Scacco matto agli “sciacalli” di Bibbiano


Dopo un’indagine accurata durata tutta l’estate e condotta passando al vaglio tutte le richieste di provvedimenti per i minori della Val d’Enza, il presidente del Tribunale dei minori di Bologna, sulla base di numeri e dati, sentenzia che non esiste alcun “sistema Bibbiano”

E adesso chiedete scusa e vergognatevi per Bibbiano verrebbe da dire a tutti quegli “sciacalli” che per mesi hanno cercato di speculare su questo caso, per i soliti biechi fini di propaganda. “Parlateci di Bibbiano” è stato lo squallido refrain usato come una clava dai soliti spregiudicati politici nostrani, a cui non è sembrato vero di poter sfruttare un dramma complesso che coinvolge bambini e genitori, nella perenne campagna elettorale italiana.

Parliamo, per fare nomi e cognomi, innanzitutto di Luigi Di Maio (colui che pronunciò il famoso “mai con il partito di Bibbiano”…), naturalmente di Matteo Salvini (che ha raggiunto l’apice dello squallore a Pontida, con la vergognosa messa in scena della bambina sul palco spacciata per vittima di Bibbiano che, poi, si è scoperto che non aveva nulla a che fare con quella vicenda…), di Giorgia Meloni e di tanti altri “polituncoli” leghisti e di Fratelli d’Italia che hanno messo in mostra il loro volto peggiore (su tutti Lucia Borgonzoni, protagonista della squallida messa in scena in Senato nel giorno del voto di fiducia al nuovo governo Conte).

Ma anche di tutti quei pseudo organi di informazione e giornalisti che in questi mesi hanno fatto da “grancassa” all’oscena propaganda politica sulla pelle dei bambini, sparando cifre e dati a dir poco “gonfiati”, inventandosi trame e complotti di vario tipo solo per far crescere lo sdegno e delineare un quadro se possibile ancora più fosco e sconcertante. Per tutti costoro e per tutti quelli che in questi mesi, sugli organi di informazione tradizionali e sui social, hanno rilanciato e amplificato quello squallido refrain, ora è arrivato per davvero il momento di parlare di Bibbiano, alla luce di quanto sancito dai dati reali e dall’indagine effettuata dai giudici del Tribunale dei minori di Bologna. Cioè che il “sistema Bibbiano” non esiste.

Un dato di fatto inconfutabile e incontestabile che dimostra che, al di là dell’ignobile speculazione politica che si è provato a fare su una vicenda che avrebbe meritato ben altro tipo di riflessione, in questi mesi quegli “sciacalli” hanno sbraitato e inveito sul nulla, senza neppure il minimo fondamento. Lo ha certificato nei giorni scorsi il presidente del Tribunale dei minori di Bologna, Giuseppe Spadaro, nel corso di una riunione per fare il punto della situazione dopo l’indagine “Angeli e Demoni” a cui hanno partecipato i giudici del Tribunale stesso e i responsabili dei servizi sociali della provincia di Reggio Emilia.

Riunione che è giunta al termine dell’indagine effettuata dagli stessi giudici sul cosiddetto “caso Bibbiano”, un’intera estate passata ad analizzare minuziosamente tutte le richieste di provvedimenti per i minori della Val d’Enza. “Il sistema è sano, non esiste alcuna anomalia “ ha alla fine sentenziato Spadaro che, ovviamente, ha poi sottolineato che “se c’è stata qualche singola mela marcia che ha tentato di frodarci dovrà essere giudicata dalla magistratura”. Che il sistema sia sano lo dimostrano i numeri, i fatti, che non lasciano spazio ad interpretazioni.

Su oltre un centinaio di segnalazioni dei servizi di Bibbiano, con i quali si prospettava l’allontanamento dei bambini dalle famiglie, in 85 casi i ragazzini sono stati lasciati in famiglia. Per una trentina di casi, invece, i giudici hanno deciso per l’affido esplorativo, una misura che non prevede l’allontanamento dalla famiglia e chiede ai servizi sociali di sostenere genitori e figli per superare eventuali momenti difficili. Solamente in 15 casi i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento dalla famiglia, non prima però di aver incaricato propri consulenti di fare verifiche. Significativo il fatto che per le 15 sentenze di allontanamento in 8 casi i genitori hanno accettato la decisione, non presentando ricorso.

