Vaccini: mancano all’appello oltre 400 mila marchigiani, rischio nuove restrizioni
Secondo i dati forniti dalla Regione sono 436.662 i marchigiani in età vaccinabile che non hanno fatto e non hanno prenotato il vaccino. Gli appelli dell’assessore Saltamartini e della dirigente Salute Di Furia: “non ci sono alternative, la fine del covid passa solo dai vaccini”
I numeri sui vaccini nelle Marche, così come li ha forniti l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini, non sono affatto incoraggianti. “Tra 20 giorni – ha affermato Saltamartini – nelle Marche si esaurirà il target di persone che si sono prenotate per vaccini anti covid ma mancano all’appello circa 400 mila persone vaccinabili”. Considerando che la popolazione target da vaccinare nella nostra regione è di poco inferiore ad 1,4 milioni di persone, siamo molto lontani da quella soglia dell’80% di vaccinati che raccomanda l’Oms e, ovviamente, ancor più dall’85% che secondo il ministero della salute è necessario per raggiungere la cosiddetta indennità di gregge.
Andando nel dettaglio dei dati che riguardano la nostra regione, per quanto riguarda sono vaccinati o comunque prenotati il 94,4% (125.915 su 133.365) degli over 80, l’89,4% (139.335 su 155.941) della fascia di età tra 70 e 79 anni, l’82,1% (158.577 su 193.166) della fascia d’età 60-69, il 71,6% (169.144 su 236.194) della fascia d’età 50-59, il 60% (134.620 su 224.450) della fascia d’età 40-49, il 51,8% (190.871 su 368.292) della fascia d’età 16-39 anni e il 20,4% (11.212 su 54.928) della fascia d’età 12-15 anni. Complessivamente, quindi, ci sono ben 436.662 marchigiani in età vaccinabile che non hanno fatto e non si sono prenotati per effettuare il vaccino.
Di questi quasi 60 mila (58.649) fanno parte delle fasce di età più a rischio. Sono numeri che ovviamente destano non poche preoccupazioni, anche e soprattutto alla luce di quanto sta accadendo nel resto d’Europa dove in molti paesi i contagi sono tornati a salire in maniera vertiginosa, anche e soprattutto a causa della cosiddetta variante Delta. Ma al di là del numero dei positivi, ciò che deve fare maggiormente riflettere è il differente impatto che la nuova crescita di positivi ha nei paesi dove si è più avanti con le vaccinazioni e in quelli dove invece si è ancora decisamente indietro.
In Inghilterra, ad esempio, da alcuni giorni si viaggia ad una media di oltre 20 mila casi al giorno ma con un numero di decessi bassissimo (da 3 a 5 al giorno) e anche un numero di ricoveri limitato (complessivamente sono 1.500). Anche in Russia ci sono oltre 20 mila nuovi positivi al giorno ma con una media di quasi 700 decessi ed una pressione crescente sulle strutture sanitarie che persino le autorità russe iniziano a definire preoccupante. Dovrebbe essere superfluo sottolineare che in Inghilterra le vaccinazioni procedono in maniera spedita, in Russia invece si va molto a rilento, al punto che lo stesso ministro della sanità Murashko ha già ammesso che non si riuscirà a raggiungere e neppure avvicinare l’obiettivo del 60% di cittadini russi vaccinati entro l’autunno.
Per non parlare, poi, di quanto continua ad accadere in Brasile dove al momento appena il 30% della popolazione ha ricevuto almeno la prima dose e si viaggia alla media di oltre 70 mila contagi e più di 2 mila morti al giorno. Nelle ore scorse è arrivato anche il monito del direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge, che ha sottolineato come ci siano “tutte e tre le condizioni per una nuova ondata di decessi ed eccesso di pressione ospedaliera per il covid prima dell’autunno: nuove varianti, copertura vaccinale insufficiente e aumento dei contatti sociali”.
“Ci sono Paesi che stanno facendo bene – prosegue Kluge – ma la verità è che la copertura vaccinale media nella regione è solo del 24% e la cosa più grave è che metà dei nostri anziani e il 40% del nostro personale sanitario è ancora senza protezione. Con questi numeri la pandemia non è in alcun modo finita e sarebbe sbagliato per chiunque considerarla tale”. I dati del nostro paese e della nostra regione sono sicuramente più incoraggianti ma di certo non sufficienti, almeno per ora, per scongiurare del tutto i rischi paventati dal direttore dell’Oms. Non è un caso che anche i vertici regionali non nascondono i timori.
“C’è preoccupazione – afferma l’assessore Saltamartini – alcuni marchigiani hanno detto che faranno il vaccino a settembre ma bisogna immunizzare la maggior parte delle persone ora perché se arriviamo a settembre in autunno c’è la possibilità che aumentino i ricoveri. Dobbiamo cercare con le Usca quelli che non si sono vaccinati, bussano porta a porta. La Regione intende andare a cercare le persone che non si sono vaccinate anche se sono comunque libere nella scelta. Quanto ai giovani si valuta la presenza di camper davanti a discoteche e luoghi di afflusso per incentivare la vaccinazione. Quello che deve essere chiaro a tutti è che la fine del covid passa esclusivamente attraverso i vaccini, non ci sono strade o scorciatoie capaci di abbreviare questo percorso”.
Preoccupata anche la dirigente del Servizio Salute della Regione Marche, Lucia Di Furia. “Le classi di età più giovani ai 59 anni in giù stanno rispondendo poco – afferma – dobbiamo superare il concetto che solo gli anziani sono colpiti dal covid, certo gli anziani e i fragili sono maggiormente vulnerabili ma tutti rischiano di ammalarsi ed anche in modo grave. E’ fondamentale raggiungere gli ultra ottantenni ancora mancanti (oltre 7 mila) ma anche procedere con tutte le classi di età. Con le varianti dobbiamo insistere maggiormente e farci vaccinare per proteggerci tutti, non ci sono alternative”.
A far aumentare la preoccupazione sono, poi, arrivati i dati delle ultime ore che, dopo diversi giorni con meno di 15 casi giornalieri, parlano di 46 contagi. “Speriamo che sia un caso sporadico ma raccomando a tutti i cittadini sempre la massima cautela e attenzione per evitare che il contagio possa ripartire. Ricordo che per rimanere in zona bianca dobbiamo restare sotto i 50 contagi al giorno” ha sottolineato il governatore marchigiano Acquaroli. Purtroppo la situazione peggiore riguarda proprio la provincia di Ascoli, con ben 27 casi (dai 2-3 giornalieri) frutto di qualche serata in alcuni locali. Il timore è che se questa impennata è determinata dalla variante Delta inevitabilmente nei prossimi giorni i casi sono destinati a crescere molto rapidamente.
Cosa che renderebbe di fatto inevitabile un intervento della Regione per nuove fastidiosissime restrizioni che, ovviamente, non riguarderebbero chi è già vaccinato. Una magra consolazione che attenuerebbe solo parzialmente la delusione per un inatteso ritorno a situazioni già vissute, questa volta però con le responsabilità che sarebbero esclusivamente di chi continua stupidamente (e senza alcun motivo) a rifiutare l’unica vera via d’uscita (il vaccino).