Asur, Comune e Regione da vergogna, le vaccinazioni tornano alla palestra di Monticelli


“Lo sport è stato uno dei settori più penalizzati, non dobbiamo più permettere che ciò accada” aveva dichiarato a settembre il sindaco Fioravanti. Che, però, ha subito in silenzio le “folli” decisioni della Regione, accettando senza protestare l’ennesimo vergognoso pasticcio

Tutto come previsto. A pagare pesantemente le conseguenze dell’inettitudine e del disinteresse della Regione e del vergognoso menefreghismo del sindaco Fioravanti e dell’amministrazione comunale sono ancora una volta gli ascolani. Ma, in questo caso, c’è chi rischia di pagare ancor più pesantemente le conseguenze delle folli decisioni di Regioni e Comune, per giunta per un periodo di tempo che potrebbe diventare lunghissimo. Parliamo di numerose società sportive ascolane e di centinaia di ragazzi e ragazze a cui, se non ci sarà un clamoroso e insperato “dietro front”, verrà di fatto impedito di continuare a svolgere l’attività motoria e sportiva. Anche se manca l’ufficializzazione, è ormai certo che l’hub vaccinale del capoluogo piceno tornerà ad essere la palestra di Monticelli.

Che la sede attuale, la Casa della Gioventù, fosse palesemente inadeguata si sapeva sin dal momento che era stata scelta per sostituire proprio la palestra di Monticelli dove si era svolta la campagna di vaccinazione fino a fine estate. E proprio quella “nefasta” scelta di utilizzare una struttura palesemente inadeguata era la chiara dimostrazione della sconcertante superficialità della Regione, dei vertici della sanità regionale e locale e dell’amministrazione comunale che non hanno capito che l’emergenza era tutt’altro che conclusa e che la campagna vaccinale sarebbe dovuta proseguire con identica intensità e, se possibile, con maggiore urgenza per la necessaria terza dose.

Era giusto e doveroso non proseguire la campagna di vaccinazione presso la palestra di Monticelli perché non si poteva continuare a penalizzare così pesantemente le società sportive e i tanti ragazzi e ragazze a cui, di fatto, per quasi un anno è stato impedito di portare avanti la propria attività sportiva (mentre tutte le altre società e tutti gli altri ragazzi e ragazze, pur se con le inevitabili difficoltà, hanno continuato a farlo anche nei mesi più difficile dell’inverno scorso). E proprio il sindaco Fioravanti, insieme all’assessore allo sport Stallone, avevano più volte sostenuto quanto fosse necessario individuare un’altra sede come hub vaccinale per non continuare a penalizzare quelle società, quei ragazzi. In particolare ad inizio settembre, nel presentare la manifestazione “Il cuore dello sport. La ripartenza dello sport ascolano”, entrambi avevano evidenziato la necessità di non penalizzare ulteriormente lo sport cittadino e, in particolare, l’attività sportiva giovanile.

Lo sport è stato uno dei settori maggiormente penalizzati dall’emergenza covid, i giovani sono stati costretti ed hanno sofferto più di altri l’isolamento, non dobbiamo più permettere che ciò accada” aveva affermato il primo cittadino nel presentare quell’evento. Gli eventi di questi giorni (ma purtroppo non solo quelli, come vedremo prossimamente) hanno dimostrato che ancora una volta si trattava esclusivamente di propaganda, che in concreto al sindaco e allo stesso assessore Stallone dello sport ascolano (e giovanile) interessa molto poco, solo quando può tornar utile per “raccattare” qualche voto in più. Questa volta, però, l’ennesima penalizzazione imposta principalmente a quelle società e a quei ragazzi, oltre che a tutto il territorio, è diversi motivi ancor più inaccettabile.

