Pandemia di “bufale” sul coronavirus


Anche l’emergenza coronavirus diventa il pretesto per diffondere, sui social ma anche sugli organi di informazione, “fake news” di ogni tipo, tra l’improbabile scoperta di farmaci e alimenti miracolosi, profezie nefaste e le immancabili teorie complottiste

Chiusura di fabbriche e scuole, improbabili sintomi e modalità di contagio, medicinali e alimenti miracolosi che combattono e tengono lontano il virus, improbabili profezie. E poi le solite immancabili teorie complottiste, quelle su un fantomatico piano dell’Europa (capitanato da Francia e Germania) per distruggere l’Italia e tutto il repertorio peggiore possibile. Non che qualcuno si fosse illuso che la fabbrica delle “bufale” potesse fermarsi di fronte ad una così grave emergenza, nel corso della quale, per altro, la diffusione di notizie false può avere effetti deleteri sotto ogni punto di vista.

Però davvero si è andati (e si sta andando) oltre le più pessimistiche previsioni, con l’aggravante che in questo caso ad alimentare e a diffondere “fake news” stanno contribuendo in maniera rilevante anche esponenti politici e quotidiani nazionali. Per non parlare, poi, della serie impressionante di “bufale” costruite appositamente dalla Russia con ben specifici scopi (di cui ci occuperemo in altra sede). Chi si occupa di fact checking (verifica dei fatti) in queste settimane ha davvero un gran da fare. Scorrendo rapidamente i siti e le piattaforme di “fact checking” si trovano ogni giorno nuove e sempre più fantasiose “bufale”, molte delle quali, tra l’altro, sono costruite in maniera da essere credibili e verosimili, soprattutto per chi non ha così tempo o voglia di approfondire.

Ancora più credibili, per una precisa platea di persone, sono le cosiddette “bufale” di carattere strettamente politico-propagandistico, rivolte quindi soprattutto a quanti condividono certi sentimenti, certe opinioni politiche e, per questo, sono più propensi a considerare reali determinate notizie (che partono quasi sempre da un fondo di verità).

Ce ne sarebbero decine e decine da sottolineare e smentire, di seguito abbiamo scelto di pubblicare quelle (ovviamente a nostro avviso) più eclatanti, di cui per altro chiunque può verificare (approfondendo un po’) l’infondatezza.

NON ESISTE ALCUN FARMACO RUSSO CHE PREVIENE O CURA IL CORONAVIRUS

Da qualche giorno sui social è diventato virale un post, con tanto di foto, secondo cui in Russia è in vendita un farmaco efficace sia per prevenire che per curare il coronavirus. “Allucinante, fate girare prima che bloccano” conclude il post. Il farmaco in questione è l’Arbidol ed esiste realmente, si tratta di un antivirale venduto anche in Cina (oltre che in Russia). Ovviamente il fatto che curi il coronavirus (o lo prevenga) è falso, visto che allo stato attuale non esiste alcun farmaco in grado di farlo. E’ al centro di diversi studi (tutti condotti in Cina) che però fino ad ora non hanno dato alcun risultato. Tanto che né in Cina, né negli Stati Uniti, né in Europa è stata approvata la sua vendita.

LA FALSA TESTIMONIANZA DI UN MEDICO DEL NIGUARDA, NON E’ VERO CHE IN OSPEDALE SI SCEGLIE CHI CURARE

Sin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, l’incubo che aleggia è quello che, con l’aumento dei contagi, le strutture di rianimazione e terapia intensiva degli ospedali italiani possano arrivare al collasso. Situazione che secondo un post pubblicato alcuni giorni fa sui social in realtà si starebbe già verificando. Si tratta di una (presunta) testimonianza di un anestesista del Niguarda di Milano (il cui contenuto ha avuto grandissimo risalto anche su “Il Giornale”) che racconta di una situazione interna drammatica e che confessa che già da giorni si effettuerebbe una selezione dei pazienti da curare in base all’età, ovviamente con i più anziani che verrebbero lasciati al loro drammatico destino. Alla fine è dovuto intervenire con un comunicato ufficiale l’ospedale milanese per smentire categoricamente.

LA FALSA TABELLA CON I SINTOMI DEL CORONAVIRUS

Nei giorni sui social, e in particolare su Facebook, ha avuto ampia diffusione l’immagine di una tabella che riporta i sintomti ricollegabili al Covid-19, messi a confronti con quelli di influenza e raffreddore, che sarebbe stata diffusa dalla Croce Rossa Italiana.

Che alla fine è stata costretta ad intervenire e smentire la falsa notizia, ricordando tra l’altro che i contenuti ufficiali della Croce Rosse vengono pubblicati sul proprio sito (dove c’è anche un sezione specifica sul coronavirus) e sulle pagine social ufficiali.

