai semafori, ci sono i sensori in mare. Non è colpa delle persone, delle vittime, piuttosto delle persone che non hanno messo in piedi quella struttura, che non hanno messo in piedi quel sistema di allarme. Ma non è neanche colpa perché l’uomo non è infallibile. Però che ne so, se tu mettevi in moto la macchina, vigili che bloccano le persone nelle strade secondarie”.
La delusione di fronte a quelle parole, però, è profonda e difficile da digerire. “Di fronte alle parole di Ciccioli ho provato profonda delusione – conclude – ha scavalcato il problema, come se parlasse di una partita di calcio al bar, mi ha dato la sensazione di superficialità. Cioè, stai parlando di persone che non ci sono più, di un bambino di 8 anni. Io la vivo come padre e non la deve vivere più nessuno una cosa del genere. Però sentire quelle parole è stato come una lama di ghiaccio che ti passa il cuore”. Non c’è da aggiungere altro, solo essere profondamente solidali con quell’uomo e la sua famiglia che mostra una simile dignità e umanità anche in un momento drammatico come quello che purtroppo sta vivendo.
“Vorrei che il presidente Acquaroli venisse a Pianello a chiedere scusa per l’uscita del consigliere del suo partito” aggiunge Romina Ceresoli, compagna di Diego Chiappetti, una delle vittime dell’alluvione. Sarebbe già tanto se il governatore si scusasse pubblicamente, assicurando che per chi si è espresso in quel modo di fronte ad una così immane tragedia non può più esserci posto nelle istituzioni regionali…