Negli altri 7 casi il ricorso in appello è sempre stato respinto dalla sezione minori della Corte di Appello. In altre parole un secondo e diverso tribunale ha dato ragione a quello dei minori di Bologna. Di fronte a simili dati, per rendere bene l’idea della portata della speculazione che è avvenuta in questi mesi, occorre ricordare che i politici e gli organi di stampa che hanno cercato di cavalcare e strumentalizzare questa brutta vicenda hanno ripetuto detto che eravamo di fronte centinaia di casi a Bibbiano e decine di migliaia in Italia, di bambini portati via senza motivo alle loro famiglie per fare soldi o anche per darli in affido a coppie gay.

Premesso che, ovviamente, anche un solo bambino ingiustamente allontanato dalla propria famiglia è per noi qualcosa di inaccettabile e non dimenticandoci mai che di contro, quando ricorrono determinate circostanze, l’allontanamento da casa può determinare la salvezza di quel bambino, i dati ufficiali verificati e verificabili ci parlano complessivamente di non più di una quindicina di allontanamenti, di cui solamente 7 contestati (ma per i quali un secondo tribunale ha confermato la sentenza del primo), nella Val d’Enza, ben lontano quindi dai presunti centinaia di casi “millantati” per mesi dagli “sciacalli”.

D’altra parte, però, chi in questi mesi ha strepitato e straparlato, sparando numeri buoni solo per giocare al lotto, avrebbe potuto semplicemente leggere gli atti della procura di Reggio Emilia per scoprire che nell’ordinanza di giugno dei magistrati si parla di 9 bambini, di cui per altro 7 erano già ritornati alle loro famiglie prima che scattassero le misure cautelari (e non dopo e per effetto di quelle misure come riportato erroneamente da alcuni giornali). In pratica restano 2 i casi sotto attenzione, non un centinaio…

Quanto ai presunti dati nazionali snocciolati senza alcun fondamento da alcuni organi di (dis)informazione (che hanno parlato di decine di migliaia di bambini, rette giornaliere fino a 400 euro e un giro di affari di quasi 5 miliardi di euro), già in passato abbiamo ampiamente dimostrato come siano “fuffa”, numeri sparati a caso solo per impressionare ma ben lontani dalla realtà (vedi articolo “Lo scandalo di Bibbiano e il solito festival degli sciacalli”).

D’altra parte, però, di bufale su Bibbiano ne sono state messe in circolazioni numerose, alcune delle quali ancora oggi vengono da troppe persone considerate reali. E allora è opportuno ribadire che nessuno ha fatto elettroshock su nessuno, che non è mai esistita alcuna lobby omosessuale che rubava i bambini agli eterosessuali e che non ci sono psicologi abusivi senza licenza. Naturalmente tutto ciò non significa certo che non è accaduto nulla, che le vicende giudiziarie di Bibbiano siano per questo meno gravi.

Ci sono indagini in corso, ci sono indagati per reati che,se confermati, risulterebbero comunque gravissimi (frode processuale, depistaggio, maltrattamento su minori, falso in atto pubblico, violenza privata). Ipotesi di reato che delineano un quadro orribile ma che rimanda a comportamenti dei singoli. La realtà, quella vera dei fatti e dei dati inconfutabili, spazza via la costruzione strumentale di un presunto “sistema Bibbiano”, mostrando con estrema chiarezza quanto inverecondo sia stato lo spettacolo messo in scena in questi mesi fatto di ricostruzioni faziose e false, create apposta per ottenere un ritorno in termini di consenso politico-elettorale. E, soprattutto, quanto inaffidabili e impresentabili siano quei “polituncoli” che l’hanno alimentato e cavalcato.

Senza troppi giri di parole, è una vergogna che uno di questi (Di Maio) sia ancora un ministro della repubblica, così è inaccettabile che chi, come Lucia Borgonzoni, ha offeso il Senato con la sua ignobile esibizione, possa avere l’impudenza di proporsi a guidare la Regione. Di Matteo Salvini è superfluo persino parlare ulteriormente (così come di Giorgia Meloni), in qualsiasi altro paese civile la squallida messa in scena di Pontida sarebbe stato l’ultimo atto della sua carriera politica. In conclusione, al di là dell’inevitabile sensazione di disgusto, la vicenda di Bibbiano lascia soprattutto una forte sensazione di rimpianto.

Perché, invece della solita gazzarra politica, doveva e poteva essere l’occasione per avviare una seria riflessione sul sistema degli allontanamenti e dei conseguenti affidamenti (in strutture o in famiglia), per mettere in discussione un sistema che comunque ha delle grosse falle e rischia di provocare degli autentici obbrobri, per ridisegnare norme e regolamenti meno “disumani” e che non consentano di speculare anche su questo delicato tema.

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