Secondo il Rapporto Ecomafia 2018 nell’ultimo anno nella nostra regione sono stati accertati ben 845 illeciti ambientali, quasi il 20% in più rispetto all’anno precedente. Situazione ancora peggiore per quanto riguarda l’abusivismo edilizio, con 896 ordinanze di abbattimento
Non è certo un quadro particolarmente edificante per la nostra regione quello che emerge dal Rapporto Ecomafia 2018 presentato da Legambiente a Senigallia nell’ambito della Giornata della Memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafie. Secondo quel rapporto, i cui dati sono il risultato dell’azione delle forze dell’ordine e delle autorità di controllo, nella nostra regione in pratica vengono denunciati quasi 3 illeciti ambientali ogni giorno, per un totale di quasi mille denunce (986) nel corso dell’ultimo anno.
Le infrazioni poi effettivamente accertate sono state 845 che, però, hanno dato luogo “solamente” a 187 sequestri e 2 arresti. Significativo e preoccupante la clamorosa crescita degli illeciti ambientali nelle Marche, quasi il 20% in più rispetto all’anno precedente quando le denunce erano stato 812 e le infrazioni accertate 767. Un dato che preoccupa ma che non stupisce più di tanto perché non è purtroppo una novità che certe illegalità sono piuttosto diffuse nella nostra regione. Solo pochi mesi fa, ad esempio, un altro dossier di Legambiente sull’abusivismo edilizio “Abbatti l’abuso”) fotografava in maniera piuttosto imbarazzante la situazione della nostra regione.
Nella quale nell’ultimo anno a fronte di 896 ordinanze di abbattimento per abusi edilizi ne sono state concretamente eseguite appena 234 (poco più del 25%). Non solo, c’è un ulteriore aspetto che rende la situazione nelle Marche a dir poco imbarazzante. Infatti la legge che se in proprietario di un immobile abusivo non rispetta l’ingiunzione di demolizione entro 90 giorni lo stesso viene automaticamente acquisito e diventa a tutti gli effetti proprietà del Comune con la sua trascrizione nel patrimonio immobiliare pubblico.
Ebbene nella nostra regione su 662 immobili abusivi non demoliti (e che quindi dovrebbero diventare proprietà dei relativi Comuni) appena 2 sono stati effettivamente trascritti nel patrimonio immobiliare pubblico. Un dato a dir poco sconfortante che fa delle Marche, in questo specifico campo, la peggiore regione d’Italia, pur in un contesto comunque davvero precario (in tutto il paese su 57.432 immobili abusivi non demoliti solo 1.850, poco più del 3%, sono stati trascritti e quindi acquisti come patrimonio immobiliare pubblico. Tornando al rapporto Ecomafia, andando più nel dettaglio, sempre per quanto riguarda le Marche Legambiente sottolinea tre aspetti in particolare.
Reati contro la biodiversità. Complessivamente sono 342 i reati contro la biodiversità nella nostra regione, che collocano le Marche all’8° posto nella classifica. A spiccare, in particolare, sono i dati relativi ai reati contro la fauna di mare, un business accumulato tra commercio di animali vivi o morti, oggetto di cattura a fini alimentari o allevatoriali o ornamentali, con 247 infrazioni accertate, il 5,5% sul totale a livello nazionale, di cui 128 solo in provincia di Ascoli Piceno. Non va meglio per quanto riguarda le infrazioni contro la fauna “sulla terraferma”, che collocano le Marche al 12° posto con 95 reati accertati, di cui 45 solo nella provincia di Ancona.
Ciclo dei rifiuti e del cemento. Per quanto riguarda il ciclo illegale dei rifiuti, sono 193 le infrazioni accertate, 211 le denunce e 71 i sequestri, che valgono alla nostra regione il 14° posto nella classifica. Nella provincia di Ancona, in particolare, nel 2017 sono state accertate ben 62 infrazioni. Tra le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti troviamo i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee, i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Più che allo smaltimento vero e proprio è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco. A ciò va aggiunto il fenomeno degli incendi dolosi o colposi, che nel 2017 nelle Marche sono stati 37, il più delle volte divampati proprio presso impianti di gestione e trattamento dei rifiuti. Guardando, invece, al ciclo del cemento, sono 93 le infrazioni accertate, pari al 2,4% del totale nazionale.
Archeomafia. Accanto a un settore economico che “tira” come quello artistico, c’è il corrispettivo settore dell’ecomafia, che, come un’ombra, trova spazio nelle pieghe degli scambi ufficiali, ha clienti affezionati, e, a sua volta, produce ottimi affari per chi sceglie di muoversi nel solco dell’illegalità. Nelle Marche sono stati 10 i furti di opere d’arte accertati nel 2017, pari all’1,4% del totale nazionale. Numeri non di certo allarmanti, ma che sottolineano quanto la nostra regione non sia immune dal grave fenomeno del saccheggio del patrimonio artistico.
“Non possiamo permetterci di abbassare la guardia – sottolinea il presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini – soprattutto in questo momento così delicato per la nostra regione sconvolta dal sisma e alle prese con il più grande cantiere d’Italia. Nel nostro territorio sono preoccupanti i numeri sul ciclo illegale dei rifiuti e del cemento. Inoltre sono davvero troppi i reati contro la biodiversità. Per questo, ora più che mai, è nostro dovere continuare a contrastare con forza l’economia ecocriminale, assieme alle associazioni che si occupano di legalità e di difesa dell’ambiente e con le forze dell’ordine che ogni giorno si adoperano per combattere la criminalità, e promuovere un’economia sostenibile e innovativa fondata sul pieno rispetto della legalità. Chiediamo alle Istituzioni, alle amministrazioni locali e alle associazioni di rappresentanza delle imprese di mettere in campo una grande operazione di formazione per tutti gli operatori del settore, cittadini e scuole sulla legge 68/2015. Una inversione di tendenza è necessaria per rendere le Marche più forti e competitive”.
Più in generale, dando uno sguardo al resto del paese, complessivamente i reati ambientali accertati sono circa 31 mila (a fronte di quasi 50 mila segnalazioni), con poco più di 39 mila persone denunciate e circa 11 mila sequestri effettuati. Secondo la stima effettuata da Legambiente quello dell’ecomafia è un business di proporzioni a dir poco clamorose, in costante aumento (quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente) e che nell’ultimo anno ha superato i 14 miliardi di euro. Superfluo aggiungere altro.