BEVANDE CALDE, VITAMINA C E KIWI: LE FALSE CURE

Il coronavirus non lo ferma il panico ma l’intelligenza”. Inizia così un post diffuso su Facebook e su Whatsapp secondo cui le bevande calde uccidono il virus (mentre quelle fredde faciliterebbero la sua diffusione), una scoperta fatta da un fantomatico ricercatore di Shenzen, trasferitosi a Wuhan. Il testo, ovviamente falso, è stato anche condiviso da diversi siti di informazione, prima di essere categoricamente smentito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Falsi e privi di qualsiasi fondamento anche i consigli di fantomatici medici di Taiwan (in altre versioni diventati giapponesi), alcuni dei quali particolarmente paradossali (tenere bocca e gola sempre umidi e bere ogni 15 minuti per far scivolare via il virus nell’esofago e nello stomaco), per non parlare dell’improbabile test fai da te per capire se si è contagiati.

Sulle possibili cure, in realtà, sui social è circolato di tutto. Come una cura particolare a base di una tisana di Verbasco 2 volte al giorno, un kiwi e compresse di vitamina C (Cebiom) che sarebbe stata testata positivamente su alcuni pazienti ma smentita dalla stessa azienda produttrice (la Cebion). Ancora, il falso comunicato degli ospedali lombardi sulla vitamina C che favorirebbe le guarigioni (prevenendo anche i contagi). Come se già avessero poco da fare, sono dovuti intervenire il Policlinico e l’ospedale Sacco di Milano per smentire.

BIOCONTENIMENTO BSL E PANDEMIA, LE FALSE LIMITAZIONI ALLE LIBERTA’ PERSONALI

Ad inizio di questa settimana tutti gli organi di informazione, non solo italiani, hanno annunciato che nei giorni successivi l’Oms avrebbe dichiarato la pandemia. Il 10 marzo sui social è apparsa una presunta comunicazione del Dipartimento della Protezione civile dove si annunciava che, a partire dal 15 marzo, se l’epidemia non fosse stata contenuta sarebbe stato dichiarato il biocontenimento BSL-4, il più alto previsto con protocolli di contenimento estremamente stringenti. Come se non bastasse, nello stesso comunicato si annunciava che “se l’Oms dichiarerà la pandemia il mondo si fermerà nei successivi 21 giorni. Borsa, parlamenti, scuole, attività commerciali, uffici, tutto si fermerà. Solo un membro per ogni nucleo familiare sarà dotato del kit necessario per recarsi ai checkpoint militari approntati per i rifornimenti. Non si potrà lasciare la quarantena domiciliare, malato o sani, grave o no”.

L’11 marzo l’Oms ha dichiarato la pandemia e, ovviamente, nulla di tutto ciò è accaduto. Così come il Dipartimento della Protezione Civile ha ovviamente smentito quella comunicazione

IL VIRUS NON E’ STATO CREATO NEGLI STATI UNITI E NON E’ NATO IN LABORATORIO

Per diversi giorni sui social è circolata una foto di una cisterna su rotaie con la scritta Covid-19 (la sigla con cui si indica il coronavirus), secondo il testo allegato scattata nel Kansas nel settembre 2019. A dimostrazione che il virus sarebbe stato creato e veicolato dagli Stati Uniti. Al di là delle spiegazioni tecniche fornite da diversi siti di fact checking degli Stati Uniti, il sito di fact checking tedesco “Mimikama” ha svelato che la foto è stata modificata, con la scritta Covid 19 inserita successivamente. Allo stesso modo sin dalle prime volte che si è iniziato a parlare del coronavirus, sui social si è diffusa la bufala sul fatto che il virus sarebbe nato in laboratorio di Wuhan. A provarlo sarebbe un’intervista ad un pseudo esperto statunitense pubblicata da un giornale statunitense, noto in patria per la scarsa attendibilità. Lo stesso presunto esperto (Dani Shoham) ha precisato di non aver alcuna informazione in proposito e, anzi, di ritenere certo che il contagio ha un’origine naturale.

LE PENSIONI DI APRILE NON SARANNO RIDOTTE DEL 50%

Come se non bastasse la realtà già così drammatica, a generare ulteriore panico ci pensano alcune false notizie su chiusure e tagli. Nei giorni scorsi, ad esempio sono circolati un pseudo comunicato del Mef che annunciava la chiusura di tutte le fabbriche del territorio ed un presunto comunicato del ministero dell’istruzione che annunciava che le scuole sarebbero rimaste chiuse fino al 9 giugno. Entrambi falsi, così come la presunta circolare dell’Inps che annunciava che, a causa del coronavirus, ad aprile le pensioni sarebbero state ridotte del 50%.

