Decessi ed eventi avversi, il rapporto annuale Aifa conferma la sicurezza dei vaccini
Secondo il rapporto di farmacovigilanza dell’Aifa su 108 milioni di dosi somministrate le reazioni avverse accertate sono lo 0,005%, mentre i decessi correlabili al vaccino lo 0,000020% (22). Dati ancor più rassicuranti per la terza dose e per i vaccini per i bambini
I dati ufficiali parlano chiaro: le reazioni avverse ai vaccini sono estremamente limitate, i casi gravi sono rarissimi, ancor più rari i decessi. In attesa dei tradizionali e immancabili “non ce lo dicono” e dei dati tirati fuori da cugini vari (che sicuramente saranno molto più affidabili e che mostreranno un quadro decisamente differente…), il quadro che emerge dal rapporto annuale di farmacovigilanza dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), diffuso nei giorni scorsi, dimostra inequivocabilmente che le reazioni avverse al vaccino anti covid sono davvero pochissime, addirittura ben al di sotto della media degli altri vaccini.
Su quasi 110 milioni di dosi di vaccino (108.530.987 per l’esattezza) sono 117.920 le segnalazioni di sospetto evento (pari allo 0,10%), con un tasso d di 109 segnalazioni ogni 100.000 dosi somministrate. E di queste l’83,7% (98.717 per l’esattezza) sono riferite ad eventi non gravi come dolore in sede di iniezione, brividi, dolore muscolari, stanchezza, cefalea, febbre, nella maggior parte dei casi già risolti al momento della segnalazione. Sono invece 19.055 gli eventi avversi gravi, con un tasso di 17,6 eventi gravi ogni 100 mila dosi somministrate. Per quanto riguarda i decessi quelli correlabili al vaccino sono 22, pari allo 0,000020%.
E’ opportuno, però, sottolineare come la segnalazione non vuol dire automaticamente che quell’episodio segnalato sia concretamente una conseguenza del vaccino stesso. “Il processo di analisi del segnale segue modalità standardizzate in modo che sia sempre possibile confrontarle con altri segnali e altri processi analoghi” si legge nella guida allegata al rapporto annuale di farmacoviglanza. Nella quale si sottolinea poi che il Comitato consultivo globale per la sicurezza dei vaccini dell’Oms ha messo a punto un algoritmo specifico che tiene conto della relazione temporale (tra vaccino e reazione), della presenza di possibili spiegazioni alternative, delle prove a favore dell’associazione tra vaccino e reazione, delle precedenti evidenze di letteratura, della frequenza dell’evento segnalato nella popolazione generale (anche non vaccinata) e della plausibilità biologica.
Sulla base di quell’algoritmo e del processo di valutazione, i casi segnalati vengono, poi, catalogati come correlabili (l’associazione causale tra l’evento e il vaccino è considerata plausibile), non correlati (altri fattori giustificano l’evento) o indeterminata (non ci sono prove sufficienti in una direzione o nell’altra). Al momento della stesura del rapporto annuale dell’Aifa, l’83% delle segnalazioni di eventi avversi gravi (15.731) è stato sottoposto ad analisi per il nesso di causalità secondo l’algoritmo dell’Oms, mentre il restante 17% (3.324 segnalazioni) è ancora in corso di approfondimento. E sulla base di quella analisi è emerso che il 35,9% di quelle segnalazioni gravi (5.656) è risultato correlabile alla vaccinazione, il 21,6% (3.393) non correlabile, il 37,7% (5.931) indeterminato e il 4,8% (751) non classificabile per mancanza di informazioni sufficienti.
In altre parole, sulla base dell’algoritmo dell’Oms, le relazioni gravi certe, che sono sicuramente correlabili al vaccino sono 5.656, pari allo 0,005% rispetto alle dosi somministrate. Ed a proposito dei casi di reazione avversa grave, nel rapporto annuale dell’Aifa viene citata una revisione condotta dal Comitato di farmacovigilanza dell’Ema (l’agenzia europea del farmaco) che evidenzia come uno stato patologico pre esistente o concomitante alla vaccinazione rappresenti un plausibile fattore predisponente all’evento avverso grave (fino anche al decesso), mentre in soggetti sani sono molto rari eventi avversi gravi.
