Il “miracolo” della moltiplicazione degli eventi culturali


Rispondendo ad un’interrogazione di Ameli Fioravanti afferma che negli ultimi 3 anni il Comune ha organizzato 2 mila eventi culturali. Ma nella sezione “calendario eventi” del sito comunale (dove per il sindaco ci sono tutti quelli degli ultimi 8 anni) ne risultano meno della metà…

La sempre più straordinaria estate ascolana si arricchisce di un nuovo fantasmagorico primato: il record di eventi culturali organizzati dal Comune negli ultimi 3 anni. Che si aggiunge a quello degli obiettivi raggiunti dai fenomenali dirigenti comunali ascolani, un incredibile 98% che nessun ente in Italia e nel mondo può anche solo pensare di avvicinare. Ma anche al primato personale del sindaco Fioravanti, addirittura al terzo posto nell’annuale classifica de “Il Sole 24 Ore” sul gradimento dei primi cittadini dei capoluoghi di provincia. Certo poi ci sarebbe la graduatoria, sempre de “Il Sole 24 Ore”, sulla qualità della vita che vede Ascoli fanalino di coda delle Marche sia per quanto riguarda i bambini, che per i giovani ed anche per gli anziani. Che, inevitabilmente, dovrebbe indurre a riflettere su come sia possibile che con un sindaco così apprezzato e una macchina comunale così straordinariamente efficace non si riesca ad avere una qualità della vita un po’ migliore…

Ma in questa estate di rinascita dopo l’incubo convid non ci può essere posto per interrogativi e riflessioni (non che in altri periodi ci sia), bisogna solo festeggiare e celebrare gli straordinari successi dell’amministrazione comunale. Veri o presunti che siano. E quello sugli eventi culturali dovrebbe essere ancora più gradito perché assolutamente inaspettato e non prevedibile. Infatti da sempre Ascoli è considerata la cenerentola della regione anche in questo settore. Invece ora scopriamo che addirittura può vantare un record impossibile da eguagliare.

Perché riuscire ad organizzare “2 mila eventi culturali negli ultimi 3 anni” è un’impresa incredibile e irripetibile. E non poteva che essere il Comune con i più efficienti dirigenti al mondo (almeno secondo l’auto verifica) e con uno dei sindaci più “graditi” d’Italia a realizzarlo. Ad annunciare questo nuovo straordinario record è stato proprio il sindaco. E lo ha fatto nella sede istituzionale più importante, in Consiglio comunale. Nella seduta del 22 luglio scorso, rispondendo ad un’interrogazione del consigliere comunale Ameli sulla programmazione culturale, Fioravanti ha sostenuto che negli ultimi 3 anni il Comune ha realizzato 2 mila eventi culturali.

Un numero già così impressionante (2 eventi al giorno) ma che assume proporzioni inimmaginabili se si pensa a quello che è accaduto in questi 3 anni, con la pandemia che ha determinato mesi di lockdown e di zone rosse e arancioni nei quali, ovviamente, non era certo possibile organizzare alcun evento. In altre parole in concreto la media di eventi culturali che si svolgono nel capoluogo piceno, al netto dei periodi di lockdown, sale a 3-4 al giorno!

Sorvolando per decenza sullo sconcertante atteggiamento avuto dal primo cittadino in quel Consiglio comunale (qualcuno dovrebbe spiegare a Fioravanti che aver centrato il podio nella classifica sul gradimento dei sindaci non lo autorizza ad usare certi toni sgarbati e da improbabile professorino nei confronti di un consigliere comunale che sta svolgendo il suo compito) e su quello ancora più sconfortante del presidente del Consiglio comunale Bono (che ha cercato in tutti i modi di non consentire al consigliere Ameli di replicare alle accuse personali che gli aveva lanciato il sindaco), queste le parole pronunciate da Fioravanti: “rispondo per rispetto, forse non avete centrato il tema perché qui ci chiedete quali eventi culturali sono stati organizzati negli ultimi 3 anni. Forse non avete studiato, il giudizio sulla candidatura (a capitale della cultura) non è sugli eventi fatti ma su cosa vuoi fare.

Il consigliere ha detto che noi non sappiamo quali eventi abbiamo fatto, forse il consigliere va spesso sul sito di Ancona, del Comune di Pesaro, a volte deve entrare anche nel link del Comune di Ascoli perché nella sezione “calendario eventi” è possibile trovare tutto quello che è stato organizzato negli ultimi 8 anni, tutto il calendario degli eventi più piccoli e più grandi. Se devo elencarli ci metto 3 ore, stanno sul sito, li può vedere, non è che posso elencarli, sono 2 mila eventi”.

Mossi da un’inevitabile curiosità abbiamo seguito il “consiglio” che Fioravanti aveva rivolto ad Ameli, siamo entrati nel link del Comune di Ascoli, esattamente nella sezione “calendario eventi”. E la prima inaspettata scoperta che abbiamo fatto è che siamo di fronte al più classico caso del “bue che disse cornuto all’asino”. Perché il primo cittadino ha ironizzato sul fatto che Ameli, a suo dire, non conosceva il link del Comune di Ascoli. In realtà, però, probabilmente non lo conosce neppure lui e, soprattutto, non deve aver mai consultato la sezione “calendario eventi”. Perché se lo avesse fatto avrebbe evitato di sparare una simile panzana, di fare in Consiglio comunale una dichiarazione che è destinata a diventare la più colossale “bufala” di questo 2021.