Signori dirigenti sanitari e signori politici tornate a scuola!! Le maestre vi spiegheranno cos’è la programmazione!” c’era scritto nel cartello mostrato da una giovane atleta nel corso del sit-in di protesta che si è svolto martedì 4 gennaio di fronte alla palestra. “Su quel cartello è riassunto tutto il pensiero delle centinaia di giovanissi/e e dei vari allenatori ed educatori che dalla mattina (lezioni di ginnastica scuola medie) e pomeriggio e sera (allenamenti e gare di campionato) utilizzano l’impianto – scrive su facebook Claudio Marinucci, presidente della società di pallavolo “Le Querce Monticelli” – per carità, la salute viene prima di tutto e in questo momento di emergenza ha sicuramente la priorità! Ma quello che mi fa arrabbiare è il fatto che hanno avuto diversi mesi per trovare una location idonea alternativa (e ce ne sono tante) e si sono ridotti a gennaio nel pieno di tutte le attività scolastiche e sportive a creare un disagio così grande”.

Ed in effetti questa volta è evidente e disarmante l’incapacità di programmare, così come non meno sconcertante è il disinteresse nei confronti del nostro territorio e, soprattutto, del nostro capoluogo ancora una volta mostrato dai vertici politici e sanitari della Regione e, di pari passo, l’incapacità (o forse sarebbe meglio dire la mancanza di volontà) di difendere e tutelare le esigenze dei cittadini ascolani da parte del sindaco Fioravanti e dell’intera giunta comunale. Che sarebbe stato necessario accelerare e programmare la somministrazione delle terze dosi ad una platea il più vasta possibile era chiaro da diversi mesi. Così come il fatto che la sede scelta a settembre, la Casa della Gioventù, fosse assolutamente non adeguata.

Già a novembre l’allora direttore generale dell’Area Vasta 5 Milani, ma anche il personale al lavoro nell’hub vaccinale, ne aveva evidenziato la più assoluta inadeguatezza. Ed anche il sindaco Fioravanti concordava, al punto che aveva promesso di interessarsi e di adoperarsi per trovare una nuova sede e una nuova sistemazione che, però, non doveva essere in alcun modo la palestra di Monticelli per non penalizzare ancora una volta società e giovani atleti (parola del sindaco e dell’assessore allo sport Stallone). Peccato, però, che, come al solito, alle promesse e ai proclami del primo cittadino non sono seguiti fatti concreti, tanto che da novembre dall’amministrazione comunale non sono più arrivate notizie su possibili sedi alternative.

Con il passare delle settimane, con la nuova impennata dei contagi e l’accresciuta consapevolezza della necessità di effettuare la terza dose, la situazione è diventata via via sempre più insostenibile, con file interminabili davanti alla Casa della Gioventù, spesso anche per ore, al freddo e sotto la pioggia. Va detto, per la verità, che anche in altre città delle Marche la situazione nei centri vaccinali si è dimostrata insostenibile. Così, dopo l’inutile e controproducente decisione della Regione di consentire la vaccinazione solo a chi si era prenotato, l’assessore regionale Saltamartini aveva anticipato l’intenzione di trovare nuove soluzioni per le sedi non adeguate, tanto per cambiare dimenticando completamente la provincia di Ascoli, annunciando interventi per Fabriano, Senigallia, Ancona, Jesi e Civitanova.

Pochi giorni fa, poi, la sconcertante decisione della giunta regionale di stanziare un milione di euro per adeguare, migliorare e potenziare alcuni punti vaccinali (Senigallia, Jesi, Fabriano, Civitanova Marche, Ancona e San Benedetto del Tronto), con l’esclusione, però, di quello che più di ogni altro ne aveva bisogno: il punto vaccinale di Ascoli. E’ giusto ricordare che nella giunta regionale che deciso questa inaccettabile penalizzazione per il capoluogo piceno sono presenti due assessori ascolani, Castelli (Fratelli d’Italia) e Latini (Lega). Che di fatto hanno avallato questa sconcertante decisione, accettata senza batter ciglio dal sindaco Fioravanti, per il quale evidentemente contano di più gli interessi di partito (il governatore marchigiano Acquaroli è del suo stesso partito, Fratelli d’Italia) che la tutela dei diritti dei suo concittadini.

Alla fine, dopo gli ultimi “folli” giorni, con file interminabili e una situazione sempre più insostenibile, la scelta di tornare alla palestra di Monticelli, con tutte le conseguenze citate. Una vergogna, l’ennesima di questa disastrosa gestione della pandemia da parte della giunta regionale, nell’imbarazzato e imbarazzante silenzio di chi, in campagna elettorale, aveva promesso di difendere gli interessi del territorio e dei suoi cittadini.

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