Maxi finanziamento per la riqualificazione, 8 mesi per trasformare i progetti in realtà
Ammessi a finanziamento dal Mims, rispettivamente con 75 e 15 milioni di euro, i progetti del Comune “Forme dell’abitare in Ascoli” e per la valorizzazione delle frazioni. Dalla pubblicazione del decreto 8 mesi di tempo per presentare i progetti da mettere a gara
La premessa è d’obbligo, visto i toni sempre più esasperati da “guerra santa” che ormai caratterizza ogni vicenda che riguarda la nostra città (come dimostra anche lo sconcertante e inaccettabile clima che si respirava nell’ultimo Consiglio comunale). Il maxi finanziamento ottenuto dal Comune di Ascoli per i progetti di riqualificazione urbana è una notizia fantastica per chi ha nel cuore il capoluogo piceno e, a prescindere da ogni altra considerazione, bisogna dare merito al sindaco Fioravanti e alla sua amministrazione di aver saputo sfruttare al meglio l’occasione. Tra l’altro, visto il risultato ottenuto, per una volta si possono anche comprendere l’enfasi e i toni celebrativi come al solito usati dal primo cittadino e dagli assessori.
Dopo che in questi 2 anni e mezzo hanno utilizzato quegli stessi toni per celebrare il nulla, risultati che erano solo nella loro fervida immaginazione (l’esempio più emblematico le scuole), almeno in questo caso c’è concretamente qualcosa da festeggiare e celebrare. Altra cosa, poi, sono i soliti deliranti eccessi di quello che, utilizzando una famosa definizione di Woody Allen, è il “fan club” del sindaco. Che come al solito dimostra di non conoscere minimamente ciò di cui parla e che, nella smania di esaltare le gesta del proprio “beniamino”, scambia un finanziamento ottenuto con un’inesistente vittoria da parte del Comune di un bando (errore commesso anche dal presidente della Fondazione Carisap Galeati). In realtà basta leggere il comunicato con il quale il ministero delle infrastrutture e delle mobilità sostenibili (Mims) annuncia l’ammissione al finanziamento per comprendere a pieno come stanno realmente le cose.
Il 16 settembre 2020 il Mims aveva approvato il decreto interministeriale n. 395 con il quale venivano stabilite le procedure per la presentazione delle proposte, i criteri per la valutazione e le modalità di erogazione dei finanziamenti per l’attuazione del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare”. Nelle settimane successive sono stati organizzati appositi webinar per fornire approfondimenti e chiarimenti a Regioni, Città metropolitane e Comuni destinatari del Programma. Che inizialmente metteva a disposizione di quegli enti oltre 800 milioni di euro, ridotti poi a 400.
Un fondo che, come era ampiamente prevedibile, è risultato largamente insufficiente a fronte del numero elevatissimo di progetti pervenuti, ben 290, analizzati e messi a graduatoria dall’Alta Commissione sulla base di 6 indicatori di impatto: ambientale (fino ad un massino di 15 punti), sociale (massimo 25 punti), culturale (massimo 10 punti), urbano territoriale (15 punti), economico finanziario (massimo 25 punti) e tecnologico-processuale (massimo 10 punti). Complessivamente, quindi, il punteggio massimo che un progetto avrebbe potuto ottenere (ma che poi in concreto nessuno ha ottenuto) era di 100 punti. Il Comune di Ascoli ha presentato due progetti, quello ai sensi dell’articolo 14 (progetti pilota) “Forme dell’abitare in Ascoli” e quello ai sensi dell’art. 4 dedicato alla valorizzazione delle frazioni. Il primo si è classificato al sesto posto (su complessivi 9 progetti pilota presentati) con un punteggio di 40,2454, mentre il secondo si è classificato al 63° posto con il punteggio di 37,3848.
