L’inventore di favole


Nel costosissimo rendiconto di fine mandato il sindaco  sostiene che “l’82% delle opere previste sono state portate a termine e realizzate”. Il primo cittadino sostiene anche che il territorio sta superando la crisi economica e che la città si sta riprendendo dal terremoto…

L’attenta lettura delle 186 pagine di “Tutto quello che conta”, il costosissimo (50 mila euro) rendiconto di fine mandato del sindaco Castelli, ci ha fatto tornare alla mente “L’inventore di favole”, lo splendido film del 2003 di Bill Ray che racconta la storia di Stephen Glass, editorialista per il “The New Republic” e negli anni ’90 considerato uno dei giornalisti giovani americani più promettenti. Poi, dopo i primi sospetti avanzati da un giornalista di “Vanity Fair”, si scoprì come la maggior parte dei suoi articoli in realtà fossero completamente inventati o, nella migliore delle ipotesi, avevano un minimo di veridicità intorno alla quale poi venivano costruite storie per nulla corrispondenti alla realtà.

Fatte le dovute proporzioni, qualcosa di simile ha fatto il sindaco Castelli in quel volume, con un gran numero dei presunti risultati considerati raggiunti quanto meno gonfiati rispetto alla realtà dei fatti.  Più in generale quella descritta in quel volume è una città in straordinaria salute che, chi la vive ogni giorno, fatica ad indentificare nel capoluogo piceno.

E naturalmente se quella città virtuale si trova in questa situazione è tutto merito di un eroe moderno (ovviamente il sindaco stesso), coraggioso e lungimirante che ha saputo affrontare e sconfiggere le infinite calamità che si sono abbattute in questi anni su Ascoli (la profonda crisi dell’economia del territorio, la crisi della finanzia pubblica italiana, i consistenti tagli operati dallo Stato, i terremoti, ecc.).

E proprio le cosiddette calamità in effetti sono l’unico legame concreto con la realtà. Che poi il sindaco e l’amministrazione comunale siano stati in grado di affrontarle e sconfiggerle è un altro discorso, non c’è neppure bisogno di perdere troppo tempo a parlarne (basterebbe pensare che il territorio continua ad essere profondamente in crisi e che la città è ben lungi dall’essersi ripresa dal terremoto).

Colpisce, invece, che nel rendiconto di 10 anni non venga spesa neppure una parola su due questioni che, pure, sono da anni centrali nella vita politica cittadina. Parliamo, in particolare, del problema parcheggi e della vergognosa telenovela della tribuna est dello stadio Del Duca. Evidentemente era impossibile inventarsi qualcosa su quelle che resteranno delle macchie indelebili nella storia di questi 10 anni.

Più in generale si ha la quasi la sensazione che, a forza di inventare favole, il sindaco abbia effettivamente perso il senso della realtà. Al punto da annoverare tra i successi anche tematiche dove sono indiscutibilmente evidenti i flop della sua amministrazione (illuminazione pubblica, sicurezza delle scuole, tasse, centro storico). D’altra parte, però, solo chi ha perso completamente il contatto con la realtà potrebbe affermare che “l’82% delle opere previste sono state portate a termine e realizzate”. Quando, ad essere smisuratamente ottimisti (dati e documenti alla mano) se si arriva ad un misero 30% già è tanto.

Si potrebbero scrivere pagine e pagine (forse solo qualcuna in meno delle 186 utilizzate   dal sindaco…) per “smontare” tutte le favole raccontate dal primo cittadino in quel costosissimo volume. In questa sede ci limitiamo ad evidenziarne alcune tra le più clamorose.

