Mentre i familiari delle vittime del covid di Bergamo e Brescia scrivono alla Commissione europea e alla Corte europea dei diritti dell’uomo denunciano “indicibili crimini contro l’umanità”, un’indecente video della dottoressa Gatti spopola sui social
Uno dei paradossi più sconfortanti ed inaccettabili in questa Italia del post pandemia (sempre ammesso che si possa parlare realmente di post…) è che in questi giorni sui social e al centro dell’opinione pubblica non c’è (come invece dovrebbe essere) l’appello-denuncia lanciato dal comitato dei familiari delle vittime del covid di Bergamo e Brescia alla Commissione europea e alla Corte europea dei diritti dell’uomo ma un indecente video che, in sostanza, sostiene che nelle due province lombarde non c’è stata in alcun modo la tragedia che ha scosso l’intero paese. In particolare si cerca addirittura per far passare come false persino le immagini simbolo di quel dramma, la colonna di camion militari che porta via le bare da Bergamo perché non c’è più posto per seppellirle.
Si è perso ogni senso della ragione, la pura e semplice logica dovrebbe far riflettere i “complottari” di casa nostra sul fatto che, se esiste un comitato di familiari delle vittime (per altro con centinaia e centinaia di adesioni), evidentemente qualcosa deve pur essere accaduto in quelle province lombarde. In realtà ci sarebbero anche i dati, inoppugnabili e inconfutabili, a delineare i contorni dell’immane tragedia, senza considerare tutte le prove dirette e le testimonianze di chi ha partecipato a quella triste processione.
Già dover portare fatti concreti per dimostrare la veridicità di quanto avvenuto è semplicemente deprimente, sono passati quasi tre mesi da quando quelle immagini scossero e commossero tutto il paese, da quando sui social migliaia e migliaia di cittadini condivisero in lacrime il video del sindaco di Ferrara Fabbri (della Lega, quindi anche il Carroccio sarebbe parte integrante di questa presunta montatura…) che accoglieva quelle salme provenienti da Bergamo con le note del Silenzio. Ora c’è chi vergognosamente vuole far credere che quelle immagini erano tutta una finzione e la cosa più deprimente è che c’è un numero crescente di “boccaloni” che, contro ogni evidenza, sono addirittura disposti a crederci.
Tutto è iniziato i primi giorni di luglio quando sui social è iniziato a circolare un video di oltre 20 minuti, con il logo ByoBlu (il videoblog di Claudio Messora, noto per le sue teorie complottistiche e inserito da NewsGuard tra i siti che hanno pubblicato informazioni false sul coronavirus), nel quale la dottoressa Antonietta Gatti tra le altre cose afferma che le immagini delle bare di Bergamo trasmesse da tutte le tv italiane sarebbero false. Chi si occupa di “bufale” conosce perfettamente Antonietta Gatti, moglie di uno dei più noti no vax italiani, Stefano Montanari, il principe delle nanoparticelle che sin dall’inizio della pandemia ha condotto una feroce campagna per sostenere che il coronavirus di fatto non esisteva o, nella migliore delle ipotesi, era praticamente più innocuo di una semplice influenza.
Ci siamo già occupati più volte della coppia Montanari-Gatti, sul loro studio e sulla presunta scoperta sui vaccini che conterrebbero pericolose nanoparticelle come acciaio, tungsteno, piombo, zirconio, titanio, antimonio, bismuto, nickel, stronzio. Ed abbiamo già evidenziato come diversi studi scientifici abbiano stroncato in maniera inequivocabile questa presunta clamorosa scoperta. Restando al tema del coronavirus, gli stessi Montanari e Gatti sin dall’inizio della pandemia sono stati il principale punto di riferimento dei “complottisti”, di coloro che hanno tentato di negare l’evidenza dei fatti.
Per settimane, tra l’altro, per dare più credibilità a tesi semplicemente surreali, i complottisti di casa nostra hanno sbandierato ai quattro venti un presunto prestigioso riconoscimento internazionale attribuito al professor Montanari per essersi distinto proprio sul tema del coronavirus (“Heroes of humanity”, eroe dell’umanità addirittura…). Peccato, però, che poi si è scoperto che quel presunto prestigioso premio era stato istituito niente meno che dalla Wbc (World boxing council), la storica sigla pugilistica americana non propriamente nota per le sue competenze in campo medico e scientifico, dietro proposta niente meno che della Wbc Muay Thai Italia, con sede in Thailandia.
Detto che poi la stessa Wbc, dopo aver ricevuto non poche mail di protesta dall’Italia, ha cambiato idea e non gli ha assegnato alcun riconoscimento, molto più concretamente è opportuno invece ricordare come lo stesso Montanari è stato denunciato dagli scienziati del Patto trasversale della scienza e, soprattutto, che il suo blog è stato inserito da NewsGuard (una delle fonti più autorevoli di fact checking) tra i siti che hanno maggiormente condiviso e promosso “bufale” sul coronavirus. Questo è l’ambito in cui nasce e si sviluppa il video nel quale la Gatti sostiene che le immagini delle bare di Bergamo, trasmesse da tutte le tv italiane, sarebbero false.
