Il consigliere comunale Ameli accusa: “Il sindaco Fioravanti e il suo predecessore Castelli invece di fare le verifiche di vulnerabilità sismica e mettere al primo posto la sicurezza hanno perso 2 anni per inseguire un Partenariato Pubblico/Privato oggi impossibile da realizzare”
Mentre a Roma i deputati ascolani di M5S e Lega cercano di aiutare l’inetta amministrazione comunale del capoluogo piceno, incapace di spendere i fondi regionali assegnati da oltre due anni per la messa in sicurezza delle scuole, finalmente ad Ascoli scende in campo con decisione l’opposizione proprio per denunciare la terribile inefficienza del Comune e chiedere i necessari chiarimenti. Un disastro iniziato dal precedente sindaco Castelli e testardamente portato avanti dall’attuale primo cittadino Fioravanti che continua ad inseguire la chimera del project financing, che in realtà le leggi attuali non consentirebbero, continuando così a perdere tempo senza di fatto fare nulla di concreto per la sicurezza dei ragazzi e di tutto il personale scolastico.
Così in suo soccorso sono arrivati l’onorevole leghista Giorgia Latini (comprensibile) ma anche il deputato grillino Roberto Cataldi (un po’ meno comprensibile) che ha presentato un emendamento al decreto sisma (in conversione alla Camera proprio in questi giorni) che di fatto propone di cambiare la legge sul partenariato pubblico/privato per consentire al Comune di Ascoli di fare ciò che al momento non si potrebbe. Abbastanza imbarazzante, come tutto ciò che accade intorno al problema della sicurezza delle scuole da ormai 3 anni nel capoluogo piceno, come sottolinea con puntualità il consigliere comunale Francesco Ameli in una nota.
“Partiamo dai fatti – scrive Ameli – il Comune di Ascoli non riesce a spendere oltre 36 milioni di fondi regionali assegnati due anni fa per la messa in sicurezza delle scuole comunali con adeguamenti/demolizioni e ricostruzioni. In un paese normale tutto ciò è inconcepibile: il PD chiede scuole sicure subito! Accade però che alcuni privati annusino l’affare e propongano all’amministrazione un Partenariato Pubblico Privato (cooperazione tra il settore pubblico e quello privato) con investimenti pubblici (Tanti Fondi sisma) e privati (meno). Tutti sanno che la legge italiana non lo consente. Il sindaco Fioravanti e il suo predecessore Castelli, infatti, invece di fare le verifiche di vulnerabilità sismica (obbligatorie per legge) e mettere al primo posto la sicurezza di studenti e docenti, hanno deciso di perdere due anni di tempo per inseguire un Partenariato Pubblico Privato oggi impossibile da realizzare.
L’aspetto che più mi lascia perplesso è che ad oggi non sia stato fatto nessun confronto su come e dove fare i nuovi plessi scolastici insieme a presidi, genitori, comitato scuole sicure e la cittadinanza tutta. Come pensare di ridisegnare l’assetto scolastico di una città senza il confronto con coloro che le scuole e le città la vivono? È chiaro che un cambiamento così importante per la città dovrebbe essere condiviso con tutti perché modificare l’ubicazione delle scuole comporta modifiche sia della viabilità e dei trasporti ma anche modifiche di tutto il settore del commercio”.
Ameli si sofferma poi sul fantomatico project financing, sottolineando da una parte il comportamento dell’amministrazione comunale e dall’altra l’incomprensibile e inspiegabile comportamento dei deputati ascolani, in particolare di quello del M5S.
“È chiaro che non esistono benefattori, il privato fa impresa ed è giusto che faccia proposte – afferma il consigliere comunale del Pd – Mi stupisce però la compagine amministrativa locale che, in maniera supina e senza colpo ferire, ha sposato la proposta del privato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: si sono persi due anni nell’indifferenza degli amministratori locali. Nel mentre, i nostri ragazzi sono in scuole delle quali non si conosce la vulnerabilità sismica, lasciando in una condizione di insicurezza ragazzi genitori e docenti ogni qualvolta una scossa di terremoto lambisce il territorio
Ma il colmo è questo: cosa fanno Lega e M5S? Hanno la brillante idea di proporre emendamenti che modificano la norma nazionale a favore di poche imprese locali, chiedendo di non applicare il limite del 49% di risorse pubbliche per i Partenariato Pubblico Privato. I paladini del giustizialismo e degli interventi statali, ad Ascoli si piegano agli interessi privati! Sinceramente penso che gli emendamenti Lega/M5S proposti saranno bocciati dalla Camera dei deputati e non saranno altro che un palliativo che ci ha fatto perdere tempo, ed un maldestro aiuto all’interesse di pochi. Perché solo ad Ascoli Piceno il M5S si comporta così? Chi ripagherà la città e gli studenti di un anno di immobilismo e di mancata sicurezza nelle scuole?”.
Ameli, poi, sottolinea la singolarità del caso ascolano e la mancanza di partecipazione. “Per quale ragione l’unica soluzione è quella del Partenariato Pubblico Privato per realizzare le nuove scuole cittadine quando da anni sono fermi i fondi e nel mentre nella vicina Folignano realizzano già scuole provvisorie? – prosegue Ameli – Un’altra cosa mi stupisce. I fautori della partecipazione (a chiacchiere) oltre al mancato coinvolgimento di studenti, famiglie e presidi, hanno ben pensato di non discutere con gli altri, anzi. La proposta di Partenariato Pubblico Privato infatti non tiene minimamente conto delle scuole provinciali insistenti sul territorio comunali. Non sarebbe utile un coordinamento tra enti quando si parla di come e dove ricostruire le scuole?”.
E’ importante sottolineare e ribadire con forza la singolarità del caso ascolano anche perché in questi giorni, soprattutto da parte di alcuni esponenti locali del M5S, si è cercato di far passare il messaggio che in realtà tutti gli enti delle zone del cratere hanno problemi e non riescono ad utilizzare rapidamente i fondi messi a disposizione per le scuole e, quindi, che quegli emendamenti non siano necessari solamente per il Comune di Ascoli.
La realtà, però, è decisamente differente. Al di là dell’esempio di Folignano, correttamente riportato da Ameli, a Tolentino a settembre, prima dell’inizio dell’anno scolastico, è stata inaugurata la nuova sede dell’istituto comprensivo Don Bosco, realizzata con i fondi per il terremoto, e presto partiranno i lavori per il nuovo campus (il progetto è stato già approvato in via definitiva) che ospiterà le scuole superiori cittadini, finanziato con 17,5 milioni di euro dall’ufficio ricostruzione.
A Camerino, invece, dopo che da mesi sono già state inaugurate un paio di nuove scuole, mentre nei giorni scorsi sono partiti i lavori per altre due nuove strutture. Tutte finanziate con i fondi per il terremoto e con progetti portati avanti esclusivamente dagli enti pubblici (Comuni e Province), senza alcun bisogno dei privati. La realtà, triste ma sin troppo evidente, è che da questo punto di vista Ascoli è il terzo mondo.
Basterebbe pensare che, alcune di quelle scuole già realizzate sono state finanziate dallo stesso ord. 33 (di oltre 2 anni fa) con il quale sono stati stanziati circa 5 milioni di euro per la scuola Don Giussani di Monticelli. Solo che ad Ascoli, per quanto riguarda la Don Giussani, siamo ancora fermi al progetto di fattibilità approvato nel settembre 2018.
“Resta in me l’amarezza di un’occasione persa per la città – conclude Ameli – per la quale Lega e M5S locale dimostrano il non essere in grado di affrontare con serietà le sfide nell’interesse pubblico”