Doveva consentire di accelerare, dopo anni di colpevole ritardo, l’iter degli interventi per la messa in sicurezza delle scuole cittadine. Invece l’Ordinanza Ascoli si sta rivelando completamente inutile, con il relativo cronoprogramma completamente disatteso
Avanti adagio, anzi al rallentatore. Sono bastati un paio di mesi per spazzare via l’illusione che la semplice adozione dell’Ordinanza Ascoli avrebbe davvero consentito al Comune di accelerare negli interventi per la messa in sicurezza delle scuole cittadine. Un illusione come al solito alimentata dai proclami del sindaco Fioravanti e dall’assessore regionale Castelli che per mesi, cercando di nascondere le proprie gravi responsabilità per gli inaccettabili ritardi, avevano fatto credere (ovviamente a chi non ha una particolare conoscenza della materia in discussione) che quell’Ordinanza come per magia avrebbe sconfitto la “burocrazia” (l’improbabile alibi dietro al quale si sono trincerati per mesi sindaco e assessore regionale…), consentendo in tempi rapidissimi di avviare gli interventi necessari.
Per la verità Fioravanti e Castelli hanno addirittura avuto anche il coraggio di presentare quell’Ordinanza, che (insieme all’allegata relazione istruttoria) rappresenta un duro atto di accusa nei confronti della passata e della presente amministrazione comunale, come una sorta di successo personale e dell’amministrazione comunale stessa. Al di là delle solite “favolette” raccontate da Fioravanti e Castelli, il vero e grave problema è che, come avevamo ampiamente sottolineato (vedi articolo “La sicurezza delle scuole può attendere, inutile l’Ordinanza Ascoli”), quell’Ordinanza rischia di non sortire alcun effetto concreto, risultando praticamente inutile.
Il vero nocciolo della questione è che quello messo in atto dal commissario Legnini con l’ordinanza speciale n. 3 del 6 maggio 2021 è un semi commissariamento nei confronti del Comune di Ascoli che, quindi, continua a gestire tutto l’iter per gli interventi nelle scuole, sotto la supervisione del sub commissario Gianluca Goffredo. Comprendiamo perfettamente che non era facile per il commissario Legnini, ben sapendo quali sarebbero state le ripercussioni politiche di una simile decisione, ma chi ha seguito sin dall’inizio (dal post terremoto del 2016) quanto è accaduto nel capoluogo riguardo la sicurezza delle scuole non ha dubbi che per imprimere una reale svolta e accelerare era necessario commissariare il Comune di Ascoli.
Perché con il semi commissarimento di fatto nulla è cambiato, si continua a procedere al rallentatore, con tempi interminabili per ogni passo che c’è da compiere, appunto come se quell’Ordinanza non esistesse. Soprattutto, però, come ampiamente previsto e sottolineato gli atti comunali successivi all’approvazione dell’Ordinanza stessa hanno confermato con sconfortante chiarezza che il cronoprogramma degli interventi stabilito nella Relazione istruttoria, quello che addirittura secondo il sindaco Fioravanti doveva essere preso come modello da tutti gli altri enti, di fatto è “carta straccia”, non viene in alcun modo rispettato. In quel cronoprogramma per ogni intervento si stabilivano i tempi massimi entro i quali effettuare ogni procedura, fino ai lavori finali.
Solo per fare esempio e per comprendere meglio, per quanto riguarda la scuola Malaspina il cronoprogramma stabilito dall’Ordinanza prevedeva massino 30 giorni per l’affidamento dei servizi tecnici, 70 giorni per la predisposizione del progetto di fattibilità e definitivo, 15 giorni per l’acquisizione approvazioni, 20 giorni per la predisposizione e l’approvazione del progetto esecutivo (quello che poi va messo a bando), 15 giorni per l’affidamento dei lavori e la stipula del contratto e 110 giorni per la realizzazione dei lavori, per concludere tutto il ciclo della commessa entro 290 giorni complessivi. La cruda realtà dei fatti, però, ci dice che quei 290 giorni se ne sono praticamente andati solo per l’affidamento dei cosiddetti servizi tecnici.
E se è vero che l’iter in questione è iniziata prima, è altrettanto innegabile che l’approvazione dell’Ordinanza non ha impresso alcuna svolta, non ha determinato alcuna accelerazione. Praticamente dopo 9 mesi (il 13 settembre 2020 era stato indetto il bando europeo) il 12 giugno scorso, con determina n. 1707 è finalmente arrivata l’aggiudicazione della progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di miglioramento sismico della scuola Malaspina a favore del raggruppamento temporaneo “Studio di ingegneria Sardella srl”. Quella determina, così come l’allegato verbale di gara e tutti gli altri atti relativi l’intervento per la scuola Malaspina, fotografa in maniera imbarazzante ma sin troppo eloquente l’esasperante lentezza con la quale procede l’amministrazione.
