Storie di ordinaria burocrazia: il “pasticcio” della pluriclasse nella scuola di Arquata


Dopo le proteste del sindaco e delle associazioni e l’intervento dell’Anci Marche, il ministro dell’istruzione aveva stanziato fondi per evitare le pluriclassi nel territorio del cratere. Ma l’Ufficio scolastico regionale, appellandosi alla burocrazia, va avanti per la sua strada…

Tra le tante paradossali e sconcertanti storie che ci ha regalato il post terremoto nei territori del cratere, quella della pluriclasse ad Arquata del Tronto rischia a tutti gli effetti di superare ogni limite dell’assurdo. Per capire quanto surreale sia quello che sta accadendo, basterebbe solo evidenziare che, sintetizzando, in pratica un “grigio” burocrate, un semplice funzionario regionale si sta arrogando il diritto di infischiarsene e non rispettare una decisione presa dal ministero e dal ministro dell’istruzione, con tanto di conseguente stanziamento economico già approvato, rischiando così di penalizzare ulteriormente e pesantemente un territorio che è stato duramente colpito e purtroppo anche penalizzato.

Il tutto con la Regione Marche che sembra incapace di evitare questa autentica vergogna, dopo che una decina di giorni fa, per bocca dell’assessore Guido Castelli, aveva assicurato che il problema era stato risolto. Gli ultimi sconcertanti sviluppi, però, purtroppo dimostrano esattamente il contrario. Tutto è iniziato nell’aprile scorso quando, con quella che già allora il sindaco facenti funzioni Michele Franchi aveva definito “un’interpretazione sbagliata e arbitraria delle norme”, l’Ufficio scolastico regionale aveva imposto la pluriclasse al plesso scolastico di Arquata del Tronto. Lo stesso Franchi si era subito mobilitato con una lettera indirizzata al dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti nella quale evidenziava innanzitutto il mancato coinvolgimento delle istituzioni locali e, soprattutto, l’incoerenza del provvedimento con le esigenze del territorio.

Il plesso di Arquata, in proporzione, ha il maggior numero di sfollati in quanto è frequentato non solo dai bimbi del posto, figli di chi coraggiosamente è rimasto qui accettando di vivere nelle Sae, ma anche da quelli di Accumoli. La nostra scuola, costruita da privati e in particolare dalla onlus Specchio dei Tempi in tempi record e seguendo i migliori standard, dovrebbe diventare il fiore all’occhiello di un efficiente sistema educativo in zona montana, ma tramite applicazioni non ponderate dei criteri normativi da parte dell’Ufficio scolastico regionale rischia di trasformarsi nel motivo della mancata assegnazione di risorse umane e della conseguente diminuzione dell’offerta dei servizi scolastici. Quando qualcuno, magari tra qualche anno, parlerà di ennesima cattedrale nel deserto si sappia sin da ora che la responsabilità non dovrà ricadere su questa amministrazione” scriveva allora Franchi chiedendo l’immediato annullamento della decisione dell’Ufficio scolastico regionale.

Da quel momento era iniziata una lunga lotta, erano scese in campo in difesa della scuola di Arquata tutte le associazioni del territorio, della vicenda si era interessata anche l’Anci Marche (l’associazione dei Comuni) e il suo presidente Valeria Mancinelli (sindaco di Ancona), solamente la Regione Marche era rimasta piuttosto tiepida. L’associazione Arquata Futura aveva anche scritto al ministro Bianchi sottolineando come “infliggere le pluriclassi, e quindi un fatale scadimento della qualità dell’istruzione, in una situazione già fortemente penalizzata si sarebbe tradotto nell’implicito invito a iscrivere altrove i bambini in età scolare, portando ad un nuovo impoverimento e nuovo spopolamento”.

Poi finalmente il 25 agosto gli sforzi e la perseveranza del Comune di Arquata, dell’Anci e delle associazioni sembravano essere stati premiati, con l’annuncio da parte della stessa Mancinelli dell’intervento del ministro per l’istruzione Bianchi che aveva deciso di stanziare per il cratere del sisma risorse sufficienti (circa 400 milioni di euro) a coprire lo stesso numero di classi dello scorso anno.

