Mentre governo, governatori e scienziati invitano a mantenere le misure di distanziamento sociale e a non uscire di casa se non per necessità, Salvini chiede di aprire le chiese per Pasqua. Sconfessando papa Francesco e i cardinali della Congregazione del Culto Divino
Poco meno di 4 anni fa (estate 2016) aveva rinnegato papa Francesco, sfoggiando a Pontida un’emblematica maglietta con scritto “Il mio papa è Benedetto”. Poi, con la solita “coerenza”, qualche mese fa aveva espresso il desiderio, anzi, la richiesta di incontrare il Santo Padre vaneggiando una sorta di collaborazione visto che “sono stato votato da milioni di italiani, in buona parte cattolici” (ma la risposta di papa Francesco era stata netta e risoluta, niente incontro privato fino a che non cambia politica sull’accoglienza).
Ora, probabilmente in preda ad uno dei suoi tipici deliri (modello Papeete), in vista della Santa Pasqua Salvini tenta l’ultimo paradossale azzardo, quello di sostituirsi al papa. Così, mentre il Pontefice nel corso della settimana scorsa aveva confermato la chiusura ai fedeli non solo delle chiese ma anche dei tradizionali riti della Settimana Santa a San Pietro, il nuovo aspirante papa lombardo ha invece chiesto di riaprire le chiese per Pasqua.
“In seguito alla straordinaria situazione che si è venuta a determinare, a causa della diffusione della pandemia da Covid 19, e tenendo conto delle disposizioni fornite dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti con decreto in data 25 marzo 2020 si è reso necessario un aggiornamento in relazione alle prossime celebrazioni liturgiche presiedute dal Santo Padre Francesco, sia in ordine al calendario, sia in ordine alle modalità di partecipazione. Pertanto si comunica che il Santo Padre celebrerà i Riti della Settimana Santa all’Altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro secondo il seguente calendario e senza il concorso di popolo” annunciava nei giorni scorsi un comunicato stampa della Santa Sede.
Che però non aveva considerato l’opinione dell’aspirante papa lombardo. Che, in uno dei sempre più frequenti deliri di questo periodo, incurante delle intenzioni del papa e dei cardinali della Congregazione, nel corso di un’intervista a Sky Tg 24 ha chiesto l’apertura delle chiese per Pasqua.
“Sostengo le richieste di coloro che chiedono, in maniera ordinata, composta e sanitariamente sicura, di farli entrare in chiesa – ha affermato Salvini intervistato da Maria Latella – far assistere per Pasqua, anche in tre, quattro o in cinque, alla messa di Pasqua. Si può andare dal tabaccaio perché senza sigarette non si sta, per molti è fondamentale anche la cura dell’anima oltre alla cura del corpo. Spero che si trovi il modo di avvicinare chi ci crede. C’è un appello mandato ai vescovi di poter permettere a chi crede, rispettando le distanze, con mascherine e guanti e in numero limitato, di entrare nelle chiese come si entra in numero limitato nei supermercati. La Santa Pasqua, la resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo, per milioni di italiani può essere un momento di speranza da vivere”.
Ora in un paese solo un tantino normale che un soggetto come Salvini, l’esatta antitesi di un vero cattolico, vada in tv a parlare di cura dell’anima e di spiritualità religiosa, sarebbe qualcosa di altamente comico. Se poi, in nome di chissà quale autorità spirituale, quello stesso soggetto si azzardasse a mettere in discussione quanto accettato, con la necessaria consapevolezza dalla particolarità del momento, dal papa e dalla massima Congregazione in fatto di liturgia, inevitabilmente scatterebbe la richiesta immediata di un tso.
Come se non bastasse il paragone tra chi va dal tabaccaio per le sigarette e chi ha esigenze spirituali è semplicemente surreale, così come tutta la proposta del leader della Lega. Al quale sarebbe inutile spiegare che la cosiddetta cura dell’anima e la spiritualità religiosa, in momenti come questi, si possono tranquillamente curare senza necessariamente esporsi ed esporre gli altri a rischi. Già, come è possibile sperare di far capire qualcosa di simile a chi utilizza la religione per inverecondi spot promozionali, a chi appena una settimana fa si è reso protagonista, insieme alla D’Urso, di quell’ignobile teatrino in tv?
Al di là dell’aspetto strettamente religioso, è semplicemente sconfortante che in un momento come questo, mentre tutti si affannano a invocare la massima collaborazione per far funzionare le misure di distanziamento sociale, mentre si sottolinea come sia ancora più importante in questa fase continuare a restare a casa, uscendo solo ed esclusivamente se necessario, un ex ministro e leader del primo partito (almeno secondo i sondaggi) faccia un appello che va esattamente nel senso opposto. E’ paradossale che, praticamente nello stesso momento in cui il suo leader lanciava quel farneticante messaggio, il governatore leghista della Lombardia Fontana in un accorato appello ai lombardi chiedeva di restare rigorosamente in casa, di non uscire per alcuna ragione.
Per altro c’è da aggiungere che, oltre ad essere totalmente inopportuno, il messaggio di Salvini è a dir poco strampalato. In che modo si potrebbe decidere chi può entrare in chiesa per assistere alla funzione religiosa e chi no? E quale mente deviata può pensare di paragonare la chiesa ad un supermercato dove i clienti possono tranquillamente fare la fila per entrare a turno a fare la spesa. La verità è che, come avevamo già sottolineato dopo le farneticanti “sparate” dei giorni scorsi, Salvini ormai ha perso ogni residuo di lucidità, ogni barlume di ragionevolezza.
L’ulteriore emblematica dimostrazione è l’allucinante emendamento presentato in Senato, in vista della conversione in legge del decreto “Cura Italia”, incredibilmente punitivo nei confronti di medici e personale sanitario. Una follia vera e propria, con la richiesta di esonerare da ogni responsabilità l’azienda ospedaliera o l’amministrazione che non fornisca a medici e infermieri i dispositivi di protezione necessari, nel caso in cui si ammalino.
Di fronte allo sdegno crescente, una volta che è venuto alla luce, Salvini (primo firmatario della richiesta) e la Lega sono stati costretti a ritirare l’emendamento. Ma il solo fatto di averlo pensato, predisposto e presentato è l’ennesimo inequivocabile segnale che l’ex ministro dell’interno è nel più totale stato confusionale.
E farebbero bene i principali esponenti della Lega a prenderne atto al più presto, mettendo ai margini del partito un leader che ormai, è del tutto evidente, non è più in grado di svolgere il suo ruolo, neppure, come ha fatto fino a qualche settimana fa, nel peggiore dei modi…