Fondi per potenziare i centri vaccinali, ennesimo “schiaffo” della Regione ad Ascoli
La Regione stanzia un milione di euro per adeguare e migliorare i punti vaccinali ma esclude dall’intervento proprio quello del capoluogo piceno che, pure, è tra quelli dove si registrano i maggiori problemi e i più inaccettabili disagi per i cittadini
Che il Piceno sia la “Cenerentola” delle Marche per quanto riguarda la sanità è ormai cosa ampiamente nota. E ai pochi illusi che ancora non si sono rassegnati e che continuano, contro ogni evidenza, a credere alle favolette raccontate in campagna elettorale, ci pensano i nostri governanti regionali che praticamente non passa giornata senza che glielo ricordino. Ma che addirittura il capoluogo di provincia, Ascoli, venga ulteriormente penalizzato rispetto al resto del territorio piceno è probabilmente troppo anche per una città abituata da sempre a subire in silenzio.
Perché questa volta si è davvero oltrepassato ogni limite e ciò che è ancora più grave è che, di fronte a questa inaccettabile ulteriore penalizzazione inflitta al capoluogo di provincia, il sindaco Fioravanti tace, non ha ritenuto opportuno e necessario far sentire con forza la propria voce di protesta, di fatto avallando con il suo silenzio il vergognoso comportamento della Regione e, al tempo stesso, lanciando un preciso messaggio al presidente Acquaroli e al resto della giunta: “potete infierire come volete su Ascoli, tanto resto fedele e ligio agli interessi di partito, non certo a quelli dei cittadini ascolani”.
Al di là di ogni altra considerazione, è davvero difficile capire le ragioni di un simile comportamento da parte della Regione. Che, in effetti, per quanto riguarda la gestione della pandemia, dopo aver commesso nei mesi passati “strafalcioni” di ogni tipo, ora è andata completamente nel pallone. E le cervellotiche decisioni degli ultimi giorni in merito alla campagna di vaccinazione ne sono la più emblematica e sconfortante dimostrazione. A partire da quella comunicata dall’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, che ha reso che a partire da mercoledì 29 dicembre “la somministrazione della seconda e della terza dose di vaccino nei punti vaccinali regionali verrà effettuata solo a coloro che sono prenotati”.
Per finire, poi, con la vergognosa decisione assunta dalla giunta regionale di stanziare un milione di euro per adeguare, migliorare e potenziare alcuni punti vaccinali, con l’esclusione, però, proprio di quello di Ascoli che, in realtà, più di qualsiasi altro punto vaccinale regionale ne aveva bisogno.
“Il 22 novembre scorso – si legge nel comunicato stampa della Regione – è iniziata la somministrazione della dose “booster” del vaccino anti covid, successivamente estesa alle altre fasce d’età. L’urgenza di somministrarla nei tempi più rapidi possibili alla popolazione ha comportato la piena ripresa delle attività dei Punti Vaccinali di Popolazione. Nella riunione della Cabina di Regia tecnica per il governo del piano vaccinale – Regione Marche è stata quindi evidenziata l’esigenza di adeguare e migliorare le strutture delle sedi per le città di Senigallia, Jesi, Fabriano, Civitanova Marche, Ancona e San Benedetto del Tronto”.
In realtà già nelle settimane scorse, quando le cronache di tutti i giornali raccontavano delle inaccettabili file al freddo e sotto la pioggia davanti ai punti vaccinali di Ascoli e San Benedetto, l’assessore Saltamartini, parlando dei centri vaccinali non adeguati e dei conseguenti gravi disagi per i cittadini, aveva citato quelli di Senigallia, Fabriano, Jesi, Ancona (il Paolinelli) e Civitanova Marche, dimenticando completamente i due del Piceno dove la situazione di giorno in giorno stava diventando sempre più inaccettabile. E, pur se è difficile fare una graduatoria dell’inadeguatezza, è del tutto evidente che tra quello di Ascoli e San Benedetto la situazione peggiore fosse proprio quella del capoluogo piceno.