Nessuno dei due progetti avrebbe avuto alcuna possibilità di essere finanziato se i fondi a disposizione del Programma fossero rimasti gli iniziali 400 milioni di euro. Per la verità quel fondo sarebbe stato insufficiente anche per finanziare solamente i 13 progetti maggiormente meritevoli (della Città metropolitana di Bologna e dei Comuni di Vercelli, Teramo, Cuneo, Corigliano Rossano, Foggia, Messina, Roma, Milano, Pesaro, Sassari, Firenze e Grosseto) citati dal ministero stesso. Per supportare il Programma del Mims, però, a quei fondi iniziali si sono aggiunti ben 2,8 miliardi di euro provenienti dal Fondo complementare al Piano nazionale di riprese e resilienza, una vera e propria “boccata di ossigeno” quanto mai necessaria che ha così permesso di ammettere a finanziamento ben 271 dei 290 progetti presentati, naturalmente compresi quelli del Comune di Ascoli che hanno ottenuto rispettivamente 75 e 15 milioni di euro.
Ben 90 milioni che, come sottolinea il sindaco Fioravanti, “permetteranno di attivare tanti interventi volti a riabilitare alcuni edifici cittadini attraverso la formula dell’housing sociale o dell’edilizia economica a canone agevolato. Tra i tanti investimenti programmati figurano la riqualificazione multifunzionale di palazzo Saladini Pilastri, la riqualificazione di piazza San Tommaso e della ciclopedonale di lungo Castellano, la realizzazione del Polo scientifico, tecnologico e culturale nell’area nord del complesso di Sant’Angelo Magno, oltre agli interventi in edi fici quali le ex caserme di Carabinieri e Vigili del fuoco e in alcune frazioni del territorio”.
Andando un po’ più nel dettaglio il recupero di palazzo Saladini Pilastri prevede anche che, poi, in quei locali ci sarà la sede del terzo settore, mentre il recupero del convento di San Domenico consentirà la realizzazione di un centro inter-generazionale con appartamenti per anziani autosufficienti e per studenti dell’università. Il palazzo comunale in via Giusti (sede dell’anagrafe) sarà trasformato in edificio con 18 alloggi di housing sociale, così come anche il recupero dell’ex Caserma Vecchi prevede la realizzazione di appartamenti per housing sociale e, al piano terra, un centro educativo sociale.
Prevista, invece, la realizzazione di alloggi erp al palazzo Cornacchietto, all’ex Caserma Vigili del fuoco ed ex Caserma dei carabinieri. Si può discutere legittimamente sul fatto che, con un simile finanziamento a disposizione, le scelte potevano essere un po’ differenti e sottolineare anche che i precedenti con l’housing sociale non sono particolarmente edificanti (vedi quanto accaduto a palazzo Sgariglia). Ma quei legittimi dubbi non possono in alcun modo scalfire quello che resta comunque un’occasione unica per la città.
“Un risultato straordinario che deve far gioire tutti i cittadini, a prescindere dalle parti politiche – afferma il consigliere comunale Ameli – dopo covid e terremoto questo importante finanziamento pubblico può rappresentare davvero la strada per la rinascita della città. Bisognerà lavorare uniti affinché possano essere realizzati gli interventi previsti e per questo penso anche debba essere implementata la macchina comunale poiché non possiamo permetterci di perdere questi fondi del governo. Noi daremo il nostro contributo per aiutare Ascoli a raggiungere l’obiettivo”.
Tutti uniti per fare in modo che quei 90 milioni vengano concretamente utilizzati senza perdere tempo, come purtroppo è successo troppe volte nel capoluogo piceno. Basterebbe pensare ai fondi per l’Università, fermi per quasi 10 anni per le incertezze del Comune. Ma ancora più a quelli per la sicurezza delle scuole, gli oltre 30 milioni di euro stanziati nel 2017 e ancora non utilizzati per le vicende che ormai conosciamo bene.
In questo caso l’iter prevede che dopo la pubblicazione del decreto ministeriale con il quale sono state individuate le proposte finanziate, il Comune avrà 240 giorni di tempo per far pervenire al ministero i progetti del livello di progettazione che l’ente intende mettere a gara (con l’Alta Commissione che poi avrà 90 giorni di tempo per verificare i progetti stessi). La prossima scadenza importante, quindi, presumibilmente sarà nella primavera 2022. Ed è assolutamente indispensabile che l’amministrazione comunale si faccia trovare pronta