Detto che il maggior numero di segnalazioni di reazione avverse si è avuto per il vaccino Pfizer (68%, 19,8% Astrazeneca, 10,8% Moderna e 1,4% Johnson&Johnson, per il semplice fatto che è stato quello più utilizzato nel corso della campagna di vaccinazione, e che nel 70% delle segnalazioni riguarda le donne, per quanto riguarda le dosi addizionali (la terza dose) i dati sono ancora scarsi, le prime analisi evidenziano una percentuale minore di segnalazioni di eventi avversi, con 3510 casi segnalati su 16.198.231 dosi somministrate, pari allo 0,021%.
Di queste l’84,1% (2951) sono riferite ad evento non gravi, mentre il 15,9% (558) ad eventi avversi gravi. Per quanto riguarda la vaccinazione nei bambini (considerati fino a 16 anni) il rapporto Aifa segnala che le segnalazioni sono state 4 volte meno frequenti rispetto a quelle degli adulti. Sono complessivamente 1.170 su 4.178.361 dosi somministrate (dati riferiti al 26 dicembre 2021), pari allo 0,028%, e la quasi totalità sono sospetti eventi avversi non gravi (febbre, mal di testa, stanchezza). L’Aifa, così come tutti gli esperti e le associazioni dei pediatri confermano che il vaccino nei bambini è quanto mai sicuro, oltre che ad essere necessario. Certo, poi ci sono esperti del calibro di Salvini e Meloni che sostengono il contrario…
Dai dati Aifa viene inoltre ribadito che la vaccinazione per covid è indicata sia in gravidanza sia in allattamento in quanto non sono emersi particolari di sicurezza di farmacovigilanza, che confermano studi specialistici sul tema. Non sono neppure stati riscontrati elementi che facciano pensare che i vaccini possano influenzare negativamente la fertilità in ambo i sessi. Per quanto riguarda la segnalazione di eventi gravi con esito decesso sono complessivamente 758 (0,7 ogni 100 mila dosi somministrate). “Si tratta di un insieme molto eterogeneo di segnalazioni che sono state attentamente monitorate nel tempo, con l’obiettivo di raccogliere per ciascuna scheda il maggior numero di informazioni possibili, come cartelle cliniche e referti degli accertamenti eseguiti, compresi i referti autoptici qualora richiesti dal clinico o dai familiari” si legge nel rapporto Aifa.
L’età media è di 79 anni e nel 70% dei casi il decesso è avvenuto entro 14 giorni dalla somministrazione, mentre in 456 casi si tratta della prima dose, in 267 della seconda e in 35 della terza. Dei 758 casi segnalati attualmente è stato sottoposto a valutazione del nesso di causalità con l’algoritmo dell’Oms il 76,5% pari a 580 decessi. E dalla valutazione è emerso con certezza che il 57,9% dei casi (336) non è correlabile al vaccino, il 30,2% (175) indeterminato, e l’8,1% (47) non classificabile per mancanza di informazioni. Complessivamente, quindi, sono risultati correlabili 22 decessi, pari a 0,2 casi ogni milione di dosi.
Significativo il fatto che 10 di quei decessi si riferiscono a casi di trombosi trombocitopenica a seguito di vaccinazione con vaccino a vettore adenovirale (Astrazeneca e Johnson&Johnson), mentre altri 10 decessi si riferiscono a fallimenti vaccinali, tutti in pazienti tra i 76 e 92 con una condizione di fragilità per pluripatologie. Gli ultimi due casi si riferiscono ad un uomo di 79 anni, con storia clinica di patologie cardiovascolari, e ad un paziente fragile di 92 anni, con storia clinica di demenza e diabete mellito. E’ importante sottolineare, infine, che nel rapporto Aifa vengono citati rapporti di farmacovigilanza di altre nazioni (Usa, Gran Bretagna, Israele, oltre che dell’Ema) che forniscono dati su segnalazioni eventi avversi e decessi correlati in linea con quelli italiani.
In realtà nulla di particolarmente sorprendente, almeno per chi segue e si informa correttamente, perché si tratta di dati che confermano e rafforzano (visto che il periodo in esame è più ampio) quelli precedenti. Ma che in questo momento sono oltremodo significativi perché arrivano a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione di studi e analisi che evidenziano come, in realtà, purtroppo i morti per covid in Italia e nel mondo sono molti più di quelli evidenziati dalle cifre ufficiali.
Certo poi bisogna sempre tener presente che, secondo diversi “esimi” cugini, presto inizierà una vera e propria strage di vaccinati e rimarranno vivi solo pochi di loro, oltre ovviamente i no vax…