Virologi ed epidemiologi spiegano perché bisognava chiudere (anzi neppure riaprirle) le discoteche. Ma per Salvini quel provvedimento non ha giustificazioni scientifiche e mette a rischio il futuro dei giovani. Che, invece, dovrebbe essere legato alla riapertura delle scuole…
E’ difficile non provare profondo sconforto di fronte alle surreali polemiche che divampano sui social e sulla stampa per la chiusura di discoteche e sale da ballo. Che quel provvedimento potesse provocare qualche polemica era da attenderselo. Ma ci eravamo illusi che il dibattito avrebbe riguardato la tardività di una simile decisione, sul concreto rischio di aver “chiuso la stalla dopo che i buoi erano scappati”, sulle ragioni per cui il governo non aveva trovato il coraggio di andare contro le Regioni (semplicemente incoscienti…), chiudendo le discoteche prima di ferragosto.
Invece, incredibilmente, in discussione non è il ritardo, si contesta la chiusura stessa, per altro con motivazioni “strampalate” e risibili, prive di qualsiasi fondamento. E nel farlo non ci si vergogna neppure si spingersi fino al punto di negare la realtà, dimostrata inequivocabilmente da atti, dati e documenti (video e foto) sin troppo eloquenti. Un anticipo di quello che sarebbe accaduto si era avuto nel fine settimana, con lo scontro tra il prof Crisanti, virologo dell’Università di Padova, e l’on. Santanchè, esperta di… fancazzismo!
Da una parte le motivazioni della scienza, dall’altra il nulla. Così, mentre il prof. Crisanti ha spiegato le ragioni per cui il rischio di trasmissione del virus sia alto in discoteca (“quando le persone ballano, sudano e si muovono, cosa che unita al modo in cui respirano e inspirano aumenta le possibilità di trasmissione del virus”), la Santanchè ha replicato con un paragone del tutto fuori luogo (“E allora i treni?”), sostenendo poi senza alcun criterio o spiegazione che “secondo me comunque non è necessario chiudere le discoteche”.
In un paese normale non si perderebbe neppure un minuto di tempo a discutere, un’incontenibile risata seppellirebbe il “secondo me” della Santanchè. Invece in quel paese così schizofrenico che è diventato l’Italia entrambi le opinioni hanno pari dignità, pari credibilità, come se anni di studio e di approfondimenti e e il maturare solo dopo lunghi studi di determinati convincimenti non abbiano alcun valore. Purtroppo, però, quello era solo un antipasto. Il meglio (o il peggio, punti di vista) è puntualmente arrivato nel corso di lunedì 17 agosto.
Dopo che per tutta la giornata esperti, medici e virologi hanno ampiamente spiegato le motivazioni che hanno reso inevitabile quella decisione (assolutamente tardiva), ecco che in serata, dagli schermi televisivi, Salvini, dall’alto della sua “scienza”, ha affermato che la chiusura delle discoteche è “un provvedimento senza giustificazione scientifica”. Che titoli abbia il leader della Lega per fare una simile affermazione è impossibile da comprendere.
Il problema, però, è che c’è ancora chi, nonostante tutto, prende in seria considerazione le sue strampalate affermazioni. Che in un paese normale probabilmente comporterebbero l’immediata richiesta di un tso nei suoi confronti…Purtroppo, però, ormai non c’è da stupirsi più di nulla in questo paese. E in questa vicenda che ruota intorno alla chiusura delle discoteche e, più in generale, dell’emergenza covid-19 può accadere di tutto.
Non conta più la competenza, non conta più la scienza, non conta più la matematica, non contano più neppure i fatti evidenti. Così lo stesso Salvini (insieme alla Meloni), solo poche ore prima aveva continuato a sostenere che se il virus (che solo una settimana prima sosteneva che non esisteva più) ha ripreso a circolare nel nostro paese è colpa dei migranti che arrivano in Italia (e ovviamente del governo che lo permette).
Ci sono i numeri e i dati che evidenziano inequivocabilmente che non è così (secondo il presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli i migranti influiscono sui nuovi contagi non più del 2%, secondo i dati ufficiali del Istituto superiore di sanità addirittura appena lo 0,2%). La matematica stessa dimostra inequivocabilmente che si tratta di una “bufala” pazzesca (se anche tutti i quasi 9 mila migranti che sono arrivati in Italia negli ultimi mesi fossero infetti, l’incidenza sui nuovi casi di covid-19 in Italia non sarebbe neppure del 10%…).
