Per il virologo francese, dopo il Nobel protagonista di una serie di scivoloni su aids, omeopatia, autismo, il coronavirus è stato creato per errore in laboratorio che cercava di lavorare ad un vaccino anti hiv. Ma le evidenze scientifiche demoliscono la sua bizzarra teoria…
Mancava all’appello Luc Montagnier, premio Nobel nel 2008 insieme alla ricercatrice Francoise Barrè-Sinoussi per aver isolato per primi l’hiv. Lo aspettavamo con una certa impazienza al tavolo dei cosiddetti “complottisti”, cioè di coloro che sostengono tesi alternative sulla nascita (e in alcuni casi sulla stessa esistenza) del coronavirus, ed ora finalmente possiamo dire che siamo al completo, non manca più nessuno.
Chi segue da tempo la querelle sui vaccini e, più in generale, le teorie che chiamano in causa “Big Pharma”, ha imparato a conoscere determinati personaggi e non aveva dubbi che non avrebbero certo perso un’occasione così importante per proporre le proprie tesi. Che, poi, sostanzialmente sono sempre le stesse, quelle che propinano da anni e che, ovviamente, vengono riadattate per l’occasione. Per dimostrare, in questo caso, che il virus non è naturale ma è stato creato (volontariamente o per errore) in laboratorio in funzione di un futuro vaccino che servirà ad arricchire ulteriormente “Big Pharma” . O, in alternativa, a consentire l’agognato controllo della popolazione mondiale, grazie all’inserimento di un microchip all’interno del nostro organismo.
Naturalmente non poteva non essere chiamato in causa Bill Gates che sarebbe tra i promotori dell’idea di creare in laboratorio questo virus, per poi avere un ritorno economico con il vaccino, ma che secondo qualche tesi più ardita avrebbe addirittura l’obiettivo di sterminare la popolazione mondiale per chissà quali reconditi motivi. Non mancano poi, sempre in ottica vaccini, coloro che sostengono la tesi che in realtà la pandemia e la pericolosità del coronavirus siano solo un’invenzione, mentre in realtà avremmo a che fare con qualcosa di simile ad una semplice influenza (addirittura per qualcuno anche meno pericoloso dell’influenza stessa…).
Come variazione sul tema (cioè non connesso strettamente al problema vaccini) ci sono, poi, le tesi di chi ritiene allo stesso modo che il virus sia stato creato in laboratorio ma non in ottica vaccini, bensì per mettere in difficoltà la Cina (secondo chi ritiene che la creazione in laboratorio è opera degli americani) o il mondo occidentale (nel caso in cui si ritiene che invece sia la Cina ad averlo creato in laboratorio). I nomi di chi propone queste tesi alternative sono sempre gli stessi. Si va dal re dei complottisti italiani, Massimo Mazzuca ai vari no vax di casa nostra come Stefano Montanari, fino ai più noti complottisti internazionali come Robert Davide Steele e Shiva Ayyadurai.
La cosa paradossale è che alcune di queste teorie alternative sono palesemente in contrasto l’una con l’altra. Eppure la maggior parte di chi le condivide e le sponsorizza non fa distinzioni, dà credito ad una tesi e, in egual modo, a quella che sostiene una teoria esattamente opposta. Così, per loro, è perfettamente credibile che il coronavirus sia stato creato in laboratorio dalla Cina contro gli Stati Uniti ma, in egual modo, che siano stati gli americani a crearlo per danneggiare la Cina. Così come è assolutamente credibile che non sia così pericoloso, addirittura meno della semplice influenza stagionale, ma anche l’esatto opposto, ossia che sia stato creato in laboratorio volutamente così contagioso e letale per giustificare poi la vaccinazione di massa.
Va bene tutto e il contrario tutto, l’importante è che sia qualcosa che preveda una qualche forma di complotto, di fine subdolo. E poco conta che tutti gli studi scientifici, che nessuno di quei presunti esperti che propongono teorie alternative si guarda bene dal provare a confutare nel dettaglio, abbiano ampiamente dimostrato l’origine assolutamente naturale del virus (per chi volesse gli studi, che nessuno è riuscito a confutare, pubblicati su “Nature Medicine” e “Emerging Microbes & Infections”).
A provare a ridare un po’ fiato a chi non si rassegna all’origine naturale del virus ci ha ora pensato Luc Montagneir che, dall’alto del suo premio Nobel nel 2008, sarebbe assolutamente e indiscutibilmente attendibile. Ora bisognerebbe capire per quale singolare ragione non lo siano in egual modo tutti i premi Nobel (decine e decine) che sostengono (con fondate prove) esattamente il contrario. Ma, prima di capire realmente chi è Montagnier, è giusto soffermarsi sulla sua tesi che, in realtà, fa acqua da tutte le parti e che, per altro, si basa su alcuni presupposti assolutamente falsi.