La rinascita “immaginaria” del centro storico

Un’attenzione particolare è stata riservata al centro storico, il cuore della città, al fine di esaltarne la bellezza e l’identità” scrive il sindaco a pag. 6 .  In fondo al volume (a pag. 156), la “rivitalizzazione del centro” è considerato “obiettivo raggiunto”. C’è poco da dire, perché la realtà è sotto gli occhi di tutti. Ci limitiamo a ricordare l’indagine di Confcommercio, di qualche settimana fa, che evidenzia come il centro storico ascolano non solo sia agonizzante ma, addirittura, sia tra i più a rischio in Italia per declino commerciale (peggio di Ascoli solo L’Aquila), con un crollo negli ultimi 10 anni dei  negozi con sede fissa e ambulanti e un pesante aumento dei canoni di locazione.

Sicurezza delle scuole, tutto come 10 anni fa…

I 10 anni appena trascorsi, sul piano delle politiche scolastiche sono stati caratterizzati dalla grande questione della sicurezza e dell’adeguatezza degli edifici scolastici. Un tema prepotentemente tornato alla ribalta dopo sisma 2016 ma che nel 2010 era al centro delle nostre attenzioni” si legge a pag. 7. In effetti bisogna dare atto al sindaco che sul tema ha dimostrato un’assoluta coerenza, non ha fatto nulla nel 2010 (dopo L’Aquila) e non ha fatto nulla dopo il terremoto del 2016. Non ha rispettato la legge che imponeva di effettuare le verifiche di vulnerabilità sismica entro il 2013, continua a non effettuarle (a parte un paio di eccezioni) ora. Sempre a pag. 7, Castelli ripropone uno dei suoi più paradossali “mantra” sul tema, “la reazione degli edifici scolastici alle continue scosse di terremoto tra il 2016 e 2017 ne ha evidenziato la complessiva adeguatezza” , una delle battute più comiche del decennio, se non stessimo parlando di un argomento terribilmente serio. Milioni di euro di danni, due scuole inagibili, interventi necessari in tutte le scuole. Se la reazione fosse stata negativa cosa sarebbe accaduto?

Allucinazioni al Led

Nuova illuminazione LED. Oggi il risparmio annuo ottenuto per effetto della nuova illuminazione LED è pari euro 515.130,16” scrive a pag. 41, in un paragrafo interamente dedicato alla nuova illuminazione (una forma di sadismo…), il sindaco. Che, avendo fatto gli studi classici, evidentemente deve avere grosse difficoltà in matematica. Perché, in sintesi, secondo i dati ufficiali del Comune prima dell’illuminazione led i cittadini ascolani pagavano per il servizio circa un milione di euro, mentre ora poco meno di un milione e mezzo. E, comunque, basterebbe ricordare che, solo qualche settimana fa, il presidente della Commissione consiliare “Servizi comunali”, Simone Matteucci, ha evidenziato che, con la nuova gestione, “sono stati spesi 800 mila euro in più

Tasse e tariffe, pioggia di aumenti… per proteggere le tasche dei cittadini!

In un quadro di crescente sofferenza finanziaria, la giunta di Ascoli Piceno, a differenza di molti Comuni di medie e grandi dimensioni, ha inteso proteggere le tasche dei cittadini” si legge a pag. 51 nel capitolo dal titolo “Le politiche adottate”. Nella realtà in questi 10 anni sono aumentati, in maniera consistente, innanzitutto le tariffe di asilo nido e mense (quelle dell’asilo nido che per anni sono state di gran lunga le più elevate delle Marche), l’’addizionale irpef, più volte la tassa rifiuti. Non solo, secondo un’indagine del 2018 della Cna la tassazione locale che grava sul reddito di impresa e familiare solo negli ultimi 3 anni è aumentata di oltre l’1%. E, sempre secondo la Cna, piccole e medie imprese che fino a qualche anno fa dovevano lavorare fino a fine luglio per pagare le tasse, nel 2018 arrivano fino al 5 agosto. Un modo a dir poco singolare di proteggere le tasche dei cittadini…

evasione fiscale, il recupero che non c’e’

Si è dato forte impulso all’attività di controllo sia dei tributi comunali che erariali favorendo la conseguente attività di liquidazione e di accertamento senza oneri gravanti sul bilancio comunale, un’occasione per il recupero di nuove risorse” si legge a pag. 62 nel capitolo dal titolo “No ai cittadini di serie A o B: tutti pagano le tasse”. Più in generale quello del recupero dell’evasione delle tasse comunali è un concetto che ricorre spesso, un successo che secondo il sindaco ha permesso al Comune di evitare di mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Abbiano già visto come, in realtà, in questi 10 anni l’amministrazione le mani le ha messe, e poi come…, nelle tasche dei cittadini ascolani.

