Vaccini agli ordini professionali, marcia indietro della Regione
Sulla base del nuovo piano nazionale, reso noto il 10 marzo (quindi 2 giorni prima dell’incontro tra la Regione e gli Ordini professionali) Saltamartini conferma che nei prossimi mesi verranno vaccinate le persone sulla base dell’età e delle fragilità
Ci siamo presi le offese e gli insulti degli ultras di Acquaroli e della giunta regionale per aver osato criticare la Regione (qualcuno dovrebbe spiegare loro che in questo paese esiste ancora la libertà di opinione e di critica…) in merito alla vicenda dell’accordo con gli ordini professionali per la vaccinazione dei propri iscritti. Qualcuno è andato addirittura oltre minacciando chissà quali ritorsioni e brandendo il manganello di ipotetiche e improbabili denunce, illudendosi in tal modo di mettere a tacere chi si azzarda a pubblicare notizie basandosi su atti ufficiali e fatti, invece di limitarsi a riportare le veline ricevute da questo o da quel politico o amministratore.
Alla fine, però, ci ha pensato proprio l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini a chiudere per il momento il discorso sulla possibilità di vaccinare “celermente” gli iscritti agli ordini professionali, di fatto avvalorando quanto avevamo scritto nell’articolo (“L’ultima vergogna della Regione: vaccini più rapidi per avvocati, commercialisti e iscritti agli ordini”. E lo ha fatto con un lungo post sui social in cui, con le solite imprecisioni e le solite omissioni, fa il punto sull’andamento del piano vaccinazioni e sugli sviluppi dei prossimi mesi.
“Dalle 15 di ieri è ripartito il piano vaccinazione anche con Astra Zeneca nella nostra regione – scrive Saltamartini – intanto il commissario Figliuolo ha reso noto che nel mese di aprile alle Marche verranno consegnati 210 mila farmaci”. L’assessore fa poi il punto sulla situazione degli over 80 per i quali le Marche sono decisamente indietro, visto che in avvio della campagna vaccinale l’obiettivo fissato dallo stesso Saltamartini era di somministrare la prima dose ad almeno 85-90 mila anziani entro il 12 marzo. Invece al 20 marzo hanno ricevuto la dose circa 75 mila over 80, mentre non si è ancora completata la vaccinazione degli anziani nelle Rsa (su 9 mila totali vaccinati circa 6 mila).
Continua, invece, ad essere incredibilmente in ritardo la vaccinazione domiciliare (per gli anziani non autosufficienti e per i disabili), senza per altro che Saltamartini riesca a dare un’indicazione precisa su quando partirà (“parte nelle prossime settimane con le nuove forniture di vaccini ad opera dei medici di famiglia”). E’ invece iniziata la vaccinazione delle persone estremamente fragili ma “la fornitura Pfizer e Moderna ha consentito fino ad oggi di vaccinare 1.634 persone su una platea di 250 mila, di cui 117 mila particolarmente fragili”. In altre parole con le 210 mila dosi di aprile bisognerà innanzitutto completare quelle categorie ma anche il personale scolastico e le forze dell’ordine.
“Il nuovo piano di vaccinazione del 10 marzo – aggiunge Saltamartini – ha previsto il completamento della copertura vaccinale per insegnanti, forze di polizia, vigili del fuoco e protezione civile, senza aggiungere altre categorie (es avvocati, personale dei servizi pubblici come rifiuti, acqua, gas, energia elettrica, strade ecc. ecc.). In sostanza, le persone che verranno vaccinate nei prossimi mesi, sono individuate sulla base dell’età (prima da 70-80 e poi da 60-70) e sulle fragilità”.
Detto che l’incontro telematico nel corso del quale è scaturita la proposta della Regione agli Ordini è del 12 marzo (quindi quando già il nuovo piano nazionale di vaccinazione era stato reso noto), in pratica Saltamartini si allinea a quanto avevamo sostenuto in quell’articolo nel quale avevamo evidenziato che, con i ritardi accumulati e con le indicazioni presenti nel nuovo piano nazionale vaccini, portando avanti “una più celere vaccinazione dei professionisti” (citazione testuale della lettera dell’Ordine degli avvocati) inevitabilmente si sarebbero sottratti vaccini alle categorie sopra citate, arrivando al paradosso che le persone fragili sarebbero state vaccinate dopo i professionisti stessi.
Una follia, senza volerci attribuire alcun merito (ma, come era inevitabile, aver portato alla luce quell’accordo e i suoi contenuti così come era stato descritto dalle lettere degli Ordini professionali inevitabilmente ha suscitato un vespaio di cui la Regione non poteva non tenerne conto) giustamente ora sono arrivate queste doverose precisazioni. Senza voler nuovamente polemizzare sui motivi dei ritardi, la cui responsabilità è anche della Regione con le sue scelte discutibili, oltre che dalla fornitura non proprio elevatissima di vaccini, Saltamartini sostiene che forse a maggio-giugno si potranno consegnare i vaccini alle associazioni e nelle fabbriche ma i freddi numeri smentiscono anche questa ipotesi.
