Una farsa l’assemblea pubblica sui rifiuti, atti ufficiali e documenti “inchiodano” il sindaco
“Le responsabilità non sono mie, abbiamo contrastato la vasca 0” ha affermato Fioravanti che ha poi respinto sia le proposte dei comitati che la richiesta di chiedere l’annullamento dell’assemblea Ata del 12 ottobre scorso. Ma gli atti e una lettera del 9 agosto raccontano un’altra storia…
Un’invereconda farsa. E’ impossibile definire in altro modo l’imbarazzante teatrino messo in scena dal sindaco Fioravanti, affiancato (come se fosse sotto tutela…) dagli assessori Silvestri e Stallone, martedì 26 ottobre nella Sala della ragione di Palazzo dei Capitani in quella che era stata presentata come un’assemblea pubblica sul tema dei rifiuti. L’aveva promessa il primo cittadino ascolano nella video “figuraccia” che doveva servire per fare chiarezza e che invece si è rivelato il più clamoroso e imbarazzante autogol (basterebbe scorrere i commenti e le reazioni a quel video). Era, poi, stata annunciata un paio di giorni prima sui social, con la solita roboante enfasi.
“Diciamo no a mega impianti, no a interessi privati, no ai rifiuti pericolosi, no al passaggio di camion, no all’aumento della tari, si alla bonifica dell’ex Ipgi, si alla gestione pubblica dei rifiuti” scriveva Fioravanti nel presentare l’assemblea. Proclami completamente inattendibili e inaffidabili perché per dare seguito concretamente a quegli slogan il primo cittadino ascolano nell’assemblea pubblica avrebbe dovuto annunciare una clamorosa retromarcia del Comune di Ascoli. Perché, chiunque ha letto le 207 pagine che lo compongono, è a conoscenza che il piano d’ambito votato dal Comune prevede praticamente gran parte delle cose a cui Fioravanti sostiene di voler dire di no.
Naturalmente, come era sin troppo facile prevedere, nulla di tutto questo è accaduto, con il primo cittadino che in pratica ha riproposto le stesse sconcertanti tesi proposte nella video “figuraccia”, mostrandosi poi in palese difficoltà e visibilmente indispettito e innervosito di fronte alle repliche dei cittadini, dei rappresentanti dei vari comitati e anche di qualche funzionario di altre amministrazioni che hanno risposto con la forza dei fatti.
Mentre davanti palazzo dei Capitani si svolgeva la protesta pacifica di comitati e cittadini (ed è oltre modo significativo il fatto che Fioravanti, quando è passato per entrare a Palazzo dei Capitani, non gli ha degnato neppure la minima attenzione…), il primo cittadino già per come ha esordito ha fatto capire che, come si suol dire, “o ci è o ci fa”. In altre parole, sin dalle prime parole pronunciate è emerso con chiarezza che il primo cittadino ascolano o non conosce affatto la materia in questione e gli atti che sono stati prodotti e approvati oppure, se li conosce, cerca in ogni modo di strumentalizzarli e di distorcerne il contenuto. E francamente è impossibile stabilire se è peggiore la prima o la seconda ipotesi…
“Chi ha scritto che il Comune ha autorizzato la discarica a Geta ha scritto una bugia” ha esordito Fioravanti. Al quale, però, sarebbe bastato leggere quello che è stato realmente scritto in questi giorni dopo l’assemblea Ata per evitare l’ennesimo autogol. Perché nessuno si è sognato di scrivere che il Comune di Ascoli ha autorizzato una qualche discarica.
“Il sindaco Fioravanti negli anni passati aveva addirittura partecipato ai blocchi stradali contro l’utilizzo della discarica Geta e ora, invece, ha votato a favore di un piano che prevede l’utilizzo della vasca 0 (in corso di autorizzazione) da oltre 900 mila metri cubi in quella stessa discarica” si legge nell’articolo “Piano rifiuti e vasca 0, imbarazzante video “figuraccia” del sindaco Fioravanti”. Che poi, per non lasciare dubbi, più avanti specifica ulteriormente che “è sicuramente vero che in quell’assemblea si è votato il piano d’ambito ma proprio quel piano prevede, per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, che venga utilizzata la vasca 0 a Geta in corso di autorizzazione. Ed è lapalissiano che, chi ha votato a favore del piano d’ambito (e il Comune di Ascoli, come si può vedere nella foto, ha votato a favore) di fatto ha approvato e votato per l’utilizzo della vasca 0”.
La situazione è chiarissima ed è penoso e patetico al tempo stesso che Fioravanti abbia costruito (dal nulla) questo presunto equivoco (che in realtà non esiste) per cercare di sviare il discorso, per non ammettere le responsabilità (gravissime) del Comune. E tutto il suo intervento, il cui unico obiettivo è stato quello di scaricare le responsabilità su altri e di creare confusione, in pratica si è fondato su questo inesistente equivoco.
