Il manifesto “al contrario” posizionato davanti allo Squarcia è l’ennesimo strafalcione del Comune ma anche l’emblema di un accordo definito enfaticamente dal sindaco “storico” per la città ma che in realtà è vantaggioso solo per il concessionario della sosta
“Che cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità di esecuzione”. Così Rambaldo Melandri (interpretato da Gastone Moschin) commentava uno scherzo effettuato dal suo amico Guido Necchi (interpretato da Renzo Montagnani) nel film “Amici miei – Atto II”. E dopo l’ennesimo imbarazzante strafalcione, nel giro di poche settimane, che vede protagonista (diretto o indiretto) il Comune di Ascoli è inevitabile pensare che non siamo di fronte a semplici errori ma, più probabilmente, ad una precisa strategia di comunicazione che, appunto, si ispira alla goliardia tipica della straordinaria saga cinematografica ideata e diretta (nei primi due atti, il terzo atto è firmato Nanni Loy) da Mario Monicelli. Perché in caso contrario è davvero difficile credere che si possano collezionare tante imbarazzanti brutte figure in così breve tempo.
Si è iniziato, il mese scorso, con l’esilarante striscione in bella mostra davanti al palazzo comunale con le informazioni turistiche tradotte in inglese con una serie di strafalcioni da matita rossa (“Un alunno che sbaglia a mettere l’aggettivo dopo lo boccio senza esitazioni, è la prima cosa che si deve imparare in inglese” il commento di un’insegnante di inglese). Pochi giorni dopo ecco spuntare il cartellone che annunciava l’ Halloween Beer Festival in programma nell’improbabile Piazza Vendidio Basso (che poi in realtà non si è svolto, chissà forse perché nessuno è riuscito a trovare ad Ascoli quella piazza…).
La settimana scorsa, poi, l’imbarazzante vicenda della guida della città di Ascoli con in copertina una foto di Ripatransone, resa ancora più sconfortante dall’improbabile spiegazione fornita dal sindaco Fioravanti (la classica toppa che è peggio del buco…), secondo il quale l’agenzia avrebbe mandato in stampa quel prodotto all’insaputa del Comune (e chiunque conosce come si stampa quel genere di materiale sa quanto sia improbabile che possa avvenire una cosa del genere…). Ma, prima ancora che si spegnessero completamente gli echi di quest’ultima prodezza, immancabile è arrivato l’ennesimo “colpo di genio” dell’amministrazione comunale.
Martedì 23 novembre, davanti allo Squarcia, ecco spuntare il manifesto che promuove la (molto presunta) rivoluzione della sosta in città montato al contrario, con la parte destra al posto della sinistra. Come se non bastasse, per rendere lo strafalcione ancora più esilarante, al punto 3 (che, sulla base della squinternata disposizione del manifesto, sarebbe l’ultimo anche se poi ce ne sono altri 4…), la proposta di abbonamento speciale per chi lavora nel centro storico alla tariffa di “35 euro al mese h24 o 30 euro al mese dalle 6:00 alle 22:001”! In attesa di sapere come questa volta il sindaco e il Comune cercheranno di giustificare questa ennesima buffonata (probabilmente scaricando la responsabilità sugli “attacchini”) e ricordando comunque che in tutte le circostanze citate l’amministrazione comunale è sempre intervenuta dopo le segnalazioni sui social (quindi non si è mai autonomamente accorta del pasticcio), con un pizzico di ironia si può sostenere che in fondo quel manifesto montato al contrario è l’esatto emblema di quel rivoluzionario accordo sulla sosta, enfaticamente definito dal sindaco “storico” per la città ma che nella realtà è vantaggioso solo per la Saba, l’unica ad aver fatto un vero e proprio affare.
“Siamo tornati padroni della città” ha annunciato, nella conferenza stampa di presentazione dell’accordo, il sindaco Fioravanti, ormai consumato ed insuperabile “venditore di fumo”. Nella realtà non siamo padroni di un bel niente, tanto meno della gestione della sosta, visto che l’accordo in effetti prevede la possibilità per il Comune di riscattare i parcheggi nel 2024 ma versando alla Saba una cifra talmente elevata per le casse comunali (poco più di 6 milioni e mezzo di euro) da renderlo assai improbabile. Naturalmente nel manifesto “al contrario” del Comune (anzi, come è scritto a caratteri cubitali nel manifesto stesso, di “Marco Fioravanti sindaco di Ascoli”) del costo del riscatto e di tutti gli altri aspetti controversi, che rendono l’accordo decisamente sbilanciato a favore della Saba, non c’è alcuna traccia.