Quanto ai risultati concretamente ottenuti nel recupero dell’evasione, qualche tempo fa lo stesso sindaco aveva dovuto ammettere il fallimento. Intervenendo al programma di Raitre “Agorà” aveva, infatti, affermato: “quello dell’evasione delle tasse comunali ad Ascoli è un problema serio, che priva il Comune di importanti risorse per i servizi. Non funziona neppure la riscossione coattiva”. Se non fosse sufficiente, c’è la delibera n. 120 del 14 luglio 2017 a sancire il fallimento dell’opera di recupero dell’evasione: recuperati solamente 2,5 milioni di euro degli oltre 8 milioni previsti, appena il 30%.

Turismo, resta solo la vocazione…

Turismo e cultura sono stati, senz’altro, i punti di forza delle strategie adottate per il rilancio dell’economia cittadina. I risultati sono stati importanti e indiscutibili” si legge a pag. 8. Più avanti, a pagina, 126, nel capitolo “Una città a vocazione turistica” si enfatizzano gli interventi operati nel settore e i risultati ottenuti. Si potrebbero dire in proposito tantissime cose, ci limitiamo semplicemente a citare gli ultimi dati dell’Osservatorio Turismo che, per quanto riguarda il 2018, evidenziano una crescita di arrivi e presenze in tutte le Marche, con qualche rarissima eccezione. Tra cui, purtroppo, proprio Ascoli Piceno. Dove si è registrato un crollo di presenze del 25% che si aggiunge al -27% dell’anno precedente. Superfluo sottolineare come, per quanto riguarda il turismo, Ascoli continua ampiamente ad essere la cenerentola tra i capoluoghi marchigiani. Certo, se poi si pensa che da dicembre 2017, da quando si è dimessa Michela Fortuna, il Comune di Ascoli è senza assessore al turismo, c’è poco di che stupirsi…

Chiusura con il “botto”, tra “bufale” e strafalcioni matematici…

Dulcis in fundo, da pagina 156 a pagina 158, nel capitolo “Detto. Fatto”, viene pubblicato l’elenco dettagliato dei 92 obiettivi, sottolineando quelli raggiunti, quelli parzialmente raggiunti e quelli, invece, non realizzati.  “Di queste aree di intervento – si legge nell’introduzione –  purtroppo solo una non è stata realizzata. Invece sono 15 le aree di intervento parzialmente realizzate , l’82% delle opere previste sono state portate a termine e realizzate”. A pagina 157 c’è anche il riassunto finale i cui numeri, però, sono palesemente sbagliati. Perché 5 obiettivi non realizzati su 92 (secondo il rendiconto del sindaco) non rappresentano certo l’1%, come scrive il primo cittadino, ma esattamente il 5,4%. Soprattutto, però, su almeno una ventina dei 77 interventi che Castelli annovera tra i “realizzati” ci sarebbe molto da discutere. Anzi su alcuni di quelli (riqualificazione del centro storico, rifunzionalizzazione dello stadio Del Duca, razionalizzazione e riqualificazione dell’impiantistica sportiva, solo per citare i più clamorosi) c’è poco da discutere, è paradossale che vengano considerati obiettivi raggiunti. Al di là di queste evidenti “bufale”, però, saremmo davvero curiosi di sapere concretamente cosa ha fatto il Comune per considerare portato a termine l’obiettivo relativo alla “sperimentazione di modelli operativi per la realizzazione di un Polo Culturale nazionale”…

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