Il re è nudo: il sindaco ammette il fallimento del Comune sulla sicurezza delle scuole


In Consiglio comunale Fioravanti costretto ad ammettere che quasi i tutti i cantieri nelle scuole partiranno non prima dell’estate 2023. Ma nel suo programma elettorale aveva promesso di buttare giù le scuole danneggiate e ristrutturare quelle danneggiate entro 3 anni (2022)…

Un paio di implicite ammissioni e la solita imbarazzante dimostrazione della più assoluta incapacità di programmare, con l’inevitabile e scontata conseguenza della più sconfortante confusione. Si può riassumere così il Consiglio comunale aperto, questa volta chiesto dai consiglieri di minoranza, sulla situazione delle scuole cittadine che si è svolto nei giorni scorsi. Dal quale di certo è apparso evidente ed inequivocabile il fallimento dell’amministrazione comunale in questo delicato tema (nel programma elettorale era previsto che per l’estate 2022 quanto meno sarebbero state demolite le scuole danneggiate e ristrutturate quelle con danni minori…), oltre la più totale inattendibilità dei ripetuti proclami del sindaco Fioravanti e della sua giunta. Pur non dichiarandolo apertamente (neppure sotto tortura lo farebbe), di fatto è stato proprio il primo cittadino ad ammettere quanto lontani dalla realtà fossero i suoi proclami in questi 3 anni e come invece fosse esatto quello che avevamo scritto e previsto circa 2 anni fa.

Chi ha seguito sin dall’immediato post terremoto le vicende legate alla sicurezza delle scuole cittadine, verificando i gravi errori e gli inaccettabili ritardi dell’amministrazione comunale (prima quella di Castelli, poi quella di Fioravanti), e ha ben chiara la situazione, sulla base dei fatti e degli atti ufficiali e non dei soliti improbabili proclami del sindaco, sa perfettamente quanto inattendibili sono quegli annunci e come non stiano affatto partendo i lavori alla scuola Malaspina (e non partiranno neppure entro fine anno o nei primi mesi del 2021), così come non c’è alcuna possibilità che entro la fine del 2021 partano i lavori nelle altre scuole. Nella migliore delle ipotesi qualche cantiere si vedrà entro la fine del 2023, mentre la maggior parte degli interventi partiranno non prima del 2024”.

Questo scrivevamo nell’estate 2020 (vedi articolo “Scuola Malaspina, la sicurezza può attendere”) a proposito del presunto cronoprogramma degli interventi sulle scuole. Da un paio di mesi finalmente Fioravanti, con inaccettabile ritardo, aveva deciso di mettere da parte il folle “project financing” voluto e promosso dal suo predecessore Castelli, nonostante fosse chiaro sin dalla sua presentazione che fosse improponibile (anche perché contrario alle norme in materia). E nei giorni precedenti, attraverso quei giornali locali che da sempre sono il suo “megafono”, il primo cittadino aveva annunciato con enfasi l’avvio dei lavori alla scuola Malaspina, aggiungendo che “entro la fine dell’anno, al massimo nei primi mesi del 2021” si sarebbe aperto il cantiere. E che, poi, nei mesi successivi, entro la fine del 2021, pian piano sarebbero partiti i lavori in tutte le altre scuole.

Bastava conoscere gli atti ufficiali per non avere dubbi che si trattava di un penoso bluff ma allora chi ha osato, documenti alla mano, sottolinearlo è stato fatto oggetto dall’amministrazione comunale stessa e dai “Fioravanti’s boys” di durissimi attacchi, in qualche caso ben oltre il limite del consentito. Nei mesi successivi, di fronte all’evidenza dei fatti, invece di ammettere ciò che era già allora chiarissimo, sindaco e amministrazione comunale hanno proseguito sulla stessa strada, rinnovando annunci e proclami, spostando solo di qualche mese l’apertura dei cantieri. Ora, però, di fronte all’inequivocabile realtà, nell’ultimo Consiglio comunale Fioravanti è stato costretto a darci ragione, ad ammettere implicitamente che quei proclami erano solo “fumo negli occhi” e che, invece, erano esatte le nostre previsioni.

Detto della scuola primaria di Poggio di Bretta, il cui intervento di miglioramento sismico dovrebbe terminare entro fine 2022, secondo quanto riferito in Consiglio comunale dallo stesso Fioravanti, i lavori alla Malaspina (quelli che erano stati annunciati al via nell’estate 2020…) partiranno entro l’estate 2023. Stessa scadenza (estate 2023) per i lavori alla scuola primaria Cagnucci, mentre per la scuola primaria di Tofare si punta ad avviare il cantiere tra settembre o al massimo entro la fine del 2023. Nel corso dell’estate 2024 dovrebbero partire i lavori alla scuola Cantalamessa, mentre nei mesi successivi si punta ad avviare l’intervento di demolizione e ricostruzione delle scuole Massimo D’Azeglio e Don Bosco. Previsto, infine, nell’estate 2025 l’apertura del cantiere alla scuola Ceci.

Sono passati 6 anni dal terremoto che ha messo a nudo la disastrosa situazione degli edifici scolasti, 5 da quando sono stati finanziati gli interventi nelle scuole cittadine (ordinanza 33 del commissario straordinario del luglio 2017) ma sindaco e amministrazione comunale non sono neppure in grado di fornire date e un cronoprogramma certo. Come conferma la tabella riassuntiva pubblicata nei giorni scorsi su “Le Cento Torri”, il bollettino ufficiale del Comune, incredibilmente generica e senza neppure una data sicura.

