Bufera per un emendamento che non ha alcuna possibilità di essere approvato (M5S, Pd e Italia Viva sono contrari). “Vogliono tassare i risparmi”, “E un furto sui conti correnti” gridano Salvini e Meloni. In realtà sarebbe un provvedimento di equità sociale…
“Vogliono tassare i risparmi degli italiani, una cosa da regime, è da arresto immediato”. “Ecco la loro risposta alla crisi, il loro regalo di Natale agli italiani: un
furto sui conti correnti. Questi nemici dei cittadini vanno fermati il prima possibile”. Non ci sarebbe neppure bisogno di svelare chi, nel fine settimana, ha dato il via ad un nuovo sconfortante tormentone. Ad agitare quello che è uno spettro che ricorre spesso nelle speculazioni e nella propaganda di una certa parte politica, la cosiddetta “patrimoniale”, naturalmente sono rispettivamente Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Che, puntualmente, hanno trovato sponda nei giornali e nei giornalisti che tradizionalmente gli fanno da megafono, sempre e a prescindere dalla fondatezza o meno della notizia.
“Prove segrete di patrimoniale”, “Il governo prepara il furto di Natale”, “Il governo si accanisce sui risparmi degli italiani”. Questi sono solo alcuni dei titoli dei soliti quotidiani, anche se va detto che alcuni di loro poi all’interno dell’articolo spiegano, sia pure a malincuore, che in realtà il rischio di una presunta patrimoniale è praticamente pari a zero. Poi c’è il nuovo pasdaran dei sovranisti, Nicola Porro, che nel suo blog ha pubblicato un articolo semplicemente farneticante, a partire già dal titolo: “Delirio giallorosso: c’è la crisi e mettono la patrimoniale”.
“Siccome ce lo chiede l’Europa – si legge nell’articolo – in Aula è stato approvato un emendamento di Leu e Pd alla legge di bilancio”. E qui è subito necessaria una doverosa precisazione. Va bene tutto, va bene distorcere le informazioni per ragioni di propaganda, va bene pure la più becera speculazione (naturalmente si fa per dire…). Però una notizia completamente falsa è davvero troppo, non è in alcun modo accettabile. E che in questo caso non ci sono dubbi che siamo di fronte ad un’incredibile invenzione.
A prescindere dal suo contenuto, quell’emendamento non solo non è stato affatto approvato in Aula ma, addirittura, al momento non è stato neppure messo in votazione (e non è affatto scontato che arrivi al voto in Aula). Per altro non è neppure esatto che l’emendamento è di Leu e Pd perché in realtà è stato presentato da alcuni parlamentari di Sinistra e Libertà e poi firmato da qualche parlamentare del Partito democratico. Chissà se Porro avrà la decenza e il buon senso di scusarsi e di spiegare come ha potuto pubblicare una notizia così palesemente falsa.
“Con la scusa di eliminare le patrimoniali nascoste – prosegue l’articolo – ne mette una palese: un prelievo progressivo, che parte dallo 0,2% su tutte le “ricchezze” da 500 mila euro in su. E, udite udite, nel calcolo del patrimonio entreranno pure i beni immobili. Insomma la tassa non colpirà solo i paperoni (ai quali farà un baffo), ma innanzitutto chiunque abbia un reddito da lavoro e un’abitazione appena più confortevole di una cantina. Forse non sarà l’80% degli italiani, come dice Giorgio Mulè di Forza Italia, ma poco ci manca”.
Saremmo curiosi di sapere che genere di cantine frequenta Porro, perché che un’abitazione “appena più confortevole di una cantina” possa avere un valore di 500 mila è semplicemente ridicolo. Ancora di più sostenere che la presunta patrimoniale “chiunque abbia un reddito da lavoro” perché, secondo l’ultimo aggiornamento Istat, il reddito da lavoro medio in Italia è di poco superiore ai 26 mila euro l’anno. Se, poi, fosse vero che l’80% degli italiani o poco meno ha ricchezze pari almeno a 500 mila euro allora possiamo smetterla di sbraitare e di parlare di crisi, siamo di gran lunga la nazione più ricca al mondo!
Davvero imbarazzante, ancor più constatare che c’è una buona dose di “boccaloni” che, pur contro ogni evidenza, per una questione di “fede politica” è pronta a credere a qualsiasi invenzione, anche la più improbabile. Tornando alla presunta patrimoniale è opportuno fare un po’ di chiarezza. Come ampiamente sottolineato va innanzitutto ribadito che al momento non c’è stato in proposito alcun voto in aula, quindi non è stato approvato un bel niente. Ed è abbastanza evidente che nulla verrà mai approvato.
