Avviso pubblico del Comune per trovare aree e fabbricati per le cosiddette scuole pubbliche e temporanee. Che, però, secondo il project financing erano già state individuate (ex Distretto militare ed ex Mercato Coperto) e potevano essere pronte in brevissimo tempo…
Un avviso pubblico per invitare chi ha un fabbricato o un terreno a metterlo a disposizione del Comune per le cosiddette sedi scolastiche pubbliche e temporanee. E’ questo l’ultima paradossale trovata, in tema di sicurezza delle scuole, del sindaco Fioravanti e dell’amministrazione comunale. Al di là del fatto che l’iniziativa del Comune arriva con 3 anni e mezzo di ritardo (una proposta praticamente simile l’aveva fatta nell’autunno 2016 il Comitato Scuole Sicure all’allora sindaco Castelli che, ovviamente, neppure l’aveva presa in considerazione…), quella che in linea teorica sarebbe anche un’iniziativa condivisibile, nel contesto di assoluta confusione in cui si muove l’amministrazione comunale è l’ennesima dimostrazione di imbarazzante incapacità.
Perché in realtà l’amministrazione comunale le sedi temporanee le avrebbe già individuate e, per giunta, a detta dello stesso Comune potrebbero essere pronte abbastanza rapidamente. E’ scritto, nero su bianco, nella relazione che accompagna il famoso project finamcing sulle scuole.
“Dal punto di vista organizzativo – si legge – il piano logistico deve far fronte alla delocalizzazione di un numero superiore a 1100 studenti per ciascuno dei due anni scolastici. Da qui l’esigenza di avere a disposizione degli spazi capaci di svolgere le funzioni di “scuole temporanee” per la durata dei lavori. Questi edifici sono stati individuati tra gli immobili di proprietà comunale, rispettivamente nell’edificio dell’ex Distretto Militare, situato su corso Mazzini, in centro storico, e nell’edificio dell’ex Mercato Coperto in via Recanati, nel quartiere di Porta Maggiore”.
Nella stessa relazione (approvata il 25 febbraio 2019, quindi dalla precedente giunta comunale) si evidenzia tra l’altro che gli interventi “per rendere adeguati gli edifici dal punto di vista funzionale” non solo sono considerati una priorità ma, soprattutto, si sottolinea che i lavori per rendere le due sedi utilizzabili non sono particolarmente lunghi e complicati, quindi le sedi stesse potrebbero essere pronte in tempi brevissimi. Come detto quella relazione è del febbraio 2019, in pratica lo stesso periodo in cui l’amministrazione comunale, con le uniche due verifiche di vulnerabilità sismica effettuate nelle scuole cittadine, è venuta a conoscenza della situazione critica della scuola Borgo Chiaro e, ancor più, della Malaspina.
Se quello che è scritto nella relazione del project financing corrisponde al vero è inspiegabile la ragione per cui il Comune non è intervenuto subito per sistemare quelle due strutture e fare in modo che gli alunni delle due scuole a rischio potessero iniziare l’anno scolastico in assoluta sicurezza. Così come, più in generale, sarebbe inspiegabile che ora l’amministrazione comunale sia a caccia di fabbricati e terreni (l’avviso scade il prossimo 4 marzo) per le sedi temporanee, visto che sono già state individuate.
Lo avevamo già sottolineato in passato, esattamente ad inizio 2020 quando nell’albo pretorio on line del Comune era stata pubblicata la determina n. 4265 del 30 dicembre 2019 con la quale veniva affidato all’ing. Di Lorenzo l’incarico di “consulenza per la ricognizione dei plessi scolastici situati nel comune di Ascoli Piceno” nell’ambito degli interventi di recupero post sisma e dell’adeguamento sismico degli edifici esistenti. In altre parole lo scopo dell’incarico era quello, dopo un’attenta ricognizione, di trovare le soluzioni temporanee per consentire il trasferimento degli studenti nel momento in cui inizieranno i lavori (chissà quando…).
Se “le sedi temporanee sono state già individuate – ci chiedevamo allora nell’articolo “Diffide e contraddizioni, caos in Comune per la sicurezza delle scuole” – e possono essere pronte in breve tempo, allora che bisogno c’è di affidare quell’incarico esterno?”. Interrogativo che, a maggior ragione, vale tuttora e, anzi, alla luce dell’invito fatto dall’amministrazione comunale si rafforza. Perché se la soluzione è quella di fare un invito pubblico per cercare le sedi temporanee, non solo ciò che è scritto nella relazione al project financing evidentemente non è attendibile ma non serviva neppure affidare quell’incarico (con l’ulteriore spesa a carico del Comune) ma si poteva fare subito l’invito stesso.
