Gli effetti della pandemia nel Piceno, diminuisce il fatturato di un’azienda su due


E’ quanto emerge dai dati dell’Istat e del Centro studi della Cna delle Marche. Solo un 20% delle imprese picene fa registrare un contenuto aumento, mentre il 30% è riuscito a mantenere un fatturato stabile. E per il 2021 è stimato un calo delle iscrizioni di circa il 23%

Aggrappati alle vaccinazioni e al Recovery Fund. E’ questa la fotografia delle imprese picene che emerge dai dati dell’Istat e del Centro studi della Cna delle Marche in questo inizio del 2021. Dati che ovviamente evidenziano una situazione di difficoltà per economia, imprese e lavoro e che allungano inevitabili ombre anche sul futuro, pur in presenza di qualche inatteso segnale incoraggiante. Come ad esempio il fatto che il 20% delle imprese picene, nonostante la drammatica situazione stanno registrando una sia pure contenuto aumento del fatturato, mentre il 30% dichiara di essere sostanzialmente riuscito a mantenere un fatturato stabile.

Questo ovviamente significa che il 50%, un’azienda su due, sta avendo un trend di fatturato inferiore che, a seconda delle tipologie di azienda, va dal 50 al 70% in meno rispetto alla media degli ultimi 5 anni. “Questi primi dati congiunturali di inizio anno – è la valutazione di Francesco Balloni, direttore della Cna Picena – dimostrano quello che sapevamo. Ovvero una contrazione gravissima di tutti i parametri delle aziende, dal fatturato all’occupazione, agli investimenti. Da evidenziare, però, a nostro avviso, quelle imprese che in qualche modo non segnalano un grafico in picchiata. Perché? Innovazione, diversificazione delle linee produttive, marketing innovativo e attenta utilizzazione dei sostegni possono fare la differenza. Vaccinazioni sul fronte salute e Recovery Fund su quello economico, su questo si dovrà progettare il futuro”.

Innovazione e costruzione del futuro confermati anche dai primi dati tendenziali dell’anno, elaborati dalla Cna territoriale. Si tratta di numeri che vanno letti in un clima di emergenza. Ma che per il Piceno dicono che se poco più del 20% delle imprese del territorio ha contratto gli investimenti, per contro, quasi il 10% li ha incrementati proprio alla ricerca di nuovi spiragli di vitalità imprenditoriale. E un altro 20% sta riuscendo a mantenerli stabili. In Italia, per contro e come termine di paragone, solo il 6% delle imprese riesce ancora a investire, ovvero circa 4 punti percentuali in meno rispetto a quello che stanno facendo le imprese della provincia di Ascoli. C’è, quindi, una volontà di reagire, di risollevarsi che deve in qualche modo essere sostenuta e facilitata.

Di contro, rileva la Cna picena, la criticità delle prospettive sta nel movimento previsto delle imprese, inteso come cessazioni e nuove aperture di attività. Nelle Marche, infatti, per il 2021 il Centro studi della Cna prevede un calo “storico” delle iscrizioni pari a circa il 23% rispetto al biennio precedente, con punte di meno 28% nel primo semestre e una timida risalita a meno 17% nel secondo semestre 2021. Nel Piceno il calo stimato è inferiore a quello delle altre province, ma si attesta a un meno 20%, ovvero 3 punti in più rispetto alla previsione della media nazionale.

Imprese che resistono ma al contempo un’ovvia e comprensibile minore propensione a crearne di nuove – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli Piceno – Una situazione che deve fare ulteriormente riflettere sugli interventi di sostegno. Ovvero per la formazione dei giovani e per il massimo delle agevolazioni possibili a quelle aziende che provano ad assumere e ampliare gli organici, anche in prospettiva di nuove linee di prodotto e innovazioni che innesti freschi nel quadro aziendale possono portare come positivo valore aggiunto“.

La nostra prossima assemblea straordinaria del territorio, prevista online per martedì 23 febbraio – conclude il direttore Cna, Balloni – proseguirà nel nostro impegno di approfondimento e di indirizzo per le imprese riguardo proprio a temi caldi e strategici come la creazione di impresa e tutte le relative misure di sostegno e incentivazione che è possibile mettere in campo adesso e per il futuro prossimo e venturo”.

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