Quindi pluriclasse scongiurata, almeno così sembrava. Con l’assessore regionale Castelli che, come al solito, aveva cercato di accreditarsi almeno una parte del merito, parlando del risultato ottenuto come “frutto di un lavoro di squadra” nel quale, però, la presenza e l’incidenza della Regione in realtà non si erano certo viste. Poi, però, nei giorni scorsi  è arrivata la brutta sorpresa, ancora una volta frutto dell’interpretazione arbitraria e inaccettabile da parte dell’Ufficio scolastico regionale e del suo responsabile. Che, nonostante l’intervento del ministro e l’annuncio di un apposito stanziamento, continua a perseguire la volontà di formare una pluriclasse per le classi di prima e seconda media appellandosi… alla burocrazia!

Accade che il funzionario responsabile dell’Ufficio scolastico regionale delle Marche proprio in questi giorni di avvio delle attività stia agendo come se non fosse accaduto nulla. Presidi e direttori delle scuole interessate sono stati infatti invitati ad organizzare orari e attività scolastica proprio a partire da quell’accorpamento delle classi che sembrava essere stato evitato” accusa l’associazione Arquata Futura che chiede un chiarimento urgente e l’intervento del ministro, ribadendo come “la qualità dell’offerta scolastica è fattore decisivo nella decisione delle famiglie di tornare o andare via dalla zona più colpita dal terremoto”.

Sulla vicenda il gruppo regionale del Pd ha presentato una mozione in Consiglio regionale, con la consigliera regionale ascolana Anna Casini che sottolinea come “con questo atteggiamento dell’ufficio scolastico regionale nei confronti delle scuole del cratere sismico rischiamo di avere scuole nuove si, ma vuote. Se da parte del governo e del ministero c’è stata massima disponibilità, sia con finanziamenti che con interpretazioni che consentono una deroga alle decisioni, è inconcepibile che da Ancona usino cavilli burocratici per non risolvere problemi a tantissime famiglie del cratere sismico”.

La Casini, poi, chiama in causa anche l’amministrazione regionale.  “La Regione Marche – afferma – si è mossa poco e male, senza un’azione concreta nei confronti dell’USR Marche. Per questo come gruppo consiliare abbiamo presentato una mozione affinché si solleciti urgentemente l’USR Marche per rispettare la possibilità di articolare gruppi classe anche con numeri inferiori ai limiti normativi soprattutto nei luoghi con situazioni territoriali particolari, quali le aree del cratere sisma 2016 con particolare attenzione per i comuni sotto i 5000 abitanti. Le tante associazioni che si stanno mobilitando ci ricordano quanto sia importante lasciare vivi i nostri borghi delle aree interne. Se vogliamo aiutare i terremotati dobbiamo farlo con i fatti concreti e non a parole”.

Nelle prossime ore avremo un incontro con il responsabile dell’Ufficio scolastico regionale Filisetti come ci aveva garantito la presidente dell’Anci Marche Valeria Mancinelli – aggiunge il sindaco Franchi – durante l’incontro faremo le nostre rimostranze per trovare una soluzione. I soldi sono stati stanziati, non si concepisce come un funzionario si appelli alla burocrazia come motivazione. Non ho voluto alzare nessun polverone finora perché attendo questo incontro fiducioso. Come amministrazione probabilmente se questa situazione non si risolve come preventivato siamo pronti, con gli altri sindaci che si trovano come noi ad affrontare questa problematica, a manifestare sotto il Provveditorato ad Ancona. Se il ministero stanzia i fondi necessari a coprire almeno quest’anno scolastico, l’Ufficio scolastico regionale fa in modo di non riceverli appellandosi alle regole burocratiche?”.

Naturalmente la speranza è che alla fine si giunga alla soluzione migliore (cioè niente pluriclasse) per Arquata. Certo, però, che poi sarebbe quanto meno doveroso aprire una seria riflessione sullo sconcertante comportamento dell’Ufficio scolastico regionale e del suo responsabile, già in passato al centro dell’attenzione per le sue deliranti “farneticazioni” nella lettera inviata agli studenti in occasione della Liberazione.

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