Prima ma anche dopo l’approvazione dell’Ordinanza. Basterebbe pensare che, come già sottolineato, solo dopo 5 mesi dall’indizione del bando ci si è ricordati di nominare i membri della commissione giudicatrice. Che, poi, a sua volta si è mossa con la “dovuta calma”, come dimostra il fatto che complessivamente si è riunita 4 volte per giudicare le proposte arrivate ma lo ha fatto nell’arco di 2 mesi e mezzo (la prima seduta è del 9 febbraio, l’ultima del 20 aprile). Proprio in quell’ultima seduta è stata stilata la graduatoria finale che ha visto al primo posto il raggruppamento temporaneo “Studio di ingegneria Sardella srl”, al quale la commissione ha chiesto di fornire per iscritto (entro il 10 maggio) le spiegazioni “ritenute utili al fine di evidenziare la congruità dell’offerta”.
Spiegazioni che sono state fornite in anticipo, il 5 maggio, ma la commissione ha aspettato fino al 26 maggio per riunirsi e valutarle, dando finalmente il via libera alla graduatoria definitiva che ha poi portato all’adozione della determina 1707. A voler essere pignoli in realtà l’iter per l’aggiudicazione della progettazione non è ancora completato perché il conseguente contratto con l’aggiudicatario del bando verrà stipulato entro una ventina giorni (presumibilmente entro metà luglio). Ma già anche così, rispetto ai 30 giorni previsti dal cronoprogramma dell’Ordinanza, si è sforato di 240 giorni… Sempre secondo il cronoprogramma, dopo la stipula del contratto entro 4 mesi (quindi metà-fine novembre) si dovrebbe arrivare all’affidamento dei lavori.
Saremmo i primi ad essere lieti se davvero così fosse, realisticamente sarebbe oltre modo positivo se i lavori per l’intervento alla Malaspina venissero affidati entro i primi 3 mesi del 2022. Situazione identica anche per gli altri interventi per i quali almeno è iniziato il lungo iter. Per quanto riguarda gli interventi di demolizione e ricostruzione delle scuole D’Azeglio e Don Bosco il 5 marzo scorso (determina n. 612) è stata avviata la procedura telematica per l’affidamento dell’incarico per le relative progettazioni. Il 18 maggio scorso sono stati approvati i verbali di verifica della conformità delle proposte, mentre il 1 giugno si è effettuato il sorteggio per la scelta dei commissari di gara. Dopo 4 mesi e mezzo, quindi, siamo ancora alla fase preliminare della procedura di affidamento dell’incarico che, secondo il cronoprogramma dell’Ordinanza, doveva avvenire in 30 giorni.
Sorvolando per decenza sulla situazione dell’intervento per la scuola media Don Giussani di Monticelli (l’iter va avanti da quasi 4 anni, il cronoprogramma dell’Ordinanza prevede 150 giorni per l’effettuazione dei lavori ma per gli atti ufficiali del Comune dal momento dell’affidamento dei lavori stessi l’intervento dovrà essere completato entro 540 giorni), nei giorni scorsi (20 giugno) è stato avviato anche l’iter per l’affidamento delle progettazioni per gli interventi di adeguamento sismico per le scuole Ceci, Don Giussani (primaria) e Cantalamessa.
Secondo il cronoprogramma dell’Ordinanza l’affidamento dovrebbe avvenire entro 30 giorni, nella realtà “a rallentatore” del Comune di Ascoli dopo 30 giorni (il 21 luglio) ci sarà solamente la prima seduta pubblica digitale che prenderà atto delle offerte pervenute. In altre parole non c’è, neppure per sbaglio, un solo passaggio, un solo passo nell’iter dei vari interventi, non che rispetti ma che quanto mano si avvicini un po’ ai tempi previsti dal cronoprogramma dell’Ordinanza. Non che servisse, ma l’ulteriore e definitiva conferma di quanto quell’Ordinanza non ha migliorato, neppure in minima parte, la situazione è arrivata dalla delibera n. 178 del 17 giugno scorso con la predisposizione di un avviso pubblico per un’indagine conoscitiva per verificare l’eventuale disponibilità all’utilizzo di edifici da destinare all’insediamento di strutture scolastiche temporanee. Che, come ormai è noto, serviranno ad ospitare gli studenti quando prenderanno il via gli interventi di adeguamento (o demolizione e ricostruzione) nelle varie scuole cittadine.
Quella delibera (e il documento istruttorio allegato) confermano che le cosiddette strutture temporanee serviranno per l’avvio dell’anno scolastico 2022/2023, segno evidente che il Comune pensa che in quel periodo concretamente saranno aperti la maggior parte dei cantieri. Già nel gennaio scorso prima e, successivamente, a marzo il sindaco Fioravanti aveva sottolineato che le strutture temporanee dovevano essere disponibili per l’avvio di quell’anno scolastico. Ad inizio maggio è stata approvata l’Ordinanza Ascoli, che nelle intenzioni doveva sensibilmente velocizzare l’iter, ma il periodo di riferimento per l’avvio di tutti i cantieri (e quindi della necessità di avere le strutture temporanee) è rimasto esattamente lo stesso.
Allora, anche alla luce degli atti comunali citati in precedenza, delle due l’una: o l’Ordinanza è un’autentica pagliacciata e di fatto non serve a nulla, oppure è l’amministrazione comunale che è assolutamente incapace di dare seguito a quanto è sancito dall’Ordinanza stessa. Difficile stabilire quale delle due sia l’ipotesi peggiore…