In sintesi, Montagnier ha sostenuto che il virus è uscito da un laboratorio di Whuan che dall’inizio degli anni 2000 si è specializzato sui coronavirus. E lo suppone (perché nell’intervista rilasciata il 17 aprile a “Pourquoi Docteur?” Montagnier ipotizza e fa supposizioni, non parla mai di eventuali prove concrete a supporto della sua tesi) perché a suo dire nel genoma del coronavirus sarebbe stata inserita una sequenza di hiv per tentare di lavorare ad un vaccino proprio contro l’hiv. A supporto di questa tesi cita uno studio che lo stesso Montagnier avrebbe firmato e pubblicato insieme ad un collega matematico, Jean Claude Perez, e prima ancora uno studio identico di un gruppo di ricercatori indiani a cui, a suo dire, sarebbe stato di fatto vietato di pubblicare i risultati raggiunti.
In realtà tutti gli studi scientifici hanno dimostrato (senza che fino ad ora nessuno da un punto di vista sia riuscito a smentirli) che gli inserti trovati nel coronavirus sono stringhe minuscole che hanno corrispondenza con molti altri virus, quindi l’hiv non c’entra nulla. Quanto agli studi a supporto della sua tesi, quello dei ricercatori indiani, a differenza di quanto sostiene Montagnier, era stato pubblicato a fine gennaio in un sito di pre-pubblicazione ma poi è stato ritirato (dagli stessi ricercatori che l’avevano prodotto…) e non più riproposto perché era stato scientificamente demolito e dimostrato assolutamente inattendibile.
Quanto all’altro studio, quello che sarebbe stato firmato dallo stesso Montagnier con Perez, in realtà al momento non risulta alcun lavoro firmato dai due. Esiste, invece, uno studio pubblicato da una cosiddetta rivista predatoria (cioè una rivista che per soldi pubblica qualunque cosa, senza garantire un controllo adeguato dell’accuratezza scientifica) nel quale Perez afferma di aver trovato la prova matematica dell’artificialità del genoma del coronavirus. Peccato, però, che in realtà in larghissima parte si tratta della riproposizione di precedenti scritti in cui Perez si occupava delle sequenze di Dna umano, dei Neanderthal, ecc (per altro persino le figure che dovrebbero dimostrare la sua tesi sono riciclate e non riferite allo studio del coronavirus).
In realtà chi conosce davvero Montagnier non può certo rimanere stupito. Perché il virologo francese, dopo il Nobel, ha improvvisamente sposato tutte le più fantasiose teorie alternative, incappando in una serie di clamorosi scivoloni. Come la sua bizzarra teoria secondo cui l’Aids si può trasmettere con un bacio, senza dimenticare le fantasiose tesi secondo cui alcune malattie degenerative si possono curare semplicemente con la Papaya (lo stesso Aids secondo Montagnier si può curare con antiossidanti e integratori alimentari).
Soprattutto, però, il virologo francese ha abbracciato l’omeopatia, al punto da pubblicare i risultati di uno studio che, a suo dire, forniva basi scientifiche a questa pratica. Studio, però, inesorabilmente smontato da tutta la comunità scientifica perché giudicato “privo di validità scientifica poiché carente riguardo al protocollo sperimentale, alle apparecchiature usate, alle semplici basi teoriche”. A completare il quadro negli ultimi anni Montagnier ha sposato le tesi degli anti vaccinisti sulla famosa (e scientificamente ampiamente negata) correlazione con l’autismo, basata per altro sullo studio di Wakefield, pubblicazione dichiarata fraudolenta (come ammesso anche dallo stesso medico britannico).
Proprio le sue teorie “lontane dalle ricerche scientifiche”, qualche anno fa hanno spinto ben 35 vincitori dei premi Nobel a schierarsi contro di lui e a chiedere la sua immediata rimozione dal ruolo di presidente del Centre International de Reference “Chantal Biya” (centro di ricerca internazionale per la prevenzione e cura di Hiv).
“Se fosse stata eseguita la manipolazione genetica sarebbe stato usato uno dei numerosi sistemi genetici inversi disponibili per i betacoronavirus. Tuttavia i dati genetici mostrano inconfutabilmente che Sars-Cov2 non deriva da nessuna spina dorsale di virus precedentemente utilizzata” si legge in uno degli studi scientifici che confermano l’origine naturale del coronavirus. Che, guarda il caso, né Montagnier né nessun altro tra quelli che sostengono l’origine “artificiale” del virus hanno neppure provato a confutare.
Tanto non hanno certo bisogno di basi scientifiche per convincere chi in realtà è già certo a prescindere che la verità è differente…