In tre anni l’obiettivo sarà quello di buttare giù tutte le scuole che sono danneggiate e ristrutturare quelle con danni lievi” scriveva Fioravanti nel suo programma elettorale nel 2019. Non possono esserci dubbi che l’obiettivo è clamorosamente e miseramente fallito e non di poco. L’altra implicita, ammissione che è emersa dal Consiglio comunale, anche questa più volte sottolineata, è l’assoluta inutilità della famosa Ordinanza Ascoli emessa dal commissario straordinario Legnini nell’aprile dello scorso anno (2021). Nei mesi precedenti il sindaco Fioravanti ne aveva parlato in termini a dir poco entusiastici come lo strumento per risolvere tutti i problemi e imprimere al sonnolento e immobile iter per la messa in sicurezza delle scuole cittadine la necessaria accelerazione.

Dopo la sua adozione, lo stesso primo cittadino insieme all’assessore regionale Castelli (con il quale Fioravanti divide la responsabilità di questo disastro…) avevano esultato assicurando che, grazie a quell’ordinanza, tutto sarebbe stato più semplice e più rapido, addirittura avevano provato a rivendicarla come un grande successo, cercando di nascondere il fatto che in realtà quell’ordinanza rappresentava soprattutto un durissimo atto di accusa nei confronti del Comune di Ascoli, del suo inaccettabile ritardo (vedi articolo “Dall’Ordinanza Ascoli sulle scuole duro atto di accusa al Comune”) . Anche in quel caso in realtà era sin da allora chiarissimo che quell’ordinanza fosse perfettamente inutile ed i mesi successivi hanno dimostrato come fossimo di fronte all’ennesimo patetico bluff, con un cronoprogramma surreale nel quale si vaneggiavano tempi irreali per il completamento dell’iter di ogni intervento.

Basterebbe pensare che per la scuola media di Monticelli (la Don Giussani) l’Ordinanza Ascoli prevede che i lavori dovrebbero concludersi in 150 giorni (dal momento della consegna del cantiere), quindi, considerando che il cantiere è stato consegnato il 7 dicembre 2021, l’intervento dovrebbe già essere concluso da un paio di mesi… In realtà già nel disciplinare di gara, infischiandosene di quel cronoprogramma, veniva indicato in 540 giorni il termine per la conclusione dei lavori (quindi maggio 2023). Ma, secondo quanto riferito dal sindaco in Consiglio comunale, neppure quella scadenza verrà rispettata perché Fioravanti ha affermato che si spera di concludere l’intervento per settembre 2023, “appena” 5 mesi dopo, naturalmente oltre agli anni di ritardo già accumulati.

Tornando all’Ordinanza Ascoli, a seppellirla oltre che la realtà dei fatti (per nessun intervento l’iter si avvicina anche un po’ a quelli stabiliti dall’ordinanza stessa, da quando è in vigore non c’è stata nessuna accelerazione, neppure minima) è lo stesso sindaco che non l’ha neppure citata nel Consiglio comunale (e per altro non c’è mai nessuna traccia e nessun riferimento all’Ordinanza in nessuno degli atti ufficiali che riguardano le scuole). Piuttosto, a proposito del commissario straordinario per il sisma (Legnini), è molto più interessante il rapporto “Ricostruzione e adeguamento sismico di tutte le scuole danneggiate dal sisma 2016” che ha pubblicato a giugno dal quale emergono due dati molto significativi.

Il primo è che lo stesso commissario sottolinea come, grazie all’Accordo Quadro, negli interventi per la messa in sicurezza delle scuole c’è stata una sensibile accelerazione, visto che in media si passa dai 10 ai circa 4 mesi per la conclusione dell’iter. In questo senso Ascoli è davvero un mondo a parte, visto che nel capoluogo piceno ci vogliono molto più di 2 anni non per la fine dell’iter ma anche solo per arrivare all’indizione della gara per l’assegnazione dei lavori. L’esempio più eclatante in proposito è quello dei lavori alla scuola Malaspina, con il documento preliminare alla progettazione approvato il 14 luglio 2020, la gara europea per l’affidamento dell’incarico per la progettazione dei lavori indetta a settembre 2020 ma, dopo 2 anni, si è ancora in attesa della predisposizione del progetto esecutivo sulla base del quale poi verrà indetta la gara stessa.

Situazione identica e tempi lunghissimi solo per l’affidamento della progettazione anche per tutte le altre scuole cittadine. L’altro dato significativo che emerge è che, secondo quanto riportato in quel rapporto, ad inizio 2022 (quindi 7 mesi fa) il 65% dei 71 interventi nelle scuole definiti nel programma straordinario di intervento approvato nel luglio 2017 con ordinanza n. 33 sono stati completati (24) o hanno i lavori in corso (22), il 18% sono con i cantieri in apertura e i lavori già affidati (13), mentre solamente il 17% sono ancora in alto mare (12, di cui 8 del Comune di Ascoli).

A dimostrazione che, a differenza di quello che provano a far credere il sindaco Fioravanti e il suo predecessore Castelli, il problema non è affatto comune ma riguarda solo l’amministrazione comunale del capoluogo piceno.

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