Penalizzazione senza fine per il Piceno, in arrivo nuovi tagli al personale sanitario
Finalmente si mobilita anche la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) contro la legge regionale per il riordino del Servizio Sanitario Regionale che per l’Area Vasta 5 prevede, invece del necessario incremento, la riduzione di 180 unità della dotazione organica
Meglio tardi che mai. Alla fine, con diversi mesi di ritardo, anche la Rappresentanza Sindacale Unitaria (RSU) dell’Area Vasta 5 si è accorta che la legge regionale 19/2022 sul riordino del Servizio sanitario regionale. Che, tra le varie cose, prevede per la sanità picena invece del necessario e irrinunciabile consistente aumento di personale, una riduzione organica di 180 unità. Una “mazzata” per la già derelitta sanità locale, contro la quale ha blandamente protestato il sindaco di San Benedetto Spazzafumo, mentre il primo cittadino ascolano è rimasto rigorosamente in silenzio, come sempre più ligio all’obbedienza di partito piuttosto che alla tutela degli interessi degli ascolani.
Ma se l’atteggiamento remissivo del sindaco Fioravanti in campo sanitario non stupisce e non sorprende più nessuno, ha invece colpito che non ci sia stata in questi mesi un’immediata sollevazione da parte dell’organizzazioni sindacali locali. Che, per la verità, nell’ultimo periodo hanno avuto un atteggiamento spiazzante e difficilmente comprensibile su tutte le questioni che riguardano la sanità locale. Ora, però, finalmente la RSU ha preso coscienza dell’ennesima gravissima ed ennesima penalizzazione che incombe sulla nostra sanità e, ancora una volta, minaccia una massiccia mobilitazione.
“La RSU dell’Area Vasta 5 riunitasi in data 27/09/2022 – si legge in una nota – ha espresso fortissima preoccupazione per la nota del Direttore del Dipartimento Salute, Dott. Armando Marco Gozzini del 13/09/2022, indirizzata al Direttore Generale ASUR Marche, Dott.ssa Nadia Storti, inerente al contenimento del costo della spesa del personale a seguito dell’entrata in vigore della Legge 19/2022 di riordino del Servizio Sanitario Regionale. All’Area Vasta n 5, infatti, contrariamente alle altre strutture sanitarie del territorio marchigiano, nel recente passato, è stata imposta l’apertura di ben sette nuovi servizi senza la benché minima implementazione della dotazione organica. Ciò ha comportato, per il personale dipendente, un fortissimo aggravio dei carichi di lavoro, ma soprattutto turni massacranti, mancata fruizione di riposi, cumulo di ferie arretrate pari a circa tre anni, impossibilità di pagamento di straordinari e di indennità contrattuali con conseguenti splafonamenti dei fondi all’uopo destinati e cosa ancor più grave il sostanziale blocco del turn over.
La drammatica situazione è stata fronteggiata, in modo del tutto anomalo, attraverso personale assunto a tempo determinato tanto che nell’Area Vasta 5, allo stato attuale, i precari sono ben 229, contrariamente alla media regionale che si aggira attorno ai 50. E’ indubbio che di fronte a tale scenario appare a dir poco paradossale l’imposta riduzione della dotazione organica al 31/12/2022 di circa 180 unità tra personale sanitario e tecnico-amministrativo rispetto al 31/12/2021 come, altrettanto paradossale, risulterebbe la mancata proroga degli attuali contratti a tempo determinato ovvero la mancata stabilizzazione dei dipendenti precari in possesso dei requisiti nonché il diniego alle assunzioni di nuove unità attraverso l’utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici, attualmente esistenti in quanto non è più concepibile che nell’Area Vasta 5 continuino a prestare la loro attività lavorativa ben 97 OSS ed 86 infermieri con contratto a tempo determinato”.
Lo scenario che si prefigura, se davvero non ci sarà un radicale cambio di direzione, è ben più che desolante, almeno secondo la RSU (ma anche secondo la logica…), con l’inevitabile chiusura di unità operative ospedaliere e soppressione di servizi. Che, in un territorio dove già la sanità è ai minimi termini, vorrebbe dire di fatto negare il diritto alla salute ai cittadini ascolani (intesi come territorio provinciale.
“È altrettanto indubbio – prosegue la nota – che, qualora non si dovesse procedere all’implementazione della dotazione organica, risulterà ineludibile la chiusura di alcune unità operative ospedaliere e la soppressione di servizi con il conseguente svilimento della sanità pubblica a favore della privata che in questo territorio, già sufficientemente compromesso, è presente in misura preponderante per non dire dell’allungamento delle liste di attesa con i relativi oneri per la collettività locale. Per le motivazioni sopra esposte, l’intera RSU dell’Area Vasta 5 e tutti i Rappresentanti delle otto Organizzazioni Sindacali presenti nell’Ente, ritengono che la nuova gestione dell’Azienda Sanitaria Territoriale debba essere preceduta da un’approfondita disamina della disastrosa situazione esistente nel territorio Piceno affinché la Giunta Regionale, nell’assegnazione dei budget ai singoli territori, proceda ad un riequilibrio delle risorse, sia umane che finanziarie, tenendo in considerazione la peculiare, drammatica situazione dei nostri Servizi Sanitari Territoriali.
In tale contesto, appare altresì urgente fissare la data dell’incontro già programmato nell’ultima riunione tenutasi ad Ancona in data 08/09/2022, da effettuarsi, come concordato, entro la prima quindicina del mese di ottobre affinché l’ASUR onori gli impegni assunti e formalmente sottoscritti in data 08/02/2022 relativi sia alla restituzione del prestito, pari ad € 495 mila concesso dalla Delegazione Trattante di Parte Sindacale, per l’anno 2021, attraverso un temporaneo storno di fondi, sia all’implementazione degli stessi fondi, come da intese ed in ottemperanza a quanto specificatamente previsto dalla Legge Regionale n. 8/2017”. “Appare evidente che il mancato conseguimento degli obietti prefissi, comporterà una generale mobilitazione di tutto il personale dell’Area Vasta 5 e la conseguente sensibilizzazione della popolazione picena sullo stato di crisi del Servizio Sanitario Piceno. Il Coordinatore RSU Area Vasta n. 5” conclude la nota della RSU.
Forse, però, già da qualche tempo sarebbe stato necessario sensibilizzare la popolazione picena e dare il via ad una concreta mobilitazione in difesa di quel che resta della sanità locale…