Molto più semplicemente tra i vari emendamenti presentati alla legge di bilancio ne è spuntato fuori uno, con Nicola Fratoianni (Leu) primo firmatario, a cui poi si sono aggiunte le firme di altri parlamentari di Leu e anche del Pd a titolo strettamente personale, contro l’indicazione del partito stesso (troppo di sinistra un simile emendamento…). La misura chiede l’abolizione dell’imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli da sostituire con un’aliquota progressiva che parte dallo 0,2% “sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro, derivante dalla somma delle attività mobiliari ed immobiliari al netto delle passività finanziarie, posseduto ovvero detenuta sia in Italia che all’estero”.
Trattandosi di una misura progressiva, con un patrimonio netto superiore ai 50 milioni di euro l’aliquota arriva al 2%, con patrimoni superiori al miliardo di euro si arriva al 3%. Prima di fare qualche considerazione sul contenuto, è doveroso ribadire che quell’emendamento è stato presentato da una piccolissima pattuglia di parlamentari della maggioranza e che non c’è alcuna reale possibilità che possa essere approvato. Sarebbe sufficiente evidenziare che il Movimento 5 Stelle ha subito chiarito di non essere in alcun modo d’accordo.
“La patrimoniale non esiste con il M5S al governo. Il nostro programma è sempre stato chiaro su questo” ha affermato il viceministro del Mise Buffagni. “Il M5S è sempre stato contrario e continuerà ad esserlo” ha ribadito il ministro degli esteri Di Maio. Ma anche dal Pd è arrivato un netto rifiuto, con la sottolineatura che i parlamentari che hanno firmato quell’emendamento l’hanno fatto a nome personale, non certo per conto del partito. E, per chiudere, un netto no è arrivato anche da Italia Viva, con il presidente dei senatori Davide Faraone che ha spiegato che “siamo sempre stati contrari alla patrimoniale, lo siamo ancora di più in questa fase”. In altre parole, tanto rumore per nulla.
Ammesso che arrivi al voto in Aula (cosa per nulla probabile) quell’emendamento non verrà mai approvato. Purtroppo, verrebbe da aggiungere, perché lo spirito dell’emendamento stesso è assolutamente condivisibile. Perché propone di togliere imposte che pagano le famiglie che fanno parte del cosiddetto ceto medio (l’imu e l’imposta di bollo su conti correnti e depositi di titoli) e guadagnare comunque qualche miliardo tassando con aliquote ridicole i grandi patrimoni.
Chiamasi equità sociale, un concetto e una richiesta che è sempre più forte a livello internazionale, tanto che nelle settimane scorse è stato presentato un documento firmato e condiviso dai detentori di grandi patrimoni di varie nazioni che hanno sottolineato la necessità, ancora di più in un momento difficile come quello che sta vivendo tutta la comunità internazionale a causa della pandemia, di andare in questa direzione. Se necessario è giusto chiedere un piccolo sacrificio ha chi ha di più, non certo a chi fatica sempre più ad arrivare alla fine del mese.
Qualcosa del genere hanno già fatto in Spagna e in Belgio, in misura decisamente più consistente rispetto alla proposta di cui si discute in Italia. Per la quale, per altro, è persino ridicolo parlare di “piccolo sacrificio”. Perché, se la matematica non è un’opinione, stiamo parlando di cifre che per chi detiene determinati patrimonio sono più che ridicole. In concreto, chi ha mezzo milione di euro pagherebbe 1.000 euro, chi ha 50 milioni di patrimonio pagherebbe 1 milione e chi ha un miliardo pagherebbe 30 milioni.
Un disastro, con una simile pesante “stangata” rischierebbero di infoltire la schiera dei nuovi poveri… Ironia a parte, ciò che è oltremodo paradossale è che chi, come Salvini e Meloni, vogliono accreditarsi come difensori del popolo contro i potenti, non appena c’è anche la minima possibilità di chiedere un piccolissimo (impercettibile) sacrifici a quest’ultimi, non esitano un attimo a sbraitare per difenderli. E, ancor più surreale, quelli che li appoggiano e che si accodano con ancor più virulenza sono in larghissima parte quelli che non corrono alcun rischio e, anzi, da un simile provvedimento eventualmente avrebbero solo da guadagnare…