Nell’annuale classifica di Legambiente sulla vivibilità e sulle performance ambientali dei capoluoghi di provincia, Ascoli passa dal 68° al 58° posto ma resta il peggior capoluogo di provincia delle Marche. Nel dettaglio i risultati ottenuti in ognuno dei 18 parametri
Male ma non malissimo. Si può commentare così, parafrasando una tipica espressione di uno dei volti più noti di Sky, la situazione della qualità della vita nel capoluogo piceno che emerge dal 26° rapporto di “Ecosistema Urbano” di Legambiente e Ambiente Italia, con la collaborazione de “ll Sole 24 Ore”, presentato lunedì 28 ottobre a Mantova. Pur migliorando la classifica rispetto al 2018, con il suo 58° posto Ascoli si conferma di gran lunga il peggior capoluogo delle Marche e, in assoluto, tra i peggiori del centro Italia.
Considerando i 36 capoluoghi di provincia delle regioni del centro Italia (Toscana, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Abruzzo e Marche) solo 6 capoluoghi sono più indietro in classifica. E se è vero che rispetto al 2018 il capoluogo piceno guadagna ben 10 posizioni, non bisogna dimenticare che solo 3 anni fa, nel 2016, Ascoli aveva conquistato uno straordinario 15° posto. In altre parole un vero e proprio tonfo dal quale si cerca lentamente di risalire. Per quanto riguarda le Marche c’è la novità che non è più Macerata, lo scorso anno al 9° posto, il miglior capoluogo. E non solo perché perde 6 posizioni (piazzandosi al 15° posto) ma anche e soprattutto per il grosso balzo in avanti di Pesaro che prosegue la sua irresistibile ascesa guadagnando ben 11 posizioni (dopo le 7 dell’anno passato) e portandosi al 6° posto.
Male, invece, Ancona che perde 8 posizioni, scendendo fino al 42° posto, comunque ben al di sopra del capoluogo piceno. Per quanto riguarda la classifica generale Trento guadagna 3 posizioni e scalza dal vertice Mantova che deve accontentarsi della seconda posizione. Dietro di loro Bolzano, Pordenone e Parma. Come negli anni passati la migliore qualità della vita si trova nelle città medio-piccole, tanto che la prima grande città, Milano (che per altro perde 9 posizioni rispetto allo scorso anno) si trova al 32° posto.
Molto più indietro Torino, che nei primi anni 2000 era stabilmente tra le prime 10, che perde altre 10 posizioni e scende all’88° posto, una posizione davanti a Roma (che a sua volta perde una posizione). Risale un po’, invece, Napoli che guadagna 5 posizioni e si porta all’84° posto.
L’indagine di Legambiente si basa su 18 parametri, divisi in 5 macroaree (Aria, Acqua, Rifiuti, Mobilità e Ambiente urbano) e prevede alcuni bonus per le gestioni virtuose in alcuni ambiti. I 18 indicatori di Ecosistema Urbano (per un totale di circa 30 mila dati raccolti da Legambiente ed elaborati da Ambiente Italia) consentono di valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale delle amministrazioni comunali.
Un esempio concreto ed emblematico può venire dai rifiuti i cui indicatori sono costituiti da una parte dalla produzione di rifiuti pro capite (qualità delle componenti ambientali) e dall’altra dalla percentuale di raccolta differenziata) (la capacità di risposta delle amministrazioni comunali).
La classifica finale è determinata dal punteggio complessivo che raggiunge ogni capoluogo, partendo dal massimo di 100 che spetterebbe a chi eventualmente rispettasse tutti i limiti di legge e fosse in grado di garantire una buona qualità ambientale per ognuno degli indicatori considerati. Trento che è al primo posto ottiene un punteggio di 81,20, mentre Ascoli si ferma a 52,06.
“L’Italia del buon ecosistema urbano è principalmente l’Italia che fa, che fa bene e spende bene le sue risorse , che si evolve e pianifica le trasformazioni future, che non s’accontentata dello scenario contemporaneo, che in uno o più ambiti produce ottime performance o raggiunge l’eccellenza” si legge nel comunicato di presentazione di Legambiente. E’ del tutto evidente che, visto il risultato negativo, al contrario di Ascoli si può bene dire che è una città che non spende bene le proprie risorse, che non pianifica (e non ci serviva certo Legambiente per scoprirlo), che non purtroppo non raggiunge e neppure si avvicina all’eccellenza.
Andando ad analizzare nel dettaglio la situazione del capoluogo piceno complessivamente peggiorano i dati di 9 dei 18 parametri presi in considerazione, 2 restano immutati e 6 migliorano (un parametro è nuovo e quindi non ci sono riferimenti passati). Significativo il dato relativo alla dispersione della rete idrica, parametro nel quale Ascoli nel 2017 era al 5° posto ed ora, 2 anni dopo, si trova al 101° posto. Peggiorano sensibilmente anche i dati che riguardano gli incidenti stradali (dall’83° al 98° posto) e il numero di passeggeri del trasporto pubblico (dal 12° al 76° posto).
I dati migliori arrivano dalla macroarea relativa alla qualità dell’aria, nonostante un leggero peggioramento per quanto riguarda le Pm10 (dall’11° al 22° posto). Quelli peggiori, invece, per quanto riguarda l’ambiente urbano con un peggioramento di tutti i parametri, dal verde pubblico all’uso del suolo, dalle energie alternative alla presenza di alberi. Discorso a parte merita la macroarea dei rifiuti con un sensibile miglioramento della situazione sia della produzione pro capite dei rifiuti e della raccolta differenziata ma con la conferma che ancora non è stata raggiunta la soglia del 65%.
Negativi anche i dati relativi alle isole pedonali e al trasporto pubblico. Di seguito i risultati ottenuti dal capoluogo piceno nei 18 parametri presi in considerazione nel rapporto (tra parentesi la posizione occupata nel 2018)
ECOSISTEMA URBANO XXVI EDIZIONE
ASCOLI 58° (468°)
Macroarea Aria
Biossido Azoto: 6° (12°) – Pm 10: 22° (11°) – Ozono: 38° (61°)
Macroarea Acqua
Consumi idrici domiciliari: 27° (31°) – Dispersione rete: 101° (99°) – Capacità di depurazione: 37° (37°)
Macroarea Mobilità
Tasso Motorizzazione: 85° (85°) – Incidentalità stradale: 98° (83°) – Trasporto pubblico:49° (22°) – Passeggeri 76° (12°)* – Piste ciclabili: 79° (78°)
Macroarea Ambiente urbano
Isole pedonali: 20° (22°) – Verde Urbano: 96° (68°) – Uso efficiente del suolo: 98° (56°) – Solare, termico e fotovoltaico su edifici pubblici: 95° (94°) – Alberi 69°
Macroarea Rifiuti
Produzione pro capite rifiuti: 31° (66°) – Raccolta Differenziata: 38° (63°)