Ennesima batosta per l’ospedale di Ascoli: mancano medici e infermieri, la Regione riduce i fondi
Il Coordinamento italiano medici ospedalieri (Cimo) denuncia la mancanza di medici al Pronto Soccorso e all’ospedale “Mazzoni” e chiede un rafforzamento del personale sanitario. Ma nel piano regionale del personale per l’AV 5 è previsto un taglio di quasi 2 milioni
L’estate caldissima della sanità ascolana si arricchisce di nuovi “disastri” che confermano e rendono ancora più sconcertante un quadro già così desolante. Al punto che ormai definire il territorio piceno la “Cenerentola delle Marche” per quanto riguarda la sanità è a dir poco riduttivo. Dopo le polemiche delle settimane scorse per l’infinita serie di disagi e disservizi nei due ospedali della zona, era intervenuta la direzione dell’Aria Vasta 5 (AV5) per fare il punto della situazione e provare a fare chiarezza.
Un lungo comunicato che, in realtà, era sembrato da subito quanto meno discutibile, la classica “toppa peggiore del buco” (vedi articolo “Sanità allo sbando, quando la toppa è peggio del buco”). E che ora, alla luce delle puntuali e inappuntabili precisazioni delle organizzazioni sindacali del settore, assume connotati ancora più inquietanti. Come se non bastasse, un’interrogazione della consigliera regionale Anna Casini ha fatto anche emergere l’ennesimo bluff della Regione Marche, rendendo il quadro complessivo ulteriormente allarmante.
Purtroppo nulla di nuovo e di sorprendente, il problema è che le prospettive e il futuro per la sanità picena se possibile sono ancora più sconfortanti, sembra impossibile eppure tutto lascia pensare che le cose sono incredibilmente destinate a peggiorare nei prossimi mesi, nei prossimi anni. Il punto fondamentale è che per provare a ridare un briciolo di credibilità ed efficienza alla sanità picena servirebbero prima di ogni altra cosa maggiori risorse, un consistente rafforzamento degli investimenti e, contestualmente, anche del personale sanitario, oltre che strutture e attrezzature adeguate. Invece gli atti ufficiali e le decisioni della Regione (e anche dell’AV5) vanno esattamente nella direzione opposto.
Una fotografia terribilmente veritiera della situazione, in particolare dell’ospedale di Ascoli, è quella che emerge dalla risposta alla nota dell’AV5 da parte della delegazione locale e della segreteria territoriale del Coordinamento italiano medici ospedalieri (Cimo) che sgretola impietosamente la realtà virtuale disegnata in quel comunicato. “Forse la direzione di AV5 preferisce dribblare le difficoltà del momento affidandosi ad una strategia comunicativa edulcorata, che disegna una situazione lontana dalla realtà che invece vivono ogni giorno gli operatori sanitari e i cittadini” si legge nella replica del Cimo. Che innanzitutto punta il dito sulla situazione del Pronto Soccorso dell’ospedale del capoluogo di provincia.
“Mancano i medici per coprire i turni al Pronto Soccorso del “Mazzoni” – scrive il Cimo – e risultano scoperti alcuni turni per la Medicina d’urgenza dove non è garantita la presenza del medico nel pomeriggio, come previsto dalle norme. Una carenza che si aggiunge alla mancanza del medico dedicato anche di notte, come invece previsto dalla normativa. Una situazione in continuo peggioramento che ha già portato ad un depotenziamento della Medicina d’urgenza di San Benedetto e che ora si estende ed interessa tutta l’AV5 e che comporterà ulteriori disagi per i cittadini e gli operatori sanitari. Tale situazione è nota da tempo, sono infatti 4 i medici mancanti nel Pronto Soccorso di Ascoli solo rispetto all’estate scorsa e tali carenze sono state ampiamente segnalate alla direzione dell’AV5 che tuttavia non ha intrapreso alcuna iniziativa. Per il Pronto Soccorso di San Benedetto si è fatto ricorso ai medici delle cooperative, per il Pronto Soccorso di Ascoli invece non è stato improntato alcun piano strategico”.