“Durante la quarantena – afferma la Gatti nel video – ci facevano vedere una sala piena di bare ed era un servizio vecchio sui naufragati a Lampedusa, ho pensato che il giornalista si fosse sbagliato. Poi vedo un sacco di bare sui camion militari e a questo punto ho telefonato ad una persona delle pompe funebri di Bergamo e mi ha detto: “ma non crederai a quello che ti dice la televisione?” Da quel momento l’ho spenta e non ho sentito più nulla”. Nel resto del video, rafforzata da simili presunte scoperte, viene poi riproposta la tesi del coronavirus innocuo, addirittura meno pericoloso dell’influenza stagionale, che al massimo avrebbe provocato solo qualche decina di decessi.
Una vera e propria indecenza ma, per certi versi, emblematica di come agisce chi produce e veicola “bufale”. Cioè partendo da qualcosa di reale (la foto sui naufragati di Lampedusa effettivamente da qualcuno è stata spacciata sui social come foto fatta a Bergamo) ma costruendoci intorno un castello di falsità e di affermazioni assolutamente non verificabili e completamente aleatorie. In concreto, il 19 marzo in effetti su facebook è stata pubblicata una foto scattata nel 2013 a Lampedusa e spacciata per scattata a Bergamo durante l’epidemia di covid-19.
Ma quell’immagine non è mai stata trasmessa da alcun telegiornale che, invece, hanno mandato le immagini della fila di camion militari che trasportavano fuori da Bergamo le bare. Sulla cui autenticità non c’è alcun’ombra di dubbio viste le numerose testimonianze, i filmati, i racconti di chi quei camion li ha guidati, del sindaco di Ferrara Fabbri che ha accolto alcune di quelle bare. Sorvolando, per decenza, sulla testimonianza di un non identificato becchino di Bergamo (che, non essendo in alcun modo verificabile, ha valore minore di zero), basterebbe parlare con i cittadini bergamaschi per vergognarsi anche solo di aver dubitato.
Come se non bastasse ci sono i dati ufficiali dell’Istat, quelli sulla mortalità nei primi 5 mesi del 2020, che parlano chiaro. Ed evidenziano come si siano registrati quasi il 25% di morti in più in Italia, un dato che dice solo in parte del devastante impatto che ha avuto il coronavirus. Perché analizzando più nel dettaglio i dati stessi emerge innanzitutto che nel periodo gennaio-febbraio (cioè prima dell’esplosione della pandemia) in realtà si era registrata una diminuzione di quasi il 10% di decessi. E come nei mesi più drammatici (marzo e aprile) l’aumento di mortalità ha sforato la soglia del 70%.
Se poi andiamo ad analizzare i dati di quelle province lombarde c’è semplicemente da rabbrividire. A Bergamo nel mese di marzo i morti sono aumentati (rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) del 573%, ad aprile del 125%. Evidentemente “la persona delle pompe funebri” a cui si sarebbe rivolta la Gatti (ammesso che esista davvero) doveva essere un po’ distratta per non rendersi conto di una simile sciagura. Dati non molto differenti i a Cremona (rispettivamente +402% e +162%) e a Brescia (+292% e + 146%). Ma dati simili in quei 2 mesi si sono riscontrati anche a Lodi, Piacenza, Parma, Pesaro, Monza.
E’ incredibile come anche di fronte a simili evidenze c’è chi continua a condividere il video con le dichiarazioni della Gatti, a mettere in dubbio quello che è avvenuto in quei mesi nel nostro paese e, soprattutto, in alcune province lombarde. C’è poco da aggiungere, se non citare la lettera che il comitato “Noi Denunceremo – verità e giustizia per le vittime di Covid 19”, che racchiude centinaia di familiari di vittime di Bergamo e Brescia, ha inviato proprio nei giorni scorsi alla presidentessa della Commissione europea Ursula von der Leyen e al presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo Robert Ragnar Spano.
“Lo scorso marzo il mondo ha espresso vicinanza al dolore delle nostre comunità di Bergamo e Brescia che, da sole, contano undicimila vittime di coronavirus. Uno scenario unico e senza precedenti sull’intero pianeta. Vi scriviamo per chiedere la vostra supervisione sulle indagini in corso in Lombardia, che stanno seguendo centinaia di denunce legali presentate ai pubblici ministeri in tutta la regione. In Lombardia, sembrano esserci segni di indicibili crimini contro l’umanità”. A cui ora si aggiungono le offese e la mancanza di rispetto di chi nega la tragedia vissuta dalla cittadina orobica…