Appuntamento sabato 22 maggio per manifestare contro il progetto, approvato dal Comune di Accumoli e finanziato dalla Regione Lazio, che prevede la realizzazione di un hotel mascherato da rifugio nel paradiso naturalistico dei Pantani di Accumoli
“Vogliono costruire un hotel nel paradiso naturalistico dei Pantani. Dopo aver abbandonato le frazioni terremotate, vogliono raccontarci che il rilancio del territorio passa dalla sua devastazione in nome del turismo comodo. Ma a tutto c’è un limite e stavolta non passeranno”. Le frasi contenute nel manifesto che annuncia la manifestazione popolare “Salviamo i Pantani di Accumoli”, in programma sabato 22 maggio, sarebbero già da sole sufficienti per fotografare al meglio quanto sta accadendo e quanto sia assolutamente da sottoscrivere la battaglia che stanno portando comitati e associazioni locali.
Un territorio tremendamente colpito dall’interminabile sequenza sismica iniziata nell’agosto 2016 e abbandonato a se stesso nell’attesa di una ricostruzione sempre promessa e mai concretamente avviata, ora rischia di subire addirittura lo scempio di un progetto che, dietro la falsa promessa di un ipotetico sviluppo, non fa altro che distrugge l’ambiente e allontana i frequentatori della montagna. Per chi non lo conoscesse i Pantani di Accumoli, situati a ridosso del confine tra Lazio, Marche e Umbria, sono Sito d’Importanza Comunitaria (Sic) della rete Natura 2000, e sono da sempre meta degli appassionati di montagna, di famiglie e frequentatori occasionali, che li raggiungono a pedi per apprezzare il silenzio e lo spettacolo naturale. In altre parole è un posto “magico” che andrebbe il più possibile preservato per la sua straordinaria specificità.
Invece sembra davvero che il terremoto sia diventato il pretesto per mettere in atto questo incomprensibile scempio. Le prime avvisaglie si sono avute nel settembre 2019, quando iniziarono le opere per la strada che da Accumoli conduce ai Pantani e già allora si furono assemblee e una raccolta di firme a salvaguardia di quel meraviglioso posto. Ora, dopo un silenzio delle istituzioni di quasi due anni, è emerso che, dopo aver realizzato una strada cementificando anche 400 metri di un tratto del Sentiero Italia, Regione Lazio e Comune di Accumoli intendono costruire anche un hotel mascherato da rifugio proprio a ridosso di questa area della montagna così tipica per la sua alta qualità ambientale e paesaggistica.
Il Comune di Accumoli ha già approvato il progetto per la costruzione di un hotel (“con tanto di camere, reception, bar/ristorante, solarium e parcheggio esterno: esattamente il prototipo di un albergo che vorrebbero far passare come rifugio” si legge nel comunicato che promuove la manifestazione di sabato prossimo), per una spesa complessiva di 850 mila euro finanziata dalla Regione Lazio. La stessa delibera, per rendere possibile l’intervento, ha provveduto anche a trasformare quella che era un’area a destinazione Agricola Montana (E2) in un’area per Servizi Pubblici/Attrezzature ed Iniziative di interesse generale.
E’ davvero triste constatare come non si apprenda nulla dall’esperienza del passato, come non ci si renda conto come sia sotto gli occhi di tutti il fallimento di una politica miope basata da decenni sullo sfruttamento e il consumo del territorio dell’Appenino centrale, che attraverso la costruzione di edifici e impianti funzionanti al massimo per qualche settimana all’anno inganna le popolazioni residenti con il miraggio di ricchezze e sviluppo. Ed è esattamente lo schema che si intende riproporre con il folle progetto in questione, con l’aggravante che è del tutto evidente che un rifugio (ancor meno se in pratica si tratta di qualcosa di più simile ad un hotel) ai Pantani non serve ed è anche dannoso.
Non serve perché nella zona esistono già diverse strutture ricettive che sono state danneggiate dal sisma e che andrebbero recuperate al più presto. In altre parole, bisogna ricostruire e recuperare, per restituire agli amanti della montagna i servizi di cui hanno bisogno, e non imbarcarsi in improbabili e inutili nuovi progetti. Per giunta dannosi innanzitutto perché una struttura del genere diventerebbe catalizzatrice di un turismo domenicale di massa limitato a pochi week end agostani, che non produrrebbero certo sviluppo e ricchezza ma, di contro, solo rumore ed inquinamento, dannosi per gli ecosistemi tutelati dalla normativa europea.
Senza considerare il fatto che si tratterebbe di un inutile spreco di denaro pubblico perché l’hotel/rifugio resterebbe chiuso per gran parte dell’anno e l’isolamento invernale lo sottoporrebbe ad un rapido degrado, distogliendo risorse fondamentali per il ripristino delle strutture esistenti e più accessibili. Visto l’imminente data di inizio lavori, si è costituito spontaneamente un “Coordinamento contro l’urbanizzazione dei Pantani” (in fondo all’articolo tutti i soggetti che hanno aderito) formato da soggetti e associazioni del territorio e amanti dell’Appennino Centrale, con l’obiettivo di impedire ulteriori opere di cementificazione dell’area.
Il Coordinamento chiede alle istituzioni e alle comunità che abitano il cratere terremotato dell’Appennino Centrale: che sia impedito ogni ulteriore intervento nell’area di pregio e interesse naturalistico; che sia mantenuta la vocazione agro-silvo-pastorale di un’area interessata da pascolo brado e usi civici che storicamente hanno garantito la fruizione collettiva del bene; che gli investimenti pubblici dedicati ai territori siano davvero discussi dalle comunità locali attraverso processi partecipativi e non calati dall’alto, come previsto da quanto sottoscritto nelle delibere e ordinanze dei Commissari per la Ricostruzione; che il rilancio economico del cratere non sia esclusiva dell’industria turistica ma che il modello di sviluppo rispetti la vocazione dei territori montani, fondati sulla compatibilità ecologica delle attività umana negli ambienti naturali.
Per dar forza e per sostenere queste richieste è stata, appunto, indetta la manifestazione popolare di sabato 22 maggio. Per questo viene è stata indetta la manifestazione popolare di sabato 22 maggio, con partenze da Terracino (ore 09.30), Accumoli (Madonna delle Coste ore 10.00) e Forca Canapine (ore 10.30), ovviamente con destinazione finale i Pantani. Dove si animerà un flash-mob per evidenziare l’area oggetto di cementificazione e saranno ospitati interventi di esperti che si oppongono all’opera.
Sarebbe auspicabile una presenza il più possibile consistente per fare sentire forte e chiaro il no al tentativo di scempio di quello straordinario angolo di paradiso rappresentato dai Pantani di Accumoli.
Soggetti aderenti al Coordinamento contro l’urbanizzazione dei Pantani
L’Eco dei Pantani (Accumoli e comuni vicini) – Illica Vive (Accumoli) – Driade per Fare un Albero – Emidio di Treviri (gruppo di ricerca-azione) – Associazione Proletari Escursionisti (Roma) – Federtrek /Escursioni e Ambiente – Laga Insieme – Movimento Tellurico – Comitato 3e36 (Amatrice) – Associazione Viviamo Configno – Ascolto&Partecipazione (Ascoli Piceno); Brigate di Solidarietà Attiva (Marche) – Comunità Laudato Si Accumoli Amatrice e Ekoclub Rieti Onlus – Cammino nelle Terre Mutate – Salviamo l’Orso – Mountain Wilderness Italia – Legambiente (Ascoli) – Rifugio Mezzi Litri / Monte Vector (Arquata del Tronto)