Terremoto, piove sul bagnato: sospese dalla Corte dei Conti 4 ordinanze del commissario
Lo ha comunicato all’Ufficio ricostruzione lo stesso commissario straordinario che, però, al momento ignora quali siano i rilievi sollevati dalla Corte. Tra le ordinanze sospese anche la n. 80 del 6 giugno che, secondo Farabollini, avrebbe rimosso gli ostacoli per la ricostruzione…
Piove sul bagnato per i territori del centro Italia colpiti dal terremoto nel 2016. Proprio nei giorni in cui, senza un briciolo di vergogna, si gioca sulla loro pelle una squallida battaglia a colpi di promesse (ancora) e propaganda (vedi articolo “Senza vergogna: ancora promesse e propaganda sulla pelle dei terremotati”), come un fulmine a ciel sereno arriva la notizia della sospensione da parte della Corte dei Conti di 4 ordinanze per la ricostruzione firmate nei mesi scorsi dal commissario straordinario Piero Farabollini.
Che, sembrava impossibile anche crederlo, sta riuscendo addirittura a far rimpiangere chi lo ha preceduto (che pure non aveva certo brillato, anzi…) e che in realtà da quando è stato scelto dal precedente governo gialloverde, si è visto molto poco. Per fortuna, verrebbe da dire a questo punto, visto che quando fa qualcosa, come le ordinanze, ricorda incredibilmente un mitico e indimenticabile vecchio personaggio del Carosello, quel Cimabue famoso perché “fai una cosa e ne sbagli due”. E’ stato lo stesso commissario, in una laconica e stringatissima nota inviata all’Ufficio ricostruzione, a dare notizia della sospensione.
“Si comunica che le ordinanze del Commissario straordinario n. 80 del 6/6/2019, n. 84 del 10/7/2019, n. 85 del 31/7/2019 e n. 86 del 31/7/2019 – si legge nella nota – pubblicate sul sito e in fase di registrazione, sono state osservate dalla Corte dei Conti. Pertanto, in attesa dei chiarimenti richiesti, l’efficacia delle stesse è sospesa e trova applicazione la normativa previgente”. Una bella “botta”, purtroppo l’ennesima, che non può che complicare il già difficoltoso (per usare un eufemismo) percorso per la ricostruzione, anche se il responsabile dell’Ufficio ricostruzione prova a sminuire e a tranquillizzare.
“Hanno fatto osservazioni a cui il commissario risponderà – spiega Cesare Spuri ad un quotidiano locale – e se la risposta sarà convincente, come immagino sarà o ci sarà un chiarimento senza modifica dell’atto o con parziale modifica. Non cambia niente, è normale dialettica tra gli enti. In questa ricostruzione c’è sempre controllo su tutti quanti gli atti prima che entrino in vigore”. Servirebbe qualcosa di più concreto per rassicurare realmente e quel “ci sarà” così indefinito non può non inquietare.
Anche perché i tempi (che non sono un particolare di poco conto per chi vive questa drammatica situazione da 3 anni) sono sempre incredibilmente lunghi. Basterebbe pensare che una delle ordinanze in questione è stata approvata il 6 giugno scorso e solo ora, dopo 3 mesi di attesa, viene “osservata” e quindi sospesa dalla Corte dei Conti. Che, giustamente, svolge il proprio lavoro di verifica ma che, almeno per quanto riguarda gli interventi per il post terremoto, avrebbe il dovere di farlo molto più rapidamente.
A rendere la situazione più incerta e preoccupante è, poi, il fatto che al momento non si conosco nel dettaglio le osservazioni della Corte dei Conti sulle 4 ordinanze, al punto che lo stesso commissario Farabollini sostiene di essere in attesa di informazioni precise in merito. Ed è chiaro che fino a quando non si sapranno in concreto quali sono i rilievi sollevati dalla Corte non ha alcun senso rassicurare e cercare di far credere che si tratti di problemi facilmente superabili. Va, per altro, sottolineato come tra le 4 ordinanze sospese dalla Corte dei conti c’è anche quella che, a giugno, al momento di essere approvata era stata annunciata con grande enfasi dal commissario per la ricostruzione e considerata un fondamentale atto per rimuovere molti degli ostacoli per la ricostruzione.
Si tratta dell’ordinanza n. 80 (“Disciplina in materia di errata identificazione delle unità strutturali, di priorità istruttorie e di concorso di risorse”) che rivedeva e correggeva in diversi punti numerose precedenti ordinanze (4, 8, 9, 10, 13, 14, 19, 43, 44, 51, 56, 57, 63, 68). Sarebbe buffo, se non fosse tragico vista la situazione, il fatto che un’ordinanza che corregge e modifiche altre ordinanze paradossalmente non venga poi considerata corretta, al punto da sospenderla. L’ennesima dimostrazione, purtroppo, che la confusione regna sovrana. Per altro secondo il commissario quello era uno degli atti più importanti della sua gestione perché, sosteneva, serve a “limare i colli di bottiglia per far partire la ricostruzione”.
“Il checkup della ricostruzione a quasi 2 anni dall’avvio dei lavori effettivi – spiegava Farabollini al momento dell’approvazione dell’ordinanza n. 80 – ci ha imposto alcune scelte che rafforzano la collaborazione con professionisti ed imprese. Abbiamo quindi proceduto ad una prima revisione delle ordinanze che, ne sono certo, darà il suo apporto all’implementazione dei processi di ricostruzione”. La realtà, purtroppo, evidenzia come invece siamo di fronte ad un ulteriore e preoccupante blocco, vista la sospensione dell’ordinanza. Che affrontava nodi molto importanti, come l’avvio dei lavori entro i 3 mesi dalla concessione (pena la revoca del contributo), la priorità agli interventi a favore dei soggetti assegnatari dei moduli abitativi rurali per riparazione, le varianti per interventi su danni lievi e gravi.
Una delle altre ordinanze sospese, la n. 84, riguarda invece il secondo piano di interventi di ricostruzione, riparazione e ripristino degli edifici di culto. Non sono presenti nel sito internet del commissario straordinario (https://sisma2016.gov.it/ordinanze-del-commissario-straordinario/), quindi non è possibile conoscere per precisione, le altre due ordinanze sospese, la n. 85 e n. 86, con quest’ultima che dovrebbe occuparsi degli edifici che si trovano in area di dissesto idrogeologico.
E a proposito del sito del commissario straordinario, scorrendo le varie ordinanze emanate in questi mesi si scopre che ci sono altre due ordinanze che, almeno secondo quanto è riportato sul sito, sono in attesa di registrazione alla Corte dei Conti, la n. 74 (“Convenzione Fintecna”) e la n. 75 (“Ripartizione personale e spese di funzionamento. Modalità di anticipazione e rimborso 2019-2020”). Rispettivamente del 21 febbraio e del 17 aprile 2019.
In altre parole, sempre ammesso che sia corretta l’informazione riportata sul sito del commissario straordinario, ci sono atti che sicuramente hanno una qualche importanza nell’ambito del difficile percorso della ricostruzione (altrimenti, si suppone, non sarebbero stati emanati…) che da 7 e da 5 mesi sono ancora al vaglio della Corte dei Conti. Tanto non c’è alcuna fretta…