Sanità picena “a pezzi”, la censura non ferma la protesta


Dopo la comparsa in ospedale di un volantino accusatorio (dal titolo “Salviamo la sanità picena”), i vertici dell’AV 5 ribadiscono il divieto di affissione e volantinaggio in una sorta di “occhio non vede, cuore non duole”. Intanto, però, prosegue la mobilitazione indetta dalla Rsu

Lunedì 8 agosto il durissimo volantino accusatorio in ospedale. Due giorni dopo l’immediata risposta dell’Area Vasta 5 con l’unica arma che in questo momento hanno a disposizione i vertici sanitari locali: la censura. Camuffata da un surreale divieto di affissione e volantinaggio nel disperativo tentativo di fingere di non vedere il disastro che, sotto ogni punto di vista, caratterizza la sanità locale e l’ospedale cittadino, una sorta di “occhio non vede, cuore non duole” che però non cambia certo la situazione.

D’altra parte quel volantino, che a giudicare dall’hastag (#nonsietesoli) era rivolto agli operatori sanitari costretti ad operare in condizioni sempre più vergognose, si limitava solamente ad evidenziare quanto è sotto gli occhi di tutti. Cioè il flop nella gestione della pandemia, il vergognoso accorpamento dei reparti che provoca disagi e disservizi a non finire, la disastrosa situazione del Pronto Soccorso del “Mazzoni” (a cui sembra calzare alla perfezione uno dei più noti versi della Divina Commedia, “lasciate ogni speranza o voi che entrate”) causato anche e soprattutto dai tagli al personale, la sconcertante gestione dei concorsi, la mancata regolarizzazione dei precari. Con l’aggiunta di alcune considerazioni di carattere politico che chiamano in causa il precedente sindaco Castelli (“in due anni di governo regionale ha distrutto l’ospedale di Ascoli”) e l’attuale Fioravanti (“da paladino a responsabile dell’attuale situazione”) che, però, non fanno altro che fotografare la situazione esistente.

Ma nel capoluogo piceno, non solo nella sanità, bisogna far finta di nulla, fingere che tutto vada bene, anche quando è così palese il contrario. Perché chi si azzarda a sottolineare l’evidenza nella migliore delle ipotesi rischia di essere additato come uno che non ama la propria città. Nella peggiore, invece, rischia anche sanzioni concrete. “I trasgressori dovranno essere deferiti all’Ufficio Procedimenti Disciplinari per le valutazioni di competenza” si legge nella nota del 10 agosto scorso della Direzione medica del Presidio Ospedaliero Unico di AV5 con oggetto “Divieto di volantinaggio e affissione su muri, porte e finestre degli stabilimenti ospedalieri del Presidio Unico di Area Vasta 5 (Ascoli Piceno – San Benedetto del Tronto).

Un tentativo puerile di mettere il bavaglio ad una sacrosanta protesta che, per fortuna, non si ferma. Come conferma il comunicato stampa della Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu). Che, preso atto che la giunta regionale “ha provveduto a deliberare un primo stanziamento pari a 266 mila euro in favore dell’Area Vasta 5 a parziale rideterminazione/riallineamento dei fondi contrattuali”, conferma la mobilitazione generale “in attesa delle risultanze del prossimo incontro del 31 agosto 2022”.

Confermando comunque “improcrastinabile” quella data per la definizione delle problematiche al centro della discussione (restituzione prestito fondo risorse decentrate 2021 pari a 495 mila euro, riallineamento fondi contrattuali rispetto alle altre Aree Vaste, finanziamento implementazione dotazione organica e personale tempo determinato) “in considerazione della drammatica situazione organizzativa in cui versa la sanità picena”.

L’apertura di otto nuovi servizi, attuata negli anni precedenti senza il benché minimo incremento della dotazione organica – si legge nel comunicato – la mancata copertura dei posti resisi vacanti a seguito di pensionamento, malattie lunghe, permessi straordinari, maternità, legge 104, inidoneità alla mansione, assenze per covid non solo stanno esasperando il personale che continua ad accumulare ferie e straordinari sino a livelli inammissibili, ma addirittura stanno compromettendo la bontà dei livelli essenziali di assistenza nonché hanno elevato il rischio clinico nelle strutture ospedaliere di Ascoli e San Benedetto, tanto da ipotizzare l’accorpamento se non addirittura la chiusura di alcune Unità operative a salvaguardia dell’utenza”.

Le rappresentanze sindacali – conclude il comunicato stampa – nel giudicare inaccettabile la prevista riduzione del 10% del personale sanitario da conseguire nel solo esercizio 2022 e l’ipotetica mancata proroga dei 160 precari con contratti in scadenza al 15 settembre 2022, auspicano che nella prossima riunione fissata per il 31 agosto 2022 i rappresentanti della giunta regionale e dell’Asur assicurino, attraverso atti amministrativi, l’adozione di adeguati provvedimenti finalizzati ad evitare il totale depauperamento del servizio sanitario pubblico del nostro territorio”.

Si chiedono, quindi, atti concreti, non le solite promesse. Nel frattempo, in attesa di quell’incontro, resta confermata la mobilitazione generale.

 

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