Da Flaiani a Terrani, Folignano premia la migliore amministrazione del Piceno
Assessore alla cultura nella giunta Flaiani, Terrani raccoglie l’eredità del sindaco uscente sfiorando il 60% e sbaragliando la concorrenza. Ancora una pesante debacle per il centrodestra che sbaglia candidato e dimezza i voti ottenute alle europee
Se c’era un comune, tra quelli chiamati alle urne in questa tornata elettorale, nel quale il risultato finale era ampiamente scontato quello è sicuramente Folignano. Non c’erano praticamente dubbi sul fatto che a succedere ad Angelo Flaiani, giunto alla fine del suo secondo mandato e, di conseguenza, impossibilitato a ricandidarsi come primo cittadino, sarebbe stato Matteo Terrani, già apprezzatissimo assessore alla cultura della precedente giunta e segretario provinciale del Pd.
Non poteva esserci altro risultato e, per una volta, le previsioni della vigilia sono state ampiamente rispettate. Qualcuno, non certamente chi scrive, semmai si è stupito della percentuale con la quale Terrani è stato eletto sindaco, quasi il 60%. Un successo straripante che, però, neppure nelle proporzioni può essere considerato sorprendente. Un risultato inequivocabile, costruito negli ultimi 9 anni da quello che, senza troppi dubbi, abbiamo sempre considerato (e non siamo certo gli unici) il miglior sindaco del territorio piceno, bravo anche a creare una squadra validissima e efficiente, all’interno della quale non è stato così difficile scegliere chi avrebbe dovuto portare avanti il lavoro iniziato nel lontano 2010.
Quando, con estremo coraggio, un Flaiani alla guida del Comune da appena un anno non si è fatto scrupoli di attuare quella clamorosa e contestata svolta che lo ha portato ad abbandonare quel centrodestra con il quale era stato eletto, ma che era diventato un’insopportabile zavorra che non gli avrebbe mai permesso di portare avanti quel programma ambizioso di crescita che, invece, con la nuova maggioranza è riuscito così brillantemente a realizzare.
Con simili presupposti, quella di Matteo Terrani è stata una scelta (azzeccatissima) nel segno della più assoluta e logica continuità che non poteva che essere premiata dai cittadini di Folignano, convinti che la prosecuzione di quel lavoro portato avanti in questi anni sia la strada giusta da percorrere. Oltremodo significativo il fatto che Terrani anche a livello numerico, ha ottenuto un risultato quasi simile a quello realizzato da Flaiani nella precedente tornata elettorale, con il 59,23% dei voti rispetto al 60,50% del suo predecessore.
Come ha giustamente sottolineato dopo l’ufficializzazione della sua vittoria, un simile risultato non fa che aumentare le responsabilità che ora gravano sul nuovo sindaco, che, siamo certi, saprà dimostrare come sia ben riposta la fiducia che i cittadini di Folignano gli hanno dimostrato.
Ancora una volta, come già nel 2014, il centrodestra cittadino esce invece “con le ossa rotta”. Anzi, in questa circostanza se possibile la “batosta” assume dimensioni ancora più clamorose. E non solo perché rispetto a 5 anni fa c’è un’ulteriore perdita di consensi (29,23% rispetto al 31,12%), ma anche e soprattutto perché mai come in questo caso il centrodestra e il suo candidato avrebbero potuto sfruttare lo straordinario traino delle elezioni europee. Nelle quali, a Folignano, nel suo complesso il centrodestra ha ottenuto il 54% dei consensi, con il grandissimo exploit della Lega, addirittura al 41%.
Un bottino invidiabile di voti che il candidato sindaco Principi ha clamorosamente dissipato e quasi dimezzato. Siamo convinti che, di fronte alla forza e alla credibilità mostrata in questi anni sul campo dalla lista “Folignano Bene Comune” e dal suo candidato sindaco Terrani, qualsiasi candidato del centrodestra difficilmente sarebbe riuscito a strappare il successo. Ma, dal punto di vista strettamente politico, quella di Principi è apparsa da subito (e i risultati lo hanno confermato) la peggiore candidatura possibile.
Non ce ne voglia lo stimato medico trapiantato a Folignano, ma da subito è apparso evidente come fosse “un pesce fuor d’acqua”, senza la necessaria approfondita conoscenza dello stato di salute e delle necessità del territorio comunale. Impressionante la serie di “autogol” collezionati nel corso della campagna elettorale, in qualche caso ai limiti del paradosso (come l’accusa, assolutamente fuori luogo e campata per aria, di un improbabile accordo tra Terrani e il candidato sindaco del M5S, Di Ovidio), in qualche altro oltre l’autolesionismo (come nel caso dell’improvvida contestazione sulle demolizioni degli edifici inagibili, con sullo sfondo la vicenda del crollo della struttura integrata).
A peggiorare la situazione il fatto che, con il passare dei giorni e con il ripetersi degli autogol, il candidato sindaco del centrodestra ha perso serenità, usando toni sempre più astiosi nei confronti degli avversari. Al punto che è pian piano cresciuta la sensazione che la sua fosse una candidatura frutto della consapevolezza della sconfitta, buttata lì per caso solo per fare presenza. Certo, però, il fatto che i vertici locali della Lega siano scesi in forza a Folignano a sostegno di Principi farebbe invece pensare al contrario.
Alla presentazione della sua candidatura erano, infatti, presenti il responsabile regionale Arrigoni, quello provinciale Antonini e la parlamentare ascolana Latini. Difficile pensare ad un simile spiegamento di forze per un candidato di facciata, inevitabile pensare che nella Lega ci fosse la convinzione di poter puntare al successo. Convinzione evidentemente sbagliata, così come non azzeccata si è rivelata quella candidatura.
Non aveva grandi possibilità di vittoria, ma almeno può consolarsi con un leggero miglioramento rispetto a 5 anni fa, il terzo candidato, Diego Di Ovidio del Movimento 5 Stelle. Che è passato dall’8,35 del 2014 all11,54% di questa tornata elettorale, in un certo senso un riconoscimento per aver svolto, unico nella passata legislatura, quel ruolo di opposizione che resta comunque fondamentale.
A differenza di Principi, il candidato grillino non ha certo avuto il traino positivo del risultato del suo partito alle elezioni europee (che comunque aveva ottenuto il 20%,5% dei voti). Va per altro sottolineato come, con estrema correttezza, lo stesso Di Ovidio è stato tra i primi a complimentarsi pubblicamente con Terrani per l’affermazione.
Non abbiamo dubbi sul fatto che lo ritroveremo nelle prossime settimane a svolgere con la stessa passione il ruolo che spetta a chi sta all’opposizione. Con estrema franchezza, non siamo certi che la stessa cosa accadrà per il candidato sindaco del centrodestra.