Beffa sanità, la Regione “condanna a morte” Ascoli e il Piceno


Altro che “Piceno mai più Cenerentola della Regione nella sanità”, il piano investimenti approvato dalla Regione penalizza la provincia di Ascoli, che riceve meno finanziamenti delle altre province ed è destinata a restare a lungo con due “ospedaletti” di bassissimo livello…

Sulla sanità e gli ospedali del Piceno è andato in scena il solito insulso e vergognoso teatrino, ennesima conferma dell’inqualificabile livello della politica e degli amministratori del nostro territorio. La delibera 140 del 14 febbraio scorso sulla programmazione sanitaria, con la definizione degli investimenti (il cosiddetto Masterplan), ha immediatamente dato il via ad un diluvio di annunci, proclami di mero stampo propagandistico, il solito “giochetto” completamente irrispettoso dei cittadini ascolani e sambenedettesi che avrebbero tutto il diritto di sapere, almeno per quanto riguarda la sanità, quale sia la reale situazione attuale e quali siano le concrete prospettive per i prossimi anni. Che, purtroppo, come vedremo per il Piceno sono semplicemente sconfortanti.

Ha iniziato il sindaco di San Benedetto Spazzafumo che sui social ha esultato perché, a suo dire, la Regione ha stabilito che sarà proprio quello di San Benedetto l’ospedale di primo livello dell’Area Vasta 5 (ovviamente a scapito dell’ospedale di Ascoli). Dopo di lui il consigliere regionale sambenedettese di Fratelli d’Italia Andrea Assenti che ha confermato quanto dichiarato dal primo cittadino, ringraziandolo per il riconoscimento tributato alla giunta regionale, e ha sottolineato il risultato storico per San Benedetto, merito del lavoro svolto dal governatore Acquaroli e dagli assessori Latini, Castelli, Baldelli.

Nelle stesse ore, però, il consigliere regionale ascolano della Lega (quindi anche lui della maggioranza che governa le Marche) Andrea Antonini ha duramente criticato il sindaco Spazzafumo, negando che la Regione ha deciso il “primato” dell’ospedale di San Benedetto e riproponendo l’improbabile “barzelletta” del primo livello distribuito su due presidi (Ascoli e San Benedetto). E non bisogna essere dei geni per capire che uno tra Antonini e Assenti (entrambi della maggioranza) racconta balle e prende in giro i cittadini.

Poche ore dopo è arrivato anche l’imbarazzatissimo commento video di un Marco Fioravanti palesemente in difficoltà. Comprensibile, perché dopo aver fatto picchetti e manifestazioni, dopo aver basato gran parte della campagna elettorale sulla difesa della centralità dell’ospedale cittadino, di fronte ad un programma proposto dalla giunta regionale della sua parte politica e dal governatore del suo partito che “umilia” il Piceno e ancor più l’ospedale di Ascoli, se davvero ha a cuore la città che amministra e gli interessi dei cittadini avrebbe dovuto protestare furiosamente, minacciando anche gesti eclatanti.

Ma, come diceva Manzoni riferendosi a Don Abbondio, “il coraggio uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”…. Così, dopo aver detto tutto e il contrario di tutto ed essersi palesemente più volte contraddetto, il sindaco di Ascoli ha ribadito che l’ospedale Mazzoni è già di primo livello, è centrale per l’Area Vasta 5 e, a prescindere dall’ospedale di San Benedetto, rimarrà anche in futuro di primo livello. Torneremo più nel dettaglio sui “deliri” del Fioravanti versione Don Abbondio.

Ma, a proposito dell’ospedale di Ascoli, non si può non citare il commento del sempre più impresentabile assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini che, a proposito dell’Area Vasta 5, ha affermato che con questo programma della Regione si restituiranno ad Ascoli e San Benedetto “i loro plessi ospedalieri di primo livello”, contraddicendosi clamorosamente. Perché solo qualche settimana fa, alla presentazione del nuovo direttore di Area Vasta 5, aveva affermato che il “Mazzoni” è un’eccellenza a livello regionale, quindi qualcosa in più di un semplice ospedale di primo livello.

Ma, se così fosse, oltre a contraddirsi, Saltamartini di fatto ammetterebbe che il programma della Regione depotenzia l’ospedale ascolano che passa da “eccellenza regionale” a semplice ospedale di primo livello. Naturalmente chiunque ha o ha avuto a che fare di recente con l’ospedale sa perfettamente che il “Mazzoni” non solo non è in alcun modo un’eccellenza regionale, ma non si avvicina neppure ad essere qualcosa di simile ad un ospedale di primo livello. Dove, per altro, secondo la legge, dovrebbero esserci i reparti di Neurologia e Psichiatria che invece, guarda il caso, sono a San Benedetto.