Dove, per altro, lo stesso sindaco Fioravanti da subito si era reso conto di quanto fosse inadeguato il punto vaccinale scelto (la Casa della Gioventù) dopo che, per ovvie e comprensibili ragioni, si è deciso di non utilizzare più la palestra di Monticelli. In realtà il primo cittadino ascolano aveva anche assicurato che avrebbe trovato presto una soluzione alternativa (che di certo, volendo, non mancherebbe), ma poi non ha fatto sapere più nulla (e non si capisce se ne sia dimenticato o se, più semplicemente, se ne sia completamente disinteressato). Poi, con imbarazzante ritardo, la delibera del 28 dicembre con lo stanziamento di un milione di euro per quei punti vaccinali e l’incomprensibile e inaccettabile esclusione di quello del capoluogo piceno,
Nel vergognoso silenzio dei due assessori regionali “ascolani” della giunta (Guido Castelli e Giorgia Latini), del consigliere regionale “ascolano” Andrea Maria Antonini, che pure aveva incentrato tutta la sua campagna elettorale sulla sanità nel Piceno (ma già nei mesi scorsi si era ampiamente capito che era solo un bluff, con la ridicola teoria dell’unico presidio di primo livello su due plessi…), e soprattutto del sindaco Fioravanti, troppo preoccupato di difendere gli interessi di partito (il governatore regionale Acquaroli e l’assessore Castelli sono del suo stesso partito, Fratelli d’Italia) per preoccuparsi dei sacrosanti diritti dei cittadini ascolani. A protestare e a chiedere rispetto e attenzione per il capoluogo piceno è il Pd di Ascoli che, in una nota, chiede l’intervento degli assessori regionali “ascolani” e la modifica della delibera regionale in questione.
“Dopo le nostre proteste – si legge nella nota – la Regione Marche con una delibera ha scelto giustamente di intervenire con dei finanziamenti per il punto vaccinale di San Benedetto, dimenticando però quello di Ascoli Piceno. Un fatto gravissimo, che testimonia la poca conoscenza delle problematiche che i tanti cittadini affrontano e dell’inadeguatezza della struttura, tanto che anche il sindaco Fioravanti aveva intenzione di individuare una sede alternativa alla Casa della Gioventù. Per quale motivo si è scelto di intervenire solo su San Benedetto e non su Ascoli Piceno? Se c’è volontà di isolare politicamente Ascoli Piceno, noi siamo pronti a fare squadra con chi vuole difendere gli interessi della città capoluogo di Provincia. Chiediamo pertanto agli assessori Castelli e Latini di intervenire immediatamente per modificare la delibera di giunta adottata nella giornata di martedì”.
La grave ed inaccettabile penalizzazione subita dal capoluogo piceno ha fatto passare in secondo piano, almeno nell’Ascolano, l’ennesimo “colpo di genio” dell’assessore regionale alla sanità Saltamartini che, sempre nella giornata di martedì, per mettere fine alle code e ai problemi che si stanno verificando nei centri vaccinali delle Marche ha deciso che, a partire dal 29 dicembre, potrà effettuare la terza dose (e anche la seconda) solo coloro che si sono prenotati. Nella situazione che stiamo vivendo nel paese e nella nostra regione, con il boom di contagi, l’avvicinarsi (per le Marche) della zona arancione e, di conseguenza, la necessità di accelerare il più possibile con le terze dosi, quel gran “genio” di Saltamartini adotta un provvedimento che, inevitabilmente, va esattamente nel senso contrario, che invece di far accelerare contribuisce a rallentare la somministrazione delle terze dosi.
Per altro le Marche sono al momento tra le regioni peggiori, con appena il 38,7% dei vaccinati a ciclo completo che ha effettuato la terza dose. E considerando che, prima ancora della “cervellotica” decisione dell’assessore, già si viaggiava con una media giornaliera di vaccinazioni piuttosto bassa (complessivamente, tra prima, seconda e terza dose, circa 18 mila al giorno), con questo inevitabile ulteriore rallentamento ci vorrà molto più tempo prima di raggiungere percentuali adeguate di marchigiani vaccinati con tre dosi.
“Il giustificato desiderio dei marchigiani di vaccinarsi – ha dichiarato l’assessore Saltamartini – vista la difficile situazione pandemica, sta rendendo però difficile a tutti l’accesso ai punti vaccinali. Aumenteremo i posti a disposizione per le prenotazioni dalle prossime ore per garantire a tutti l’accesso entro i termini”.
“Invece di aumentare il personale dedicato – accusa il Pd ascolano – si mettono restrizioni per chi deve ricevere la terza dosi, con il rischio che ci saranno persone che non faranno in tempo ad avere un green pass valido. Se da un lato è giusto inserire dei criteri affinché non ci sia afflusso indiscriminato ai punti vaccinali di popolazione, è inaccettabile che non venga messo ulteriore personale, anche attraverso l’ausilio di bandi straordinari per l’assunzione di figure professionali idonee. A due anni di distanza dalla pandemia il nuovo governo regionale non è ancora stato in grado di rispondere in maniera adeguata ad una esigenza che verosimilmente durerà ancora diversi mesi e sta gettando la sanità”. Davvero superfluo aggiungere altro…