L’assessore regionale alla sanità Saltamartini per mettere a tacere voci e indiscrezioni sostiene che non cè “nessun piano da contestare, nessuno lo ha chiesto”. Peccato, però, che la lettera inviata il 17 novembre dal commissario Arcuri alle Regioni non lascia dubbi…
La notizia circolava sui quotidiani e sui social da un paio di giorni. Secondo indiscrezioni e voci da confermare le Marche sono tra le Regioni che non avrebbero rispettato la scadenza, fissata originariamente per venerdì 21 novembre, poi (come vedremo in seguito ad un errore del commissario straordinario) spostata al 23 novembre, per presentare il piano vaccinazioni anti covid. Tutti gli organi di informazione avevano dato ampio risalto al fatto che all’originaria scadenza del 20 novembre avevano presentato il suddetto piano solamente il 50% delle Regioni, quindi 10, diventate 13 alla successiva data del 23 novembre.
Nessuno, però, aveva specificato quali fossero le Regioni inadempienti, si parlava che tra questi ci fosse anche la Lombardia ma senza alcuna conferma ufficiale. Stesso di scorso per quanto riguarda le Marche, soprattutto sui social in tanti sostenevano che ci fosse anche la nostra tra la Regioni che non avevano risposto alla richiesta di Arcuri.
Poi nella giornata di martedì 25 novembre a fare chiarezza (o forse ancor più confusione, come vedremo…) ci ha pensato l’assessore regionale alla sanità Filippo Saltamartini. Che ha rassicurato tutti ma non smentendo il fatto che le Marche non hanno presentato alcun piano ma, a sorpresa, svelando che in realtà non c’era alcuna richiesta ufficiale da parte del commissario straordinario Arcuri, tanto meno quella di presentare alcunché entro quelle date.
“Nessun piano da consegnare – afferma Saltamartini sulle pagine di un quotidiano locale – nessuno lo ha chiesto. Il commissario Arcuri ha voluto solo sapere, con una telefonata, se eravamo pronti ad accogliere i vaccini o meglio se avevamo i frigoriferi per stoccare il materiale che dovrà arrivare. E su questo aspetto non abbiamo problemi anche perché proprio nelle Marche c’è una ditta che realizza i frigoriferi con bassissime temperature se il vaccino che avremo sarà quello della Pfizer”.
Nello slancio l’assessore regionale non ha poi nascosto i suoi dubbi su tutta l’operazione vaccini, affermando che bisogna capire di quanti dosi servono realmente alle Marche “perché ci sono sondaggi che sostengono che due italiani su tre si rifiuterebbero di sottoporsi a vaccinazione anti covid”. Semplicemente imbarazzante, al di là del fatto che di sondaggi sul tema in queste ore ne circolano infiniti (e quasi tutti con esiti difformi), pensare che su un tema così fondamentale un assessore alla sanità ragioni basandosi proprio sui sondaggi, e non su ben altro tipo di criteri, a partire soprattutto da quello relativo alla tutela della salute dei marchigiani, fa venire i brividi.
Ci sarebbero tante cose da sottolineare ma l’argomento in discussione in questo caso è un altro e riguarda la presunta richiesta da parte di Arcuri. Che, come sostiene Saltamartini, non c’è mai stata, evidentemente è un’invenzione di giornali e giornalisti non solamente locali ma anche nazionali, visto che su questa vicenda da giorni scrivono un po’ tutti gli organi di informazione. L’assessore marchigiano, però, ci ha svelato che non esiste alcuna richiesta ufficiale, nessuna lettera del commissario straordinario che si è limitato ad una semplice telefonata che, per altro, riguarda solo uno dei tanti aspetti connessi al piano vaccinazione (i frigoriferi per stoccare il materiale che dovrà arrivare).
Certo che se fosse davvero come sostiene Saltamartini bisognerebbe aprire una profonda e seria discussione (ce ne sarebbe bisogno comunque, per la verità) su cosa è diventata l’informazione italiana, visto che in questo caso non c’è neppure distinzione di parte, nel senso che di questa presunta richiesta di Arcuri alle Regioni ne hanno parlato e ne parlano sia gli organi di informazioni che simpatizzano per il centrodestra, sia quelli più vicini al centrosinistra o al governo. Come è possibile? Semplicissimo, tutti gli organi di informazione hanno parlato della lettera di Arcuri perché il commissario straordinario per l’emergenza quella missiva l’ha spedita realmente a tutte le Regioni, chiedendo per davvero di comunicare ufficialmente una serie di informazioni fondamentali per il piano vaccini.
