Il governatore marchigiano, che fino a qualche settimana fa esaltava un’inesistente accelerazione, ora ammette di essere preoccupato per i ritardi ma scarica ogni responsabilità e reclama un ruolo centrale per la Regione. Che, però, da un anno è immobile sulla vicenda dei mutui…
Ha destato una grande sorpresa il post pubblicato nei giorni scorsi su facebook con il quale il governatore marchigiano Francesco Acquaroli, abbandonando i soliti toni trionfalistici e immotivatamente ottimistici, ha ammesso di essere preoccupato per come sta procedendo (o forse sarebbe meglio dire non sta procedendo) la ricostruzione post sisma nelle Marche. Naturalmente a sorprendere non è certo la constatazione del disastroso stato delle cose, ben noto da sempre ai cittadini marchigiani e, purtroppo, ancor più ai diretti interessati. Quanto l’improvvisa, pur se estremamente tardiva, parziale presa di coscienza da parte del presidente della Regione. Che, pure, fino a poche settimane fa continuava a millantare una presunta accelerazione che vedevano solamente lui e il suo fido assessore Castelli.
“Il cambio di passo nella ricostruzione è avvenuto ed è stato sensibile. Stiamo rivitalizzando il cratere attraverso un modello di intervento che potrà essere preso da esempio da tutte le aree interne d’Italia” dichiarava solo un paio di mesi fa Acquaroli. “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti soprattutto per quanto riguarda la gestione dell’emergenza pandemia e per l’impulso e l’accelerazione che siamo riusciti a dare alla ricostruzione post sisma” rivendicava con orgoglio a fine 2021 il governatore marchigiano nella conferenza stampa convocata per fare un bilancio del primo anno di governo regionale. In realtà già allora da più parti, soprattutto dai diretti interessati, si evidenziava come la realtà fosse completamente differente rispetto alla propaganda.
Ma a supporto della giunta regionale erano arrivati anche alcuni quotidiani locali, abituati a prescindere a fare da megafono ai proclami degli amministratori locali, che rilanciavano l’inesistente accelerazione, sottolineando i grandi meriti dell’assessore Castelli (“sta incidendo profondamente, approfittando del primo vero commissario degno di questo nome” scriveva a fine 2021 un quotidiano locale). Ora, però, all’improvviso il governatore marchigiano sembra essersi svegliato, rendendosi conto che la realtà è completamente differente.
“Come avviene sistematicamente e periodicamente – ha scritto nei giorni Acquaroli su facebook – questa mattina ho fatto un punto sulla ricostruzione con l’assessore delegato Guido Castelli e devo dirvi che l’ottimismo dell’autunno 2021 inizia a fare un po’ spazio alla preoccupazione”. Un’ammissione, per quanto tardiva, che meriterebbe di essere apprezzata se fosse anche accompagnata da un minimo di autocritica, da una seria e corretta assunzione di responsabilità. Invece dal presidente della Regione arrivano solo accuse generalizzate contro non meglio precisati “fattori esterni” ma anche una visione di quanto sta accadendo che non corrisponde per nulla alla realtà.
Come, ad esempio, quando esalta il lavoro del nuovo Ufficio ricostruzione (Usr) che, invece, è sempre più al centro delle critiche degli utenti (basterebbe leggere i commenti e gli “sfoghi” sui social dei giorni scorsi).
“La Regione ha riorganizzato profondamente l’USR e ha sviluppato un indirizzo ispirato a concretezza e flessibilità – scrive Acquaroli – nonostante questa “svolta” rispetto alla precedente gestione, riconosciuto da tecnici e amministratori locali, tanti sono i fattori esterni che stanno incidendo sulla ricostruzione. Molte vicende sono tuttora aperte e le soluzioni devono essere trovate con un coinvolgimento pieno delle regioni nelle scelte qualificanti. A questo riguardo, al contrario, specie per quanto attiene l’aspetto della rigenerazione economica del cratere, si registra una tendenza centralistica che tende ad una marcata marginalizzazione delle Regioni. Dopo l’ordinanza 126 sul prezziario (alla cui declinazione finale ha contribuito fortemente la regione Marche) occorre assicurare un monitoraggio costante e continuo dei prezzi delle materie prime perché, con lo scenario attuale, potrebbe rendersi necessario un ulteriore aggiornamento. In questo senso, stiamo portando avanti un confronto continuo con le categorie e con i tecnici per comprendere se e quanto sia necessario intervenire di nuovo.
Certamente sulla ricostruzione privata incide fortemente anche la scarsità delle imprese, ora maggiormente interessate a lavorare con il Superbonus. Ma rispetto a questo, nulla noi possiamo. A preoccuparmi è anche l’ancora basso numero delle domande per la ricostruzione delle abitazioni presentate. Certamente i segnali che arrivano nell’ambito dei servizi scolastici e nell’ambito della ricostruzione pubblica non sono incoraggianti e convincenti nei confronti di chi da ormai sei anni è costretto fuori casa e in sistemazioni di emergenza. Oltretutto non è facile la scelta di restare a vivere in un luogo dove non si riesce a vedere certezza sul futuro e dove il presente è precluso da interi paesi, palazzi, chiese e strade tutte ancora da ricostruire. Questo ritardo nella ricostruzione pubblica incide pesantemente anche su una larga fetta della ricostruzione privata”.
Il governatore marchigiano, poi, rivendica il merito di aver “impresso una svolta alla ricostruzione” (che in realtà concretamente nessuno vede) e reclama a gran voce un ruolo più centrale delle Regioni. Peccato, però, che poi, come al solito, quando dalle parole si potrebbe passare ai fatti concreti, la Regione stessa e, in particolare, il governatore marchigiano latitano, non incidono come potrebbero e dovrebbero. Come, ad esempio, nel caso dei mutui del sisma, come sottolinea la consigliera regionale Anna Casini.
“Sui mutui del sisma e sulla detrazione Iva la Regione è immobile, un anno fa avevamo approvato all’unanimità una mozione in cui si impegnava il presidente Acquaroli a istituire un tavolo con le altre regioni – accusa l’esponente ascolana del Pd – invece nulla, nessun interesse per temi così importanti. La sospensione dei mutui e la possibilità di detrazione dell’iva per le imprese del cratere sono azioni urgenti e necessarie se non vogliamo che gli investimenti del PNRR cratere trovino il sistema socio economico ormai morto. Nonostante un anno fa il Consiglio abbia approvato all’unanimità gli atti a tutela degli imprenditori e cittadini che avevano subito danni dal terremoto gli organi esecutivi della Regione Marche sono rimasti immobili e non hanno avanzato alcuna azione concreta. In particolare già dallo scorso anno si sarebbe dovuto convocare un tavolo di coordinamento con le Regioni Abruzzo, Lazio e Umbria e con il coinvolgimento del Comitato Mutui sulle Macerie, iniziativa proposta per individuare scelte partecipate che la Regione Marche possa rappresentare nelle sedi governative”
“La proroga dei mutui non è più la soluzione del problema – aggiunge la Casini – occorrono misure adeguate a iniziare dall’azzeramento degli oneri maturati durante la sospensione e la valutazione di operazioni di saldo e stralcio nei casi di imprese che hanno subito danni irreversibili. Sono convinta che la politica debba uscire dagli slogan di propaganda e impegnarsi in maniera concreta per risolvere i problemi dei cittadini in particolare i più fragili”. Peccato, però, che se al presidente Acquaroli e alla sua giunta vengono tolti slogan e propaganda poi in concreto non resta più nulla…