Nel post terremoto per la Massimo D’Azeglio sono stati spesi oltre 700 mila euro per fronteggiare i danni e per un surreale intervento di miglioramento sismico. Ora, però, la scuola va demolita e ricostruita. Tempi sempre più lunghi per gli interventi sulle altre scuole
Era la seconda metà del luglio scorso quando l’informazione locale, con il solito tono carico di enfasi, annunciava con entusiasmo l’avvio dell’intervento per la messa in sicurezza della scuola Malaspina. “Sicurezza delle scuole, al via l’intervento alla scuola Malaspina” titolava qualche giornale locale, annunciando poi che entro fine 2020 sarebbero partiti gli interventi nelle altre scuole cittadine. Al di là del fatto che appaiono decisamente fuori luogo l’euforia e i toni trionfalistici per un intervento che eventualmente partirebbe 4 anni dopo il terremoto, in realtà bastava leggere la delibera in questione (n.138 del 14 luglio) per scoprire che non era in vista alcun avvio dei lavori ma, molto più semplicemente, si trattava del primo atto dell’iter che portava non all’avvio dei lavori ma all’assegnazione dell’incarico di progettazione dell’intervento.
“Nella migliore e più immotivatamente ottimistica previsione – scrivevamo allora – prima di un anno – anno e mezzo è impossibile che vengano affidati i lavori”. Come vedremo siamo stati fin troppo ottimisti… Naturalmente anche per quanto riguarda le altre scuole il riferimento non era certo al via degli interventi ma sempre agli incarichi per la progettazione. Come ampiamente previsto, però, il 2020 è terminato senza che nessuno di quegli incarichi, neppure quello per la Malaspina, sia stato assegnato. In compenso, però, in prossimità della fine dell’anno puntuale è arrivato il nuovo proclama, veicolato come al solito attraverso l’informazione locale che ormai si limita a fare da megafono all’amministrazione comunale.
“Entro marzo verranno affidati gli incarichi di progettazione per la messa in sicurezza delle scuole cittadine” titolava qualche giornale, aggiungendo, per dare più enfasi alla notizia, che tale risultato sarebbe stato possibile grazie all’accelerazione voluto dal sindaco Fioravanti e dall’amministrazione comunale. Un’accelerazione tipicamente ascolana che, per un misterioso e particolare meccanismo che si verifica solo nel capoluogo piceno, invece di ridurre accresce ulteriormente i tempi di attesa, almeno di 3 mesi. In ogni caso siamo arrivati a marzo, anzi siamo già nella seconda metà del mese ma neppure uno di quegli incarichi è stato ancora assegnato.
Ci sarebbe quasi da preoccuparsi, per fortuna che puntualmente sono arrivati i giornali locali a rassicurarci, ad annunciare la doppia buona novella. La prima, la settimana scorsa, con l’annuncio che il Comune affida i progetti per demolire e ricostruire le scuole D’Azeglio e Don Bosco (ovviamente senza fare alcuna menzione, ci mancherebbe altro, quello che è un vero e proprio scandalo che riguarda proprio la scuola D’Azeglio). Poi nei giorni scorsi con quello relativo con lo sblocco delle procedure per l’affidamento dei progetti per le scuole Ceci, Cantalamessa e Monticelli. Non siamo ancora all’annunciato affidamento di tutti i progetti delle 8 scuole (in realtà come vedremo non siamo neppure all’affidamento del primo progetto…) ma è un particolare irrilevante. Al punto che l’euforia e l’enfasi sono tali che qualche quotidiano locale si lascia prendere dall’entusiasmo.
“Tra affidamenti progettuali già avvenuti (quali?) e quelli in avvio – si legge – si entra nella fase decisiva per disegnare le nuove scuole comunali future. Dopodichè si passerà alle procedure di gara, a seguito di un’accelerazione importante, con quasi tre mesi di anticipo rispetto al cronoprogramma (non si capisce bene quale, se quello che prevedeva tutti gli affidamenti entro fine 2020 o quello riferito a marzo 2021…) impressa dagli uffici comunali si input e sollecitazione del sindaco che si occupa in prima persona dell’edilizia scolastica”. Purtroppo, però, come al solito la realtà, quella inequivocabile e indiscutibile raccontata dagli atti ufficiali del Comune (adottati da sindaco e giunta comunale, è bene ricordarlo…), è completamente differente.
E innanzitutto dice che al 18 marzo non è stato ancora affidato alcun incarico progettuale, neppure quello per la scuola Malaspina il cui lunghissimo iter (solo per l’affidamento dell’incarico di progettazione) è iniziato 8 mesi fa. E questo già dovrebbe chiarire che, per quanto riguarda le altre scuole citate, la strada anche solo per l’assegnazione degli incarichi per la progettazione è ancora lunghissima Per quanto riguarda le scuole Massimo D’Azeglio e Don Bosco, con determina n. 612 del 5 marzo è stata indetta la procedura telematica aperta per l’affidamento della progettazione definitiva dei lavori di demolizione e ricostruzione (per un impegno di spesa rispettivamente di 328.747,19 e 237.751,75 euro), con il termine ultimo per la presentazione delle offerte fissato per il 13 aprile. Per provare a capire quanto tempo poi dovrà passare per arrivare all’affidamento dei due incarichi si può prendere a riferimento quanto sta accadendo con la scuola Malaspina.