RISORSE PER L’EMERGENZA, NON E’ VERO CHE LA GERMANIA E GLI ALTRI PAESI INVESTONO PIU’ DELL’ITALIA

Dopo l’annuncio del governo del primo intervento economico per far fronte alle conseguenze dell’emergenza coronavirus, il senatore Paragone ha pubblicato un video, subito ripreso e diffuso sui social e da altri siti, in cui sostiene che questa è l’ennesima dimostrazione che la Germania è la padrone della Ue, visto che a Berlino viene concesso di stanziare 550 miliardi mentre all’Italia viene data la possibilità di spenderne solo 25. Nella migliore delle ipotesi l’ex direttore della Padania ha preso una colossale cantonata perché mette a confronto due voci completamente differenti: per la Germania fa riferimento alla mobilitazione di risorse prevista (e non al solo investimento del governo), per l’Italia fa invece riferimento allo stanziamento del governo e non alla mobilitazione di risorse previste.

In realtà è cosa ampiamente nota che, per usare lo stesso parametro usato per la Germania, che per l’Italia la mobilitazione di risorse prevista è di 350 miliardi, in relazione al pil addirittura superiore a quella della Germania. Stesso discorso per la locandina che da un paio di giorni circola su alcuni siti della Lega che dimostrerebbe che l’Italia è quella che ha stanziato meno fondi. Anche in questo caso sono due voci differenti a confronto e la notizia è palesemente falsa (o quanto meno spudoratamente manipolata)

NESSUN COMPLOTTO CONTRO L’ITALIA, LA UE RIMUOVE IL BLOCCO DELLE MASCHERINE

La difficoltà di reperire mascherine, nei giorni scorsi ha dato il via al diffondersi di una fantasiosa teoria che vorrebbe Francia e Germania unite, con la collaborazione dell’Unione europea, per mettere in ginocchio l’Italia per poi poterla depredare. Tesi rilanciata anche da alcuni esponenti politici e, poi, da diversi organi di informazione. Basata sul fatto che Germania e Francia avevano bloccato l’invio di mascherine verso l’Italia (e secondo i teorici di questa tesi con l’approvazione dell’Unione europea). In realtà le cose sono decisamente differenti, la Germania, per ordine del ministro per gli affari economici, come sono iniziati a salire i contagi ha effettivamente bloccato l’esportazione di materiale medico ma verso tutti gli altri paesi europei, non solo verso l’Italia. Nessun provvedimento simile, invece, è stato adottato dalla Francia.

A rendere complessa la situazione, in realtà, c’è stato il non citato blocco delle esportazioni di materiale medico stabilito dalla Repubblica Ceca che è il principale produttore europeo di mascherine. A smontare definitivamente la teoria del complotto contro l’Italia c’è, però, il fatto che proprio l’Unione europea, il 14 marzo scorso, ha imposto la rimozione del blocco di Germania e Repubblica Ceca che, dopo l’intervento del commissario europeo per il mercato interno Thierry Breton, hanno cancellato quelle misure. Non solo, nella stessa giornata del 14 marzo la Commissione europea ha emanato un regolamento che garantisce la circolazione del materiale sanitario tra i paesi dell’Unione europea.

NON E’ STATO ZINGARETTI A CHIUDERE 16 OSPEDALI DEL LAZIO

Il segretario del Pd Nicola Zingaretti è stato il primo (e per ora l’unico) segretario politico ad essere contagiato dal coronavirus. Dopo che lui stesso ha da dato la notizia sui social si sono scatenati gli odiatori di professione che hanno augurato al segretario del Pd tutto il peggio possibile. A dar loro maggior fiato, ci ha pensato una notizia in realtà non nuova e che, per l’occasione, è stata subito rilanciata sui social secondo la quale Zingaretti avrebbe distrutto la sanità nel Lazio, avendo chiuso 16 ospedali, fatto perdere 3600 posti, tagliato (-14%) personale sanitario e fatto aumentare a dismisura i tempi di attesa (+90%).

Basterebbe visionare gli atti ufficiali della Regione Lazio per scoprire che si tratta di informazioni palesemente false. Zingaretti è, infatti, diventato presidente della Regione il 12 marzo 2013 mentre gli atti che hanno sancito la chiusura di 16 ospedali risalgono al 2010 e sono opera della giunta Polverini (centrodestra). Zingaretti in realtà ha riaperto la maggior parte di quelle strutture, come Case della salute. Di conseguenza, ovviamente, anche la diminuzione dei posti letto è opera della precedente amministrazione, mentre per quanto riguarda il personale sanitario con il decreto 405/2018 (piano triennale delle assunzioni) e la stabilizzazione dei precari in realtà ha aumento il personale stesso. Falsi anche i dati sulle liste di attesa

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