Fondi anti covid per le scuole: promossa la Provincia, “rimandato” il Comune


La Provincia ottiene dal Miur 750 mila euro e avvia gli interventi di adeguamento e di adattamento degli spazi e delle aule didattiche in tutti gli edifici scolastici di propria competenza (di cui 9 ad Ascoli). Il Comune, invece, con 160 mila euro interviene solo su 7 edifici scolastici

Ci sono due aspetti che colpiscono nel racconto dei lavori per adeguare le sedi scolastiche cittadine ai protocolli anticovid. Il primo, che potremmo definire “di colore”, è il modo in cui l’informazione locale sta raccontando questi interventi, assolutamente necessari per permettere ai ragazzi di tornare regolarmente tra i banchi il prossimo 14 settembre. Il secondo, più di sostanza, è l’enorme differenza di efficienza che ancora una volta nel capoluogo piceno si evidenzia tra il Comune e la Provincia.

Per quanto riguarda l’informazione, in questi 10 giorni sull’argomento si è letteralmente divertita a dare i numeri, annunciando il via ai lavori in 7, 9, 16, 22, 25, 28 (e chi più ne ha più ne metta) edifici scolastici cittadini, facendo per altro una grandissima confusione anche sugli edifici gestiti dal Comune e quelli gestiti dalla Provincia. In realtà complessivamente in questi giorni gli interventi per l’adeguamento e l’adattamento funzionale delle aule partiranno in 16 edifici scolastici cittadini, 7 tra elementari e medie (quindi di competenza del Comune) e 9 nelle scuole superiori (competenza della Provincia).

Sempre l’amministrazione provinciale ha poi avviato gli interventi in altri 9 edifici nel resto del Piceno. In pratica, quindi, tra quelli nel capoluogo e quelli nel territorio provinciale la Provincia ha messo in campo interventi in tutti gli edifici scolastici di sua competenza, mentre per quanto riguarda il Comune solo in 7 delle 28 scuole di sua competenza sono al momento previsti i lavori per adeguarsi ai protocolli anti covid.

La differenza è evidente e sin troppo netta, così come è lampante il differente passo (e il differente impegno) dei due enti locali per quanto riguarda la sicurezza delle scuole. Non una novità, dopo la crisi sismica del 2016 la Provincia in qualche modo si è mossa, il Comune invece non ha fatto nulla, solo chiacchiere, proclami, improbabili giustificazioni ma in concreto assolutamente nulla. E’ giusto sottolineare che, in realtà, in termini assoluti non che l’amministrazione provinciale abbia brillato per efficienza, che abbia fatto chissà cosa.

Ma al confronto con l’amministrazione comunale c’è un vero e proprio abisso. Quanto meno la Provincia di Ascoli ha quasi subito avviato e concluso le verifiche di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici scolastici di sua competenza, avviando i lavori di adeguamento sismico in alcuni di quelli che sono risultati più a rischio. Il Comune, invece, ancora è in attesa dei risultati delle verifiche di vulnerabilità sismica e, per quanto riguarda gli interventi di adeguamento o di ricostruzione da realizzare, non ha la più pallida idea di come muoversi. Una differenza imbarazzante (per l’amministrazione comunale) che è emersa in maniera sin troppo emblematica anche in questa circostanza, con la Provincia che di fatto interviene su tutti gli edifici scolastici di sua competenza, mentre il Comune non va oltre un misero e incomprensibile 25%.

Ad accentuare l’imbarazzo, in questo caso c’è, poi, il fatto che entrambe le amministrazioni per effettuare quegli interventi hanno sfruttato i fondi messi a disposizione dal Miur attraverso l’avviso pubblico n.13194 del 24 giugno scorso “Interventi di adeguamento e di adattamento degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza sanitaria da covid-19. Fondi strutturali europei”.

Solo che la Provincia ha chiesto i fondi per tutti gli edifici scolastici di sua competenza (del capoluogo e del resto del territorio), ottenendo ben 750 mila euro, mentre il Comune si è limitato a 7 edifici, ottenendo appena 160 mila euro. Difficile, praticamente impossibile, comprendere le ragioni di questa scelta da parte dell’amministrazione comunale. Che, al di là di ogni altra considerazione, lascia aperta la questione, di primaria importanza, relativa agli 21 edifici scolastici di competenza comunale. Per i quali al momento non sono previsti stanziamenti da parte del Comune stesso.

Di conseguenza in quegli istituti non sono previsti alcun genere di interventi, evidentemente gli studenti e il personale scolastico di quei 21 edifici per l’amministrazione comunale sono cittadini di serie B (se non addirittura di serie C), che evidentemente non meritano di essere messi in sicurezza. Per altro anche gli interventi su quei 7 edifici scolastici suscitano qualche perplessità. Il 10 agosto scorso, con delibera n. 166, sono stati approvati i progetti definitivi degli interventi di adeguamento e adattamento degli spazi e delle aule didattiche in quelle scuole, con il contestuale impegno di spesa per ogni intervento.

E dal documento istruttorio, allegato a quella delibera, emerge che per gli interventi per la scuola elementare Don Giussani di Monticelli il costo complessivo è di 23.000 euro, per quelli per le scuole medie Cantalamessa e Ceci è di 23.202 euro, per quelli per la scuola media Luciani e Don Bosco è di 16.212,40, per quelli per la scuola primaria di Villa San’Antonio è di 9.181,47 euro, con l’intervento economicamente più consistente che riguarda la scuola media Massimo d’Azeglio, per un costo complessivo di 51.169,12 euro. In totale la spesa prevista, compresa la progettazione degli interventi stessi, ammonta a poco più di 120 mila euro (122.764,99 euro per l’esattezza).

Quasi 40 mila euro in meno rispetto al finanziamento ricevuto dal Miur. Un risparmio consistente per nulla virtuoso, anzi, a dir poco paradossale. Perché con 21 istituti scolastici che necessitano di identici interventi che, però, non sono stati finanziati, non utilizzare quasi 40 mila euro è un’autentica beffa…

Per quanto riguarda la Provincia, secondo quanto previsto dalla determina n. 243 del 6 agosto scorso, questi sono gli importi previsti per gli interventi nei 9 istituti scolastici del capoluogo (per un totale di 436.226,41 euro): Ipsia Sacconi 46.666,85 euro – Ipsct Ceci 65.339,13 euro – Istituto agrario Celso Ulpiani 42.312,40 euro – Istituto alberghiero 68.395,27 euro – Istituto tecnico-industriale Fermi 53.084,20 euro – Liceo Scientifico Orsini 53.995,03 euro – Liceo Artistico Licini 52.151,34 euro – Istituto tecnico commerciale per geometri Umberto I 36.754,15 euro – l’Itas Mazzocchi 17.527,95 euro

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