Però, nonostante quelle omissioni, anche in quel modo è davvero difficile scorgere in quei 7 punti elencati sul manifesto un particolare vantaggio per i cittadini ascolani. C’è la diminuzione del costo dei parcheggi in centro da 1,75 a 1 euro nelle prime due ore e, in concreto, nient’altro. Perché il permesso speciale per residenti (punto 2) ha comunque un costo praticamente doppio (che ovviamente non viene citato nel manifesto) rispetto a quello dei permessi normali, mentre ci vuole coraggio a definire vantaggiosa per i lavoratori del centro storico un abbonamento speciale (punto 3) che li costringerebbe a pagare 360 o addirittura 420 euro all’anno. Difficile, invece, capire che genere di vantaggio possa essere per i residenti, che già pagano per un permesso che dovrebbe garantirgli il parcheggio, avere la possibilità di effettuare un abbonamento per la sosta a Torricella (punto 4) a 5 euro al mese.
Per quanto riguarda gli ultimi 3 punti, il numero 5 è evidentemente incompleto, così come il numero 6, mentre l’ultimo (sosta più attrattiva per turisti e commercianti) è uno slogan privo di contenuto, che non trova alcun riscontro reale né in quel manifesto “al contrario” né nella bozza di accordo tra Comune e Saba. Al di là di ogni altra considerazione, al di là dell’imbarazzante figuraccia, quel manifesto al contrario è l’ennesima colossale presa in giro nei confronti dei cittadini ascolani. Perché non vengono citati quelli che poi sono i passaggi fondamentali di quell’accordo.
A partire innanzitutto dagli oltre 800 nuovi posti a zona mista (a pagamento e per residenti) come vantaggioso (per il gestore della sosta) contraltare per la riduzione della tariffa, nei parcheggi del centro, nelle prime due ore di sosta. Ed ovviamente il sindaco in quel manifesto si è guardato bene dal ricordare che ben 720 di quei nuovi posti chissà perché sono stati tutti individuati a Campo Parignano. L’alternativa percorribile era quella di dividerli tra Campo Parignano e Borgo Solestà che, però, per chissà quale motivo (il mistero di Pulcinella…) è praticamente intoccabile. Come anticipato l’altra fondamentale omissione è quella relativa al costo che dovrebbe sostenere il Comune nell’ipotesi decidesse di ricomprare i parcheggi.
Un particolare non di poco conto per l’evidente ragione che l’ipotesi di esercitare (a partire dal 2024) tale possibilità è più o meno realistica solo in relazione al costo previsto. Che è decisamente elevato, più di 6 milioni e mezzo di euro (6.583.000 euro per l’esattezza), con l’importo che di anno in anno diminuisce (ma non di molto) fino quasi ad azzerarsi nel 2036 (anno di scadenza della convenzione). “Per semplicità e chiarezza – si legge nell’art. 9 punto 2 della proposta di accordo – si identifica nel prezzo di euro 6.583.000 il valore del riscatto se esercitato al 31.12.2024, euro 6.142.000 se esercitato al 31.12.2025, euro 5.867.000 se esercitato al 31.12.2026 e così di conseguenza come meglio indicato nell’apposita tabella del PEF di Aggiornamento allegata”.
E basta dare uno sguardo a quella tabella (in cui sono riportati tutti i dati attuali, compresi ricavi e costi, e quelli che si prevede di realizzare con l’entrata in vigore del nuovo accordo) per comprendere meglio tutti i vantaggi economici che otterrà il concessionario della sosta. Che, sempre secondo quella tabella, una volta che quell’accordo entrerà completamente a regime, grazie ai nuovi 720 posti di Campo Parignano, agli atri 116 e alle nuove tipologie di abbonamenti dovrebbe ottenere ricavi maggiori, rispetto a quelli attuali, di oltre 300 mila euro all’anno. E che se arrivasse alla conclusione naturale della convenzione 2036, in questo arco di tempo otterrebbe ricavi per circa 15 milioni di euro.
E se ancora c’è qualcuno che ha dubbi su chi guadagna di più dall’accordo e chi realmente comanda sulla sosta cittadina, è sufficiente che legga l’ultima parte del citato art. 9 punto 2: “il riscatto si intenderà validamente esercitato dal Comune di Ascoli Piceno solamente con l’integrale pagamento del prezzo di riscatto alla Concessionaria”. Nessuna possibilità di rateizzare l’importo, per ricomprare i parcheggi il Comune dovrà pagare tutto e subito. Altro che rivoluzione, piuttosto la sconfortante conferma che, per quanto riguarda la sosta, il Comune resta a “sovranità limitata”…