Al netto dell’insopportabile propaganda di cui sopra, dalla delibera regionale n. 140 e, soprattutto, dall’allegato Masterplan il quadro che emerge per la sanità picena e per l’ospedale ascolano è sin troppo chiaro e, purtroppo, desolatamente sconfortante. Perché i dati, i fatti e gli atti concreti della Regione confermano e rendono ancora più eloquente per la provincia di Ascoli quel ruolo di Cenerentola delle Marche (per la sanità) che anche un recente studio dell’Università Politecnica delle Marche anche inequivocabilmente certificato.

L’assessore regionale Castelli, così come il consigliere regionale Antonini, della solenne promessa “mai più Cenerentola delle Marche per la sanità” avevano fatto la loro bandiera in campagna elettorale, il minimo sindacale che bisognava attendersi ora che fanno entrambi parte della maggioranza era un riequilibrio delle risorse. Invece il solco si amplia.

Perché le cifre ufficiali inserite dalla Regione nella delibera dicono che la provincia di Ascoli, per quanto riguarda la distribuzione dei finanziamenti, è ancora una volta fanalino di coda, sia in termini assoluti (110 milioni di euro, Ancona e Pesaro ne hanno più del doppio, Macerata quasi il doppio e anche Fermo ne ha molti di più), sia in proporzione al numero di residenti.

Discorso simile anche per quanto riguarda i fondi aggiuntivi (complessivamente poco meno di 70 milioni) per le case e gli ospedali di comunità e per i centri operativi territoriali. In termini assoluti solo l’Area Vasta di Fermo ne ottiene leggermente meno ma, in proporzione al numero di residenti, ancora una volta l’AV5 è di gran lunga il fanalino di coda.

Detto che la parte più consistente di quei 110 milioni di euro (ben 80) è destinata al nuovo ospedale di San Benedetto, mentre per quello di Ascoli ci sono complessivamente 23 milioni di euro (per la nuova palazzina tecnologica, la riqualificazione energetica e il miglioramento sismico), in realtà la quasi totalità di quei fondi (98 su 110 milioni), a differenza di quanto avviene per le altre AV, sono virtuali, nel senso che devono ancora materialmente essere stanziati con i relativi progetti che al momento neppure esistono (quindi nella migliore delle ipotesi vedranno la luce tra diversi anni). Per quanto riguarda la nuova palazzina tecnologica per il “Mazzoni” è scritto a chiare lettere nella delibera e nei suoi allegati.

Ma a confermarlo inequivocabilmente è proprio il Masterplan, nel quale gli interventi vengono suddivisi e classificati in funzione dello stato di avanzamento della progettazione: Tipo I (interventi in corso di costruzione o progettazione), Tipo II A (interventi in corso di definizione) e Tipo II B (in corso di verifica). Del primo gruppo, che comprende le opere che si stanno realizzando o che verranno realizzate a breve, con i fondi che concretamente già ci sono, fanno parte 17 interventi, di cui 6 della provincia di Ancona, 5 di quella di Macerata, 3 di Fermo, 2 di Ascoli (messa in sicurezza sismica poliambulatorio Offida e riqualificazione energetica ospedale di Ascoli) e 1 di Pesaro.

La differenza, abissale, è però nei fondi impegnati negli interventi nelle 5 province: 204 milioni Ancona, 150 Pesaro (realizzazione nuovo ospedale), 137 Fermo, 40 Macerata e solamente 7 Ascoli (3,5 milioni di euro per il Mazzoni). Gli interventi più rilevanti e qualificanti dell’Area Vasta 5, che, in linea teorica, potrebbero concretamente influire sulla qualità dell’offerta sanitaria dei due ospedali, sono nel gruppo “IIA”, cioè ancora in corso definizione. Ma se per il nuovo ospedale di San Benedetto quanto meno sono stati stanziati i primi 400 mila euro per lo studio di fattibilità (che significa che la strada è ancora lunghissima), sulla nuova palazzina tecnologica del “Mazzoni” (18 milioni di euro) non viene fornita nessuna indicazione, segno che ancora è tutto in alto mare.

Tirando le somme, quindi, i dati e gli atti ufficiali della Regione evidenziano in maniera inequivocabile che, quando si passa dalla propaganda ai fatti concreti, la situazione è sempre la stessa, altro che “mai più Cenerentola delle Marche”, la provincia di Ascoli, rispetto alle altre province marchigiane, al momento riceve solo le “briciole”.

Quanto agli ospedali di Ascoli e San Benedetto, per ora e per i prossimi anni sono destinati a restare così come sono, cioè due mezzi ospedaletti di serie C, visto che gli investimenti e gli interventi che teoricamente potrebbero in qualche modo cambiare la situazione sono addirittura ancora da progettare e finanziare concretamente, che solo la fervida fantasia o, più probabilmente, la più smaccata propaganda può trasformare nella “barzelletta” del primo livello in due plessi, a cui ormai credono solo pochi inguaribili “boccaloni”, chi è costretto a farlo per ragioni di partito… e il sindaco Fioravanti!

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