Secondo i dati elaborati dalla Cna relativi al secondo trimestre 2019 cresce la voglia di fare impresa tra i giovani del Piceno, anche se rispetto alla fine del 2018 il saldo resta negativo. Intanto, però, Ascoli è al quarto posto nella classifica provinciale per le start up
Gli aspetti positivi sono la voglia di fare impresa dei giovani, il numero quasi record di start up e una leggera frenata nella diminuzione delle imprese. Ma ci sono ancora tante criticità e, in ogni caso, rispetto a fine 2018 il dato sui flussi delle imprese nella provincia di Ascoli (così come nelle Marche) resta negativo. Sono in chiaroscuro i dati del Centro studi della Cna delle Marche, dell’Istat e della Camera di Commercio, elaborati dalla Cna di Ascoli, relativi al secondo semestre del 2019. Che, in ogni caso, nel complesso confermano i segnali di debole ripresa del sistema produttivo marchigiano.
“La positività del dato del secondo trimestre 2019 interessa quasi tutte le attività di servizio più avanzate e anche alcune tra quelle manifatturiere, come gomma/plastica e installazione manutenzione e riparazione di macchinari e impianti” afferma Cna Marche che sottolinea come la regione prosegue nel processo lento ma ormai sistematico di crescente terziarizzazione, un processo che la porta ad avvicinarsi ulteriormente alle economie più complesse e avanzate del Nord Italia. Passando ai numeri alla fine del secondo trimestre 2019 erano 168.755 le imprese registrate nelle Marche, con un saldo positivo di +100 rispetto al primo trimestre.
Di queste 44.456 sono imprese artigiane, con una leggera riduzione (44.475) rispetto al primo trimestre. Nel complesso, però, resta negativo il dato rispetto alla fine del 2018 quando erano 170.203 le imprese registrate (-1.348), di cui 45.019 artigiane (-573). Per quanto riguarda la provincia di Ascoli le imprese registrate a fine secondo trimestre 2019 sono 24.711, 17 in più rispetto al primo trimestre ma 166 in meno rispetto alla fine del 2018.
Tra le attività di maggior ingresso di nuove imprese vi sono in termini quelle attive in agricoltura (156 nuove imprese) seguite da quelle del commercio al dettaglio (100 nuove imprese) e dai lavori di costruzione specializzati (80). Il commercio all’ingrosso registra 72 nuove imprese seguito a distanza dalle Attività dei servizi di ristorazione con 44 nuove imprese. In termini relativi, cioè pesando le iscrizioni di nuove imprese sulle imprese registrate, è la Produzione di software, consulenza informatica e attività connesse a risultare l’attività dove si concentrano maggiormente le nuove imprese (17 nuove imprese su 166 complessivamente registrate nell’attività).
Al secondo posto per intensità di iscrizioni vengono le Attività ausiliarie dei servizi finanziari con 36 nuove imprese su 431 registrate. Molto importante è rilevare che al terzo posto per intensità di nascite di nuove imprese vi sono le attività di Confezione di articoli di abbigliamento con 27 nuove imprese su 346 registrate. Si tratta di un settore di una certa importanza nella tradizione manifatturiera della provincia ma anche dell’unico settore manifatturiero, tra molte attività del terziario e delle costruzioni, in cui le iscrizioni di nuove imprese hanno ancora un certo rilievo.
Altro aspetto importante è costituito dalle nuove imprese che caratterizzano i settori delle costruzioni, soprattutto i Lavori di costruzione specializzati (80 nuove imprese) e le Costruzioni di nuovi edifici (23 iscrizioni), probabilmente effetto della ricostruzione in atto nelle aree cratere. Ma l’aspetto più rilevante che emerge dai dati del Centro studi della Cna regionale delle Marche è che il Piceno sembra essere diventato un posto per giovani, almeno per quanto riguarda le imprese. I giovani che vogliono fare impresa ci sono e crescono costantemente negli anni nella nostra provincia. Al secondo trimestre del 2019, infatti, ben il 38% degli imprenditori figuranti nelle compagini aziendali della provincia (titolari o soci) hanno meno di 35 anni. Nel 2014 questa quota non superava il 6 per cento (5,9).
“Il lavoro del futuro – spiega Francesco Balloni, direttore della Cna di Ascoli – non potrà mai prescindere dal saper fare artigiano ma la scelta delle linee di prodotto e dei mercati faranno la differenza riguardo la sopravvivenza e a crescita aziendale. Queste analisi e questi studi richiedono un diverso approccio d’impresa e sicuramente più formazione, sia dei titolari che della squadra. E questa da anni è ormai la nostra principale missione come Associazione territoriale di categoria”.
Più in generale le due fasce anagrafe che compongono la maggioranza delle imprese del Piceno sono gli under 35 e gli over 50. “Considerando le dimensioni delle nostre piccole imprese – aggiunge Luigi Passaretti, presidente della Cna Picena – si capisce da questi numeri quanto sia fondamentale sia l’aspetto della formazione che quello de ricambio generazionale che, per noi artigiani, vuol dire spesso sopravvivenza e rivitalizzazione di mestieri che sembravano dovessero scomparire e che invece si ritrovano con immense potenzialità di marketing a livello globale”.
L’altro dato importante da sottolineare è, poi, quello relativo alle start-up. Infatti anche nel 2019 quella picena si conferma tra le province con il più alto tasso di start-up Secondo “Startup innovative – Cruscotto di Indicatori Statistici” il numero complessivo di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto legge 179/2012 è pari a 10.075, in aumento di 317 unità (+3,2%) rispetto a fine 2018. Nella classifica regionale per numero assoluto di startup innovative le Marche figurano al decimo posto (al primo posto la Lombardia, seguita da Lazio ed Emilia Romagna).
Per quanto riguarda la classifica per provincia, Ascoli figura al quarto posto per densità di presenza (% rapporto startup innovative sul totale nuove società di capitali della provincia) e ,da sola, rappresenta il 27,6% delle startup delle Marche. A livello nazionale il 72,6% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono la produzione di software e consulenza informatica), il 18,4% opera nel manifatturiero, mentre il 3,6% opera nel commercio.
Per quanto riguarda la provincia di Ascoli la quota di startup attive nelle manifatture è decisamente più elevata e sfiora il 30% dei casi, quasi il doppio di quella che si registra a livello nazionale. In particolare, anche nella provincia ascolana le startup innovative sono fatte soprattutto da imprese attive nell’informatica (25,9%) e nella ricerca scientifica (13%).
Da segnalare, poi, che il 15,7% delle startup innovative è a presenza giovanile (sono le imprese in cui la partecipazione di persone di età non superiore ai 35 anni alla proprietà e alla governance della società, risulta complessivamente maggioritaria), percentuale che sale a 18,2% nel resto del paese.