Infatti, sulla base di quanto è riportato nel “calendario eventi” (dove, secondo lo stesso Fioravanti, “è possibile trovare tutto quello che è stato organizzato negli ultimi 8 anni”), non solo non ci si avvicina neppure ai 2 mila eventi negli ultimi tre anni ma, addirittura, siamo lontani anche dalla metà di quella cifra. In realtà sarebbe sufficiente verificare quanto accaduto in questi 7 mesi del 2021 per comprendere immediatamente quanto improponibile sia quel “2 mila eventi negli ultimi 3 anni”. Dal 1 gennaio al 31 luglio 2021 sono complessivamente 109 gli eventi culturali (o, come vedremo, presunti tali) effettuati e programmati, con una media di uno ogni 2 giorni. Numeri solo leggermente migliori nel 2020 quando, sempre secondo il sito comunale, sono stati 250 gli eventi culturali (o presunti tali).

Un pò meglio è andata nel 2019, con più di 300 eventi, con un numero complessivo di eventi culturali in 3 anni (sempre secondo il sito comunale) che sfiora quota 800. Ovviamente si può discutere se possono essere considerati tanti, sufficienti o insufficienti e altrettanto naturalmente per esprimere un qualsiasi giudizio con un briciolo di criterio è necessario anche verificare di che tipo di eventi culturali stiamo parlando e, ancor più, cosa è considerato tale in quel calendario. Quello che però è certo è che questa volta Fioravanti l’ha sparata davvero grossa. E, prima di ogni altra considerazione, è inevitabile chiedersi che bisogno ha il primo cittadino di distorcere in maniera così imbarazzante la realtà.

Per altro andando ad analizzare più nel dettaglio quell’elenco emerge con altrettanta chiarezza è che quel numero è destinato a scendere notevolmente. Innanzitutto perché ci sono eventi o pseudo eventi culturali che vengono ripetuti più e più volte. Ad esempio il “summer yoga” è ripetuto nell’elenco una quindicina di volte, mentre gli eventi della Quintana (la cerimonia dei ceri, la giostra, ecc.) sono tutti riportati nell’elenco inspiegabilmente due volte. Ma soprattutto perché tra quei quasi 800 eventi ce ne sono numerosi che neppure con uno straordinario sforzo di fantasia possono essere considerati “eventi culturali”.

Di sicuro non è possibile annoverare come tali la convocazione del Consiglio comunale, le elezioni regionali del 20 e 21 settembre, il concorso per la copertura di diversi profili, il test gratuito dell’udito, i lavori sulle strade e nelle aree verdi, le domande e risposte sul nuovo coronavirus, la consegna dei farmaci a domicilio, la raccolta differenziata porta a porta. Sembra impossibile da credere ma davvero quelle citate si trovano nel calendario degli eventi culturali, così come anche la presentazione della nuova toponomastica di Mozzano la proroga per la riscossione delle borse di studio, la settimana della prevenzione e molto altro.

Allora, al di là dell’ovvia considerazione che il numero complessivo di eventi culturali inevitabilmente “precipita”, si ripropone la domanda iniziale: ma il sindaco Fioravanti, prima di parlare così a sproposito in Consiglio comunale, ha mai visto quel link e quell’elenco? Andando oltre la clamorosa “figuraccia” rimediata dal primo cittadino, numeri a parte la realtà del capoluogo piceno è chiara e nota a tutti e fingere di non vederla di certo non aiuta. Ascoli paga le “scellerate” politiche culturali degli ultimi decenni, da quanto l’allora assessore alla cultura Antonini ha fatto “terra bruciata” di tutte le rassegne che qualificano e caratterizzavano l’offerta culturale del capoluogo, sulla base di una visione gretta e miope secondo la quale bisognava puntare solo su ciò che aveva strettissima attinenza con “l’ascolanità”.

Da allora Ascoli è tornato ad essere la cenerentola della Marche anche in questo campo, basta guardare e fare il confronto con gli altri capoluoghi marchigiani per rendersene conto. Naturalmente non si poteva certo pensare che Fioravanti in poco tempo potesse colmare un gap storico. Come se non bastasse la pandemia ha reso tutto più complicato. Però, al di là della candidatura a capitale della cultura che se solo nei prossimi mesi si capirà quanto sia fondata, finalmente dopo anni di “vuoto” il Comune ha un assessore alla cultura di livello e di altamente competente (Donatella Ferretti).

Perciò Fioravanti, invece di negare la realtà, dovrebbe preoccuparsi di mettere l’assessora stessa nelle condizioni migliori per operare in moda da far finalmente compiere ad Ascoli l’atteso salto di qualità in questo settore. Evitando, invece, di sparare colossali “panzane”, distorcendo così palesemente la realtà

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