In altre parole, è Saltamartini che non è a conoscenza oppure finge di non esserne a conoscenza. E, francamente, non sappiamo quale delle due ipotesi sia la più sconfortante. “Raccolta informazioni per il piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino covid 19” è l’oggetto della lettera inviata da Arcuri a tutte le Regioni di cui, incredibilmente, l’assessore marchigiano alla sanità ignora l’esistenza (o finge di ignorare…) . D’altra parte, pur conoscendo la scarsa attendibilità dell’informazione italiana, era difficile immaginare un simile invenzione comune. Non solo, proprio i giornali vicini alla destra (quindi la parte politica di Saltamartini) avevano pesantemente ironizzato sull’errore commesso nella lettera dallo stesso Arcuri che aveva fissato il termine entro il quale comunicare le informazioni richieste a venerdì 23 novembre (in realtà venerdì scorso era il 20 novembre, mentre ovviamente il 23 novembre era lunedì).
Proprio quell’errore, secondo quanto riportato da diversi quotidiani, avrebbe poi determinato lo spostamento della scadenza fissata da Arcuri. Sarebbe stato troppo anche per determinati giornali (“Il Giornale”, “Il Tempo”) montare una simile polemica dal nulla, sulla base di una lettera inesistente.
Come visto quella missiva invece esiste ed è indirizzata a tutte le Regioni, nello specifico ai governatori regionali. Chissà, magari Saltamartini non ne è a conoscenza perché Acquaroli ha ritenuto opportuno non comunicarglielo, ipotesi che renderebbe la vicenda ancor più imbarazzante per l’esecutivo regionale. In ogni caso, comunque siano andate le cose, la lettera di Arcuri è chiarissima circa il compito che spetta alle Regioni e ancor più sulla richiesta che il commissario ha avanzato alle stesse.
“Tutto ciò premesso – si legge nella lettera – al fine di definire il piano di fattibilità di questa prima fase di somministrazione, è necessario che le Regioni da Voi presiedute individuino in ogni provincia idonee strutture capaci di rispettare i vincoli sopraesposti quanto alle caratteristiche di consegna, di conservazione e di somministrazione. Pertanto, vi chiedo di volermi comunicare, mediante la tabella allegata, entro venerdì 23 novembre p.v.:
A. per ogni provincia, il numero e la denominazione dei presidi ospedalieri all’interno dei quali si ritiene utile che il vaccino venga consegnato e somministrato; tale presidio ospedaliero dovrà essere in condizione di vaccinare almeno 2000 persone riferiti ai suddetti target (o più persone ma con multipli di mille) in 15 giorni; B. per ogni presidio ospedaliero così individuato: a) il numero di personale operante al suo interno, a qualunque titolo; b) il numero di personale sanitario e sociosanitario operante nel territorio, che potrà raggiungere il presidio in non più di 30-60 minuti; c) la disponibilità al loro interno di congelatori, con le caratteristiche evidenziate, ed il relativo volume di spazio disponibile;
C. per ogni provincia, il numero e la denominazione dei diversi presidi residenziali per anziani (ovvero residenze per anziani autosufficienti, residenze socio-sanitarie per anziani e Rsa) esisteni; D. per ogni presidio per anziani così individuato: a) il numero di personale ospiti presenti al suo interno, nonché la possibilità che lo stesso sia raggiunto tramite unità mobili in non più di 30-60 minuti da uno dei presidi ospedalieri più vicini, individuati come al punto sub A, del quale si prega di fornire la denominazione”.
Forse non sarà esattamente il piano vaccino, ma di certo si tratta di informazioni fondamentali e indispensabile per far partire nei tempi adeguati la vaccinazione contro il covid in tutte le regioni. Informazioni che la Regione Marche non ha fornito nei tempi richiesti dal commissario straordinario, con la surreale e imbarazzante spiegazione fornita da Saltamartini che non può non far riflettere. Partendo dal fatto che, come visto, la lettera in questione esiste davvero. Si può dire la stessa dell’assessore regionale alla sanità? Aspettiamo delucidazioni dal presidente Acquaroli…