Infatti se anche nel prossimo trimestre arrivasse davvero quel milione di vaccini di cui Acquaroli e lo stesso Saltamartini hanno parlato in altre occasioni, non sarebbe comunque sufficiente per coprire la vaccinazione delle categorie prioritarie sopra citate. Chiuso, quindi, da questo punto di vista il discorso, resta lo sconcerto per come, per tifo di parte, si arrivi a negare anche l’evidenza pur di non ammettere una realtà che certamente non è molto gradita. Per altro in questo caso il contenuto delle lettere di alcuni Ordini professionali (quello degli avvocati e dei commercialisti) non lasciavano possibilità di dubbi o interpretazioni. Invece c’è chi ha continuato a sostenere che non era vero niente, che la Regione non aveva mai avanzato una simile proposta, come se gli Ordini si fossero inventati tutto, senza neppure chiedersi, però, per quale ragione allora la Regione non è intervenuta subito per smentirli.
C’è chi poi ha provato a mettere sullo stesso piano l’accordo su base nazionale con i cosiddetti ordini sanitari, finalizzato a fare in modo che medici di famiglia, pediatri, dentisti, farmacisti possano somministrare i vaccini alle categorie indicate dal piano nazionale con la proposta di accordo fatta dalla Regione agli ordini professionali, che prevede invece la vaccinazione per gli iscritti a quegli ordini. In altre parole, i primi dovrebbero somministrare i vaccini, i secondi invece dovrebbero essere vaccinati, non dovrebbe neppure esserci bisogno di spiegare l’enorme differenza. Qualcun altro ha poi tirato in ballo le cooperative ma anche la catena Bricofer, sostenendo che quella della Regione agli Ordini era semplicemente una proposta di collaborazione, alla stregua di quella che, sul piano nazionale, è stata proposta proprio alle cooperative ma anche a Bricofer.
Un paragone del tutto fuori luogo e semplicemente improponibile, le cooperative e Bricofer hanno infatti proposto al governo di mettere a disposizione le proprie strutture per vaccinare i cittadini italiani (non i propri dipendenti), sostenendo di poter vaccinare fino al 10% degli italiani. “A nome del gruppo Bricofer – si legge nella lettera inviata da Bricofer al generale Figliuolo – desideriamo comunicarle la nostra disponibilità a dedicare una zona all’interno dei nostri 120 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale per le vaccinazioni della popolazione italiana”
“Lo scorso venerdì – scrive invece l’Ordine dei commercialisti (così come l’Ordine degli avvocati) – insieme ad altri Ordini professionali delle Marche abbiamo partecipato ad un incontro voluto dal presidente della Regione Acquaroli che ci ha proposto una stretta collaborazione finalizzata alla somministrazione dei vaccini anti covid agli iscritti”. Non bisogna essere un genio per comprendere la differenza abissale: da un lato si mettono a disposizione le proprie strutture per far vaccinare gli italiani, dall’altro si propone di far vaccinare i propri iscritti.
Per concludere un’ultima doverosa, anche se per certi versi scontata, precisazione proprio riguardo gli Ordini professionali e i suoi iscritti. Non c’era e non c’è, almeno da parte nostra, alcuna volontà di crocifiggerli, per altro nell’articolo in questione non viene mossa alcuna critica nei loro confronti, semmai sotto accusa ci sono le scelte operate dalla Regione. D’altra parte se la Regione convoca un incontro telematico per discutere di vaccini è giusto che gli ordini professionali partecipino. E se in quell’occasione viene proposta una convenzione “volta ad una più celere vaccinazione dei professionisti”, è inevitabile che poi gli ordini professionali avvisino i propri iscritti di questa opportunità.
Altro è il discorso sulla priorità che, a nostro avviso, bisognerebbe invece dare ad alcune categorie produttive, quelle che non si sono potute fermare (con tutte le conseguenze che ne sono derivate, anche in termini di vite umane) neppure quando, con il lockdown, eravamo tutti a casa. Ma a farlo dovrebbe essere eventualmente la Regione e rivendicare questa priorità non vuol certo dire voler sminuire la fondamentale importanza e il ruolo che svolgono quelle categorie professionali.
Per altro è giusto comunque sottolineare che tantissimi professionisti hanno immediatamente annunciato che non avrebbero eventualmente sfruttato questa possibilità, non ritenendo in alcun modo corretto anche solo che si verifichi il rischio di essere vaccinati prima di chi appartiene alle categorie più fragili. Tanto di cappello…