In quel caso la procedura prevedeva che le offerte dovevano pervenire entro il 15 settembre 2020. Da allora sono passati 6 mesi e ancora non si è arrivati all’assegnazione dell’incarico. E, addirittura, solamente il 1 febbraio scorso sono stati nominati i commissari chiamati a giudicare le offerte per la gara europea per l’affidamento dell’incarico stesso. Vedremo quando finalmente si arriverà all’attesa assegnazione, ma è chiaro che anche per la D’Azeglio e la Don Bosco nella migliore delle ipotesi l’affidamento non arriverà prima di 6 mesi, quindi metà-fine ottobre (sempre ad essere immotivatamente ottimisti).
Considerando che nel disciplinare di gara viene ricordato che dall’assegnazione dell’incarico alla consegna ufficiale dei lavori trascorreranno ulteriori 30-60 giorni e che poi, dalla consegna dell’incarico, l’aggiudicatario dovrà concludere il progetto entro 120 giorni (senza voler considerare che comunque è prevista, per particolari motivazioni, un’ulteriore proroga), prima aprile-maggio 2022 non ci saranno i due progetti esecutivi da mettere poi a bando per l’assegnazione dei lavori. Tenendo presente i tempi medi per lo svolgimento di simili gare di appalto, sarebbe già positivo se i cantieri per la demolizione e la successiva ricostruzione delle due scuole si aprissero prima della fine del 2022.
Tempi ancora più lunghi, invece, per le scuole Monticelli, Ceci e Cantalamessa, visto che le delibere 77, 78 e 79 del 15 marzo scorso danno semplicemente il via al lunghissimo iter che poi porterà all’assegnazione dell’incarico per la progettazione definitiva ed esecutiva dei lavori di adeguamento sismico nelle tre scuole, con l’approvazione del documento preliminare all’indizione della procedura per l’affidamento dell’incarico stesso. Nel caso della scuola Malaspina dall’approvazione del documento preliminare alla gara per l’affidamento dell’incarico sono trascorsi quasi 3 mesi, quindi è presumibile che la procedura per l’affidamento per quelle tre scuole prenderà il via entro fine maggio, con i tempi per l’assegnazione dell’incarico di progettazione e tutto il resto dell’iter di cui abbiamo già parlato.
In altre parole la realtà, quella che emerge dagli atti ufficiali del Comune, dice chiaramente che siamo ancora “in alto mare” almeno per 5 scuole su 8, perché delle altre 3 non si hanno notizie. Ma al di là dei tempi lunghissimi, ormai ci si è rassegnati anche perché i gravi errori commessi nel passato dalla precedente e dall’attuale amministrazione comunale hanno irrimediabilmente determinato la situazione attuale, da quegli atti ufficiali emerge un particolare a dir poco inquietante che getta ulteriore discredito sul Comune. Parliamo in particolare della determina n. 612 del 5 marzo, quella relativa alle scuole D’Azeglio e Don Bosco, nella quale viene evidenziato come le recenti verifiche di vulnerabilità sismica hanno evidenziato la necessità di demolire e ricostruire la Massimo D’Azeglio.
E questo rappresenta un vero e proprio scandalo perché nel post terremoto per quella scuola sono stati spesi oltre 700 mila euro, per un surreale intervento di miglioramento sismico (evidentemente del tutto inutile, visto che è necessario demolire quella scuola…) e per far fronte ai danni del terremoto. Che secondo l’allora sindaco Castelli, che ha sempre ripetuto che la grave sequenza sismica non aveva provocato alle scuole cittadine, non aveva subito danni, clamorosamente smentito dalla determina n. 612 che evidenzia come il 1 settembre 2016 quella scuola era stata dichiarata inagibile, con la necessità di effettuare tutta una serie di interventi per ripristinare l’agibilità (che, bisogna ricordarlo, non equivale comunque alla certezza di sicurezza).
Questo significa che il primo cittadino da subito sapeva come stavano realmente le cose ma pubblicamente ha sempre detto il contrario. Grave, ma ancor più lo è il fatto che allora Castelli, nonostante le pressanti richieste di genitori e del Comitato Scuole Sicure, non ha voluto effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica, ritenendole inutili. Se le avesse fatte avrebbe scoperto allora che non era possibile effettuare interventi per mettere in sicurezza la scuola ma l’unica soluzione era la demolizione, evitando quanto meno di spendere inutilmente oltre 700 mila euro. Non solo, all’epoca c’erano a disposizione dei Comuni, nel caso di situazione di emergenza delle proprie scuole, anche i fondi per le strutture provvisorie, mentre ora l’amministrazione comunale dovrà ingegnarsi e non sarà per nulla semplice risolvere il problema delle strutture provvisorie.
In altre parole la superficialità e la testardaggine dell’allora sindaco Castelli è costata carissima al Comune, non solo in termini di sicurezza ma anche in termini economici, visto che sono stati spesi centinaia di migliaia di euro su una scuola da demolire e che, contemporaneamente, sono andati persi i possibili fondi per le strutture provvisorie. In altre parole un disastro…