Dopo aver espresso grosse perplessità sulla futura attivazione della Radiologia di urgenza al Pronto Soccorso di Ascoli (“ad oggi non c’è neppure un medico radiologo dedicato alla refertazione delle urgenze tanto che da oltre un anno a tali referti devono provvedere i medici radiologi già impiegati in Tac e Risonanza Magnetica in turni di doppia refertazione con un carico di lavoro sempre screscente per l’insufficiente dotazione di personale sanitario specializzato”) e aver stroncato gli accorpamenti dei reparti (“è noto a tutti come questi comportino meno posti letto disponibili per i ricoveri urgenti da Pronto Soccorso, con conseguenti disagi a carico di cittadini e operatori sanitari”), il Cimo boccia senza appello le presunte iniziative di riorganizzazione dell’AV5: “non si capisce a quali iniziative di riorganizzazione di utilizzo del personale faceva riferimento, l’unica iniziativa indispensabile ed urgente è il reclutamento di personale medico da dedicare ai servizi di emergenza-urgenza su cui la direzione non ha ancora messo mano”.
Al di là del mancato intervento dell’AV5, comunque ingiustificabile, il problema è che per pensare ad un aumento del personale medico e sanitario ovviamente è indispensabile un concreto e consistente aumento delle risorse e degli investimenti. Invece nel nuovo piano regionale dei fabbisogni di personale non solo non ci sono risorse aggiuntive per la nostra provincia ma, addirittura, sono previsti ulteriori tagli.
“Il nuovo piano triennale del fabbisogno del personale – denuncia in una nota la Rappresentanza Sindacale Unitaria (Rsu) – anziché investire risorse aggiuntive prevede per la fine del 2022 un risparmio pari ad 1 milione e 800 mila euro per l’AV5, risparmio pagato con la perdita di circa 180 lavoratori tra personale sanitario, tecnico e amministrativo”. Un’ulteriore “mazzata” che rischia di dequalificare ulteriormente una sanità già ridotta ai minimi termini. “E’ doveroso – prosegue la nota della Rsu – restituire alla collettività un’immagine più concreta di quanto sta avvenendo in Av5; il più alto numero di lavoratori precari di tutta la regione, la mancata copertura dei turn over da anni, una scarsissima dotazione organica anche in relazione ai 7 nuovi servizi aperti a iso-risorse, il mancato riconoscimento dei tempi di vestizione, la mancata attribuzione delle funzioni nonostante i numerosi posti vacanti, una riorganizzazione dei servizi di fatto priva dello strumento con cui attuarla, i lavoratori”.
Il quadro complessivo è sconfortante e dimostra inequivocabilmente come la Regione e la giunta Acquaroli di fatto hanno abbandonato al suo triste destino la sanità picena e continuano a prendere in giro i cittadini del territorio ascolano. Come denuncia la consigliera regionale Anna Casini dopo che, grazie ad una sua interrogazione, è emerso quello che in realtà già si sospettava, cioè che la promessa del nuovo ospedale di San Benedetto è solo “fuffa” (“non risultano agli atti note al riguardo” si legge nella risposta ufficiale della Regione all’interrogazione).
“La sintesi è chiara – accusa la Casini – la destra regionale sta prendendo in giro tutti i cittadini piceni e in particolare gli ascolani e i sambenedettesi con la complicità di chi fa finta di non capire”. Una complicità gravissima e inaccettabile soprattutto da parte di chi, come l’assessore regionale Castelli e i consiglieri regionali Antonini e Assenti, ha ottenuto migliaia di voti promettendo un futuro radioso per la sanità picena e per gli ospedali di Ascoli e San Benedetto e che ora assiste in colpevole silenzio a questo scempio. Non meno grave la complicità e la responsabilità del sindaco Fioravanti che continua ad anteporre gli interessi del suo partito e della sua parte politica a quelli della sua città, dei suoi cittadini. Un comportamento vergognoso da parte del primo cittadino che così si dimostra indegno della fascia tricolore che indossa.
A fare ciò che dovrebbe fare il sindaco del capoluogo di provincia, cioè cercare di tutelare gli interessi del territorio, ci provano ora i sindaci della vallata che hanno convocato per questa sera (lunedì 4 luglio) un Consiglio comunale aperto straordinario sulla disastrosa situazione sanitaria del territorio. “Un’iniziativa simile avrebbero dovuta farla il sindaco di Ascoli e San Benedetto ma ho l’impressione che per loro le cose vadano bene così” accusa il segretario provinciale del Pd Francesco Ameli. Magari sbaglierà, ma al momento la sensazione è che a Fioravanti e Spazzafumo, per motivi differenti, poco interessa di tutelare il territorio. Lasciando così mani libere alla Regione per continuare a demolire la sanità picena, ormai ridotta ai minimi termini…