Però, incredibilmente, quella panzana continua ad essere condivisa e ad essere ritenuta credibile da tanti, come al solito con la collaborazione di una parte dell’informazione, quella per cui i fatti ormai non contano più nulla. Così come, contro ogni evidenza, finisce per avere un certo credito anche la protesta dei proprietari delle discoteche. Quello del Papeete, Massimo Casanova, dopo aver affermato che in pista non c’è mai stato alcun contagio, ha addirittura sostenuto che l’obiettivo del governo è quello di vietare anche i comizi e non far svolgere le elezioni (deve essere davvero molto “alcolico” il mojito che fanno al Papeete…).
Basterebbe ricordare, a lui e a quanti come lui negano l’evidenza, la storia di Lorenzo Palazzi, il dj 21enne romano risultato positivo insieme a decine di ragazzi dopo una serata al Country Club di Porto Rotondo. O far notare che, è del tutto evidente, se davvero il governo avesse l’intenzione di non far svolgere le elezioni allora dovrebbe fare esattamente il contrario, cioè non fare nulla per bloccare l’aumento dei contagi, in modo che poi a settembre abbia “la scusa” per sospendere la tornata elettorale.
Ma non meno paradossale è la posizione dell’associazione delle imprese di intrattenimento da ballo (Silb) che, oltre ad aver presentato il ricorso al Tar contro il provvedimento del governo, sostiene che in realtà anche a ferragosto nelle discoteche c’è stato il massimo impegno per far rispettare le norme sul distanziamento. “Negare sempre, anche di fronte all’evidenza” sosteneva Totò in uno dei suoi film. Le foto che vedete all’interno dell’articolo mostrano alcuni locali, dalla riviera romagnola alla Puglia, fino alla Sardegna. Ci sono ulteriori foto e video che mostrano inequivocabilmente quali fosse la situazione nella maggior parte delle discoteche italiane nel fine settimana di ferragosto.
La realtà ormai è diventato un fastidioso optional, quasi non conta nulla. Ci sarebbe molto da aggiungere, come il fatto che in realtà solo pochi giorni prima di ferragosto lo stesso presidente del Silb, Maurizio Pasca, lamentava l’eccessiva rigidità delle norme sul distanziamento, sostenendo che di fatto era impossibile per le discoteche farle rispettare. Un aspetto, almeno per noi fondamentale, è però necessario evidenziarlo. Questa insulsa “crociata” pro discoteche evidenzia in maniera inequivocabile la profonda ipocrisia (che a suo tempo avevamo già denunciato) che si nascondeva dietro l’interesse nei confronti della scuola mostrato da tanti in questi mesi.
A molti di quelli che mostravano profonda preoccupazione per la chiusura delle scuole, per quello che significava per i nostri giovani non poter andare a scuola (o anche all’università), in realtà della scuola stessa non interessava nulla. Era solo un modo, l’ennesimo, per speculare e fare propaganda su un tema che faceva e fa audience. Ora, però, il velo è miseramente caduto. Non bisogna essere dei geni per comprendere che, se i contagi continueranno a crescere di numero e, soprattutto, tra i più giovani, la riapertura di scuole ed università sarà seriamente a rischio.
Non che ce ne fosse bisogno, ma lo ha ribadito nelle ore scorse il presidente della Fondazione Gimbe, Cartebellotta, che ha anche sottolineato come “l’aver riaperto posti come le discoteche mette a rischio la ripartenza delle scuole il 14 settembre”. “Se continua così si rischia di pregiudicare l’apertura delle scuole” ha denunciato l’assessore alla sanità della Regione Lazio D’Amato.
“Dipenderà dalla situazione epidemiologica che ci sarà tra un mese” aggiunge il professor Richeldi del Comitato tecnico scientifico. Non vogliamo neppure pensare a questa ipotesi ma, per quanto ci riguarda, già solo aver messo a rischio la ripartenza di scuole e università è una colpa gravissima. Poi ovviamente è sempre una questione di punti di vista e di prospettive. Salvini sostiene che con la chiusura delle discoteche il governo dimostra “di avercela con i giovani, di non pensare al loro futuro”.
Come lui il noto (tra i più giovani) youtuber Damiano er Faina che in un video pubblicato su Instagram minaccia, “avete chiuso le discoteche? Adesso non vi azzardate a riaprire le scuole!”, ottenendo oltre un milione e mezzo di like (viene quasi voglia di espatriare…). Superfluo sottolineare che per noi il futuro dei nostri ragazzi è a rischio se non ripartiranno regolarmente a settembre scuole e università.
“Se per l’aumento dei casi le scuole non riusciranno ad essere riaperte, questa sarà una grossa sconfitta. Perché un paese che apre le discoteche e non riapre le scuole non ha nessun futuro” scrive su facebook un’operatrice sanitaria locale. Scontato sottolineare che sottoscriviamo in pieno la sua affermazione…