In altre parole, la solita imbarazzante confusione che regna sovrana. In un simile contesto sarebbe quanto meno opportuno che il sindaco Fioravanti rispondesse a questi ed altri quesiti, che finalmente spiegasse ai cittadini come realmente stanno le cose, come intende muoversi (ammesso che ne abbia la più pallida idea…) la sua amministrazione.
Questo e altro avremmo voluto chiedere al primo cittadino al quale abbiamo chiesto un incontro proprio per confrontarci sul delicato tema della sicurezza delle scuole, per un confronto su quanto è stato fatto (o forse sarebbe meglio dire non è stato fatto…) e su quello che bisogna fare. Il sindaco, però, dopo aver fatto promesse e proclami di ogni tipo in campagna elettorale e, poi, aver disperatamente tentato di “confondere le acque”, ha pensato bene di fuggire, di evitare qualsiasi confronto, qualsiasi domanda.
Non una novità, in questo senso siamo sulla stessa identica linea del suo predecessore: prima le promesse, poi i proclami, infine l’indecorosa fuga. La sicurezza delle scuole, lo ha ripetuto in continuazione in campagna elettorale e nelle prime settimane dopo l’insediamento, doveva essere una delle priorità della sua amministrazione. Che, visto quanto accaduto dal terremoto in poi, voleva dire un cambio di marcia deciso rispetto al nulla fatto dal suo predecessore.
Sono bastati pochi mesi, però, per capire che quelle promesse erano semplicemente un bluff, che purtroppo Fioravanti non si sarebbe discostato dalla “scellerata” linea del suo predecessore, anche nei comportamenti. Castelli e l’assessore Brugni, oltre a non aver fatto nulla, hanno sempre rifiutato qualsiasi confronto. Stessa cosa stanno facendo l’attuale primo cittadino (come visto) e l’assessore Acciarri che, nonostante le ripetute richieste, continua a rifiutarsi di incontrare il Comitato Scuole Sicure. Intanto passano i mesi, cambiano le amministrazioni, ma la situazione resta critica, nulla cambia.
Un disastro che, pian piano, grazie anche alle interrogazioni presentate dall’opposizione (in particolare da Ameli del Pd e da “Ascolto & Partecipazione”), è venuto a galla in maniera preoccupante ed imbarazzante. Praticamente siamo nella stessa situazione in cui eravamo nel giugno scorso quando si è insediato il sindaco Fioravanti. Come abbiamo visto le sedi temporanee sono rimaste una delle solite “promesse da marinai” tipiche della campagna elettorale.
Con l’aggravante, però, che i risultati delle uniche due verifiche di vulnerabilità sismica effettuate negli istituti scolastici cittadini (Malaspina e Borgo Chiaro), in possesso del Comune da diversi mesi (esattamente da dicembre 2018, quindi sia Castelli prima che Fioravanti ora ne sono a conoscenza), hanno fornito risultati impietosi e molto preoccupanti, soprattutto per la Malaspina. Anche per quanto riguarda il piano di ricostruzione delle scuole (finanziato da quasi 3 anni con più di 30 milioni di euro) non ci sono stati significativi passi avanti.
Anzi, anche in questo caso si può dire che la situazione se possibile ora è peggiorata. Perché sono cadute pure le ultime ed improbabili illusioni di poter convincere a modificare le norme che, di fatto, rendono improponibile il project financing su cui puntava l’amministrazione comunale, per altro confuso e molto approssimativo. Per non parlare, poi, della surreale vicenda dell’adeguamento sismico della scuola media di Monticelli (anche questo finanziato da quasi 3 anni con oltre 5 milioni di euro) fermo ancora al progetto di fattibilità (quello approvato 2 anni fa…).
Di fatto tutto è fermo, tutto è bloccato, con l’amministrazione comunale prigioniera di un project financing semplicemente impresentabile e assolutamente impreparata ad affrontare un problema così importante ma anche così complesso.
E mentre il sindaco e i suoi assessori non sanno più che pesci prendere, e quindi tacciono, altri esponenti della maggioranza (come il responsabile della Lega Andrea Maria Antonini) non trovano di meglio da fare che parlare di inutile allarmismo. Certo, sono passati “solamente” 3 anni e mezzo, è ancora troppo presto per preoccuparsi…