Morti covid, più del doppio rispetto ai dati ufficiali


Secondo l’analisi del più accreditato istituto di ricerca americano e il modello utilizzato da “The Economist” si stima che i morti per covid sono tra i 15 e i 20 milioni. Più prudenti l’Oms e gli esperti del settore che, però, concordano sul fatto che i dati ufficiali sono sottostimati

Potrebbero essere molti di più degli oltre 5 milioni e mezzo ufficiali i morti nel mondo a causa della pandemia di covid. Anzi, a giudicare da un articolo pubblicato sulla rivista scientifica Nature che fa rifermento a diversi studi e cita numerosi modelli matematici, non ci sono dubbi che i dati ufficiali sono ampiamente sottostimati e che i decessi per covid sono almeno il doppio di quelli ufficialmente registrati se non ancora più.

E se alcuni di quegli studi, come quello dell’Università Ludwig Maximiliam di Monaco (Germania) e dell’Università Ebraica di Gerusalemme, si limitano ad analizzare e spiegare le ragioni per cui è certo che il numero di decessi sia molto più alto di quello ufficiale, senza però lanciarsi in stime e previsioni sul dato reale, l’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle stima che sono tra i 9 e i 18 milioni i decessi causati dalla pandemia, mentre la rivista inglese “The Economist”, utilizzando un approccio di apprendimento automatico dell’intelligenza artificiale, arriva ad una proiezione secondo cui sarebbe tra i 12 e i 22 milioni i morti per covid. Quello che è certo è che tutti i team delle principali università al mondo che si occupano di statistica sono concordi nell’affermare che sicuramente i dati ufficiali che parlano attualmente di 5,6 milioni di decessi sono di gran lunga sottostimati per una serie di motivi evidenti.

Innanzitutto perché in circa 100 stati non sono disponibili statistiche affidabili e puntuali e i dati ufficiali sui decessi sono molto approssimativi (per difetto). Poi perché in diversi stati il triste conteggio dei decessi si limita a registrare solo quelli avvenuti negli ospedali, inoltre ci sono alcune realtà anche molti importanti, come ad esempio gli Stati Uniti, in cui c’è una larga fetta della popolazione che di fatto è completamente priva di assistenza sanitaria e quindi sfugge ad ogni possibilità di verifica. Un altro aspetto non secondario da considerare sono le scarse informazioni che, per motivi politici, arrivano da alcuni paesi. Su tutti la Russia ma anche in realtà come Cina e Giappone si ha praticamente la certezza che la drammatica conta delle vittime sia ben più consistente di quello che dicono i dati ufficiali.

Secondo i quali, ad esempio, in Cina il covid avrebbe fatto meno di 5 mila vittime. “Un dato irreale” sostiene il direttore del programma di finanza quantitativa presso l’Istituto di tecnologia Stevens, George Calhoun, secondo il quale la cifra “è sottostimata del 17 mila per cento” e che, sulla basi di dati, analisi e ricerche, sostiene che in realtà siano più di 1,5 milioni i morti per covid. Quello della Cina è un caso che sarebbe interessante analizzare più a fondo, basterebbe pensare che il quotidiano economico Caixin a fine marzo 2020 sosteneva che nella zona di Wuhan nelle prime due settimane di marzo le agenzie funerarie locali viaggiavano ad una media di 5 mila urne cinerarie consegnate al giorno.

Lo stesso quotidiano, in quegli stessi giorni, analizzando i dati provenienti dall’agenzia per gli affari civili di Wuhan, evidenziava come già negli ultimi 3 mesi del 2019 nella zona c’era stato un clamoroso incremento di decessi rispetto a quegli degli anni precedenti, ipotizzando che già in quel periodo in quella zona si moriva per il covid. Poi, proprio dopo quegli articoli, il direttore del quotidiano è stato rimosso, gran parte della redazione cambiata e ovviamente è sceso il silenzio. Per qualche settimana squarciato solo dalla voce di Radio Free Asia, emittente con sede a Washington, che in quel 2020 per settimane ha sostenuto che, solo dall’analisi dei dati sulla mortalità di alcuni distretti, era più corretto ipotizzare che già allora si viaggiava in Cina bene sopra i 200 mila decessi.

Tra le analisi più sofisticate e più accreditate a livello internazionale c’è sicuramente la stima effettuata da Ariel Jarlinsky e Dmitry Koblak per l’Università Ebraica di Gerusalemme e l’Università di Tibunga in Germania. I due ricercatori hanno sviluppato un modello, il World Mortality Dataset (WMD), che prende in considerazione le cause di mortalità prima e dopo la pandemia, dal 2015 al 2021. Ed il loro WMD evidenzia che solo in Russia i decessi per covid sono più di 1 milione, tre volte in più rispetto ai 300 mila ufficiali, mentre in Messico siamo oltre mezzo milione di morti, praticamente il doppio rispetto al dato ufficiale. Sono numerose e differenti le metodologie per cercare di capire realmente quanti morti ci sono state con la pandemia che stiamo vivendo.

Si va dalle immagini satellitari dei cimiteri, ai sondaggi porta a porta, fino all’intelligenza artificiale che, sulla base dei dati forniti dai programmatori, realizza in autonomia delle proiezioni. Quelle dell’Institute for Health Mestrics and Evaluation, il più accreditato istituto di ricerca americano nell’area delle statistiche sanitarie globali, evidenziano come i decessi per covid nel mondo siano almeno il doppio di quelli ufficiali, spingendosi fino a sostenere che la cifra più credibile è tra i 15 e i 18 milioni di morti.

Molto accreditato negli ambienti accademici è il modello utilizzato da “The Economist” per tracciare la pandemia di covid 19, utilizzando l’apprendimento automatico per identificare più di 100 indicatori nazionali che sembrano essere correlati con le morti in eccesso in più di 80 paesi in cui sono disponibili dati. Quelle caratteristiche includono le morti ufficiali, l’entità dei test covid 19 e i risultati delle indagini sugli anticorpi ma anche la latitudine geografica, il grado di censura di internet e il numero di anni in cui un paese è stato una democrazia. Sulla base di questo genere di analisi le proiezioni fatte da “The Economist” stimano che il numero dei decessi sia quattro volte superiore, quindi circa 20 milioni di decessi.

Più prudente l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che pure ha affidato la guida di un progetto di modellazione per stimare il reale bilancio delle vittime della pandemia (perché anche l’Oms è certa che il numero ufficiale sia sottostimato) a Jon Wakefield, statistico dell’Università di Washington. Che, in merito alle proiezioni del quotidiano economico inglese, sostiene che sono sicuramente molto interessanti, pur se è difficile avere una stima esatta. Come lui la pensano gran parte dei più accreditati, a livello internazionale, statistici, demografi e matematici che, allo stesso tempo, concordano sul fatto che quei 5,6 milioni di morti non sia un dato credibile e che, nella migliore delle ipotesi, siamo almeno al doppio dei decessi.

E pensare che c’è ancora qualcuno che si ostina a pensare che siamo di fronte ad una normale influenza…

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