“Le responsabilità non sono mie, non sono del Comune di Ascoli – ha dichiarato il sindaco – Geta è un privato che ha presentato 2 anni fa alla Provincia un progetto per la vasca 0 e l’unico ente che può autorizzare una discarica è la Provincia. Se ci sono i requisiti tecnici la Provincia, bypassando anche il piano d’ambito, può approvare la vasca 0”. Poi, dopo aver riproposto la giustificazione del rischio di procedura di infrazione, ha aggiunto: “noi abbiamo contrastato la vasca 0, abbiamo presentato vasca 7 di Relluce . Gli unici comuni che hanno votato il nostro progetto sono stati Montalto, Cossignano e Rotella, gli altri hanno proseguito con vasca 0. Abbiamo detto e ribadito che la via maestra è ridurre la quantità dei rifiuti. Abbiamo una visione ambientale del territorio ma sappiamo anche che dobbiamo individuare una zona dove collocare la discarica. Se non avessimo votato il piano d’ambito oltre che l’infrazione e la mancanza di fondi avremmo dovuto portare i rifiuti fuori”.
In realtà, come già sottolineato, non ci sono dubbi e nessuno contesta il fatto che sia la Provincia a poter autorizzare una discarica (e quindi la vasca 0). Ma il punto in discussione non è chi autorizza la vasca 0 ma chi la sceglie come discarica di riferimento per il territorio provinciale, cioè il piano d’ambito. Votato anche dal Comune di Ascoli che, di fatto, ha quindi scelto quella nuova mega vasca da oltre 900 mila tonnellate (in corso di autorizzazione) come discarica di riferimento.
Ma c’è di più, la ricostruzione fatta dal sindaco Fioravanti manca di un pezzo fondamentale e assolutamente determinante. Prima della prima assemblea Ata che si è svolta ad agosto, quindi due mesi prima di arrivare alla votazione sul piano d’ambito, sono stati proprio il Comune di Ascoli e di San Benedetto, in particolare i due sindaci (Fioravanti e Piunti), ad accordarsi per proporre la vasca 0 come discarica d’ambito. C’è la lettera inviata al presidente dell’Ato 5 il 9 agosto scorso, firmata proprio dai due sindaci, che non lascia spazio a dubbi e smonta inequivocabilmente la ricostruzione “fiabesca” del primo cittadino ascolano.
“Fermo restando che il Comune di Ascoli ha sempre ritenuto il polo di Relluce strategico per tutto il ciclo integrato dei rifiuti (…) ritiene con il Comune di San Benedetto di mettere a votazione nella prossima seduta dell’Ata solo la proposta quale discarica d’ambito del PdA dell’impianto di discarica in corso di autorizzazione cosiddetta vasca 0” si legge nella lettera firmata dai due sindaci Fioravanti e Piunti. I documenti e gli atti, quindi, parlano chiaro, il resto sono chiacchiere inutili.
Piuttosto il sindaco, se voleva dare un senso compiuto all’assemblea, avrebbe dovuto spiegare per quale ragione un territorio che produce annualmente circa 30 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati abbia bisogno di una mega discarica da oltre 900 mila tonnellate e di un impianto di trattamento meccanico biologico (Tmb) che ne può trattare quasi il triplo (80 mila tonnellate), spiegando anche ai cittadini a chi conviene concretamente un piano che prevede strutture cosi sovradimensionate.
Oppure, molto più semplicemente, avrebbe potuto accogliere le richieste presentate da tutte le associazioni e i comitati del territorio che chiedevano l’annullamento/revoca della delibera Ata del 12 ottobre (con l’azzeramento dei procedimenti autorizzatori collegati), l’individuazione di una ipotesi transitoria, la convocazione di un Consiglio comunale aperto e un’attività di programmazione condivisa con scadenze chiare. Invece il primo cittadino ascolano ha respinto quelle richieste, bofonchiando improbabili giustificazioni, non riuscendo a nascondere un evidente imbarazzo.
Che è cresciuto ulteriormente quando l’avvocato del Comune di Castignano, Natale Vallone, ha spiegato a Fioravanti che, in qualità di sindaco di Ascoli “può intervenire e chiedere di annullare l’assemblea Ata del 12 ottobre (e, ovviamente, di conseguenza le decisioni adottate) perché Ascoli è un Comune attivo e può chiedere al vicario di annullare la seduta perché il presidente era un soggetto non legittimato per legge. Infatti il presidente è decaduto dal 4 ottobre e gli atti successivi sono nulli perché fatti da una persona che non era più nell’esercizio delle funzioni. Così si può evitare un esborso costoso ai cittadini. Comunque ho già informato il ministero dell’interno riguardo questa questione”.
La sensazione è che il sindaco di Ascoli non ha la statura e il coraggio necessario per fare un passo indietro. Quindi il futuro del territorio, la possibilità di evitare di diventare l’immondezzaio della regione e del centro Italia, sembra passare esclusivamente da un intervento esterno