In 23 anni Emergency ha curato oltre 10 milioni di persone, solo nel 2007 ha fornito oltre 300 mila prestazioni sanitarie gratuite in Iraq, Afghanistan e nei paesi africani e quasi 60 mila nel nostro paese, fornendo assistenza ad oltre 9 mila persone dell’area del cratere
Solo in quel “meraviglioso” paese che è diventato l’Italia, in cui la verità dei fatti non esiste più, soppiantata dalla realtà immaginaria dettata dalla propaganda, poteva accadere che il leader di un partito che ha frodato 49 milioni di euro ai cittadini (e che, grazie alla benevolenza dei giudici, li restituirà in “appena” 80 anni) avesse l’impudenza di lanciare accuse infamanti, contro ogni evidenza, nei confronti di chi dovrebbe essere considerato, per quello che ha fatto e che sta facendo, un vanto per il nostro paese.
Stiamo parlando, per chi non l’avesse capito, di Matteo Salvini da una parte e di Gino Strada, il fondatore di Emergency, dall’altra. E del loro durissimo scontro che, al di là delle legittime posizioni e opinioni politiche che ognuno ha, avrebbe dovuto provocare una comune reazione indignata di fronte alle vergognose e infondate illazioni fatte dal ministro dell’interno per rispondere alle legittime (e coerenti) critiche di Strada nei confronti di questo governo dopo la vicenda dei 100 migranti non fatti sbarcare sulle nostre coste ma fatti riportare dalla guardia libica a Misurata dove ad attenderli c’è la “pacchia” (per usare un termine tanto caro al leader leghista) dei lager e della tortura.
“La fine della mangiatoia dell’immigrazione clandestina li sta facendo impazzire” ha replicato Salvini insinuando che Strada ed Emergency avessero in qualche modo a che fare con il (presunto) bussiness dell’immigrazione. Sarebbe sin troppo facile, quasi inevitabile, sottolineare come il leader della Lega è un esperto in tema di “mangiatoia” e non solo per i 49 milioni di euro di cui sopra. Siamo ben oltre la famosa storiella del “bue che disse cornuto all’asino”.
Ma, almeno in questa sede, non ci interessa più di tanto parlare del “bue”, delle sue palesi contraddizioni e delle ancora più imbarazzanti “fandonie” che continua a raccontare alla sua crescente folla di seguaci. Quello che ci preme sottolineare è la folle ottusità di un paese (o almeno di una sua buona parte) che invece di essere fiero e orgoglioso di Gino Strada, per mere ragioni di propaganda politica alla fine sembra quasi infastidito della sua presenza e della sua straordinaria opera.
E allora vale la pena perdere un po’ di tempo per ricordare cos’è e cosa sta facendo la sua associazione, partendo (viste le surreali contestazioni mosse da Salvini) innanzitutto da un fondamentale presupposto. Che è quello che certifica l’ennesima balla del ministro dell’interno, perché Emergency non prende neppure un euro dei fondi stanziati (dall’Europa) per la gestione dei migranti, non lavora nel soccorso in mare e tanto meno nella gestione dell’accoglienza dei migranti in Italia.
In altre parole, come sottolinea l’associazione stessa in un comunicato, “Emergency non partecipa e non ha mai partecipato a nessuna mangiatoia, come ha insinuato il ministro dell’interno. I progetti che attualmente Emergency ha in Italia, 11 tra ambulatori mobili e fissi da nord a sud, sono completamente finanziati dai cittadini che vogliono garantire il diritto alla salute agli ultimi, stranieri o italiani che siano, e hanno dato il mandato a Emergency di farlo”.
Chi, legittimamente, non è disposto a concedere la fiducia sulla parola e ha voglia di verificare può farlo consultando i bilanci dell’associazione (all’indirizzo https://www.emergency.it/bilancio/) pubblicati sul sito internet di Emergency. Lì troverà nel dettaglio, con quella massima trasparenza che è così rara nel nostro paese, soprattutto nel mondo politico, come sono stati ottenuti gli oltre 48 milioni di euro raccolti nel 2017 e in quali attività sono stati impegnati. Che poi sono quelle che l’associazione di Gino Strada porta avanti da sempre, cioè offrire cure medico-chirurgiche e servizi similari agli ultimi, siano essi italiani che stranieri.
Perché Emergency, nata nel 1994 “per offrire cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà” (come si legge nel sito dell’associazione stessa), da oltre 10 anni, visto il mutare e il peggiorare della situazione economico-sociale del nostro paese, fornisce servizi simili anche nel nostro territorio, indistintamente agli italiani in difficoltà e ai migranti.
Comprendiamo perfettamente che per i “mononeuroni” che da mesi ripetono a pappagallo lo slogan “prima gli italiani” è impossibile da capire, ma in questa visione umanitaria (che non possiamo che condividere) non ci sono distinzioni di sorta, gli “ultimi” sono uguali, siano essi italiani o stranieri. E, di conseguenza, in tale visione non può neppure esistere il dubbio se aiutare gli uni o gli altri, si aiutano entrambi.
“In questi 23 anni come Emergency abbiamo curato oltre 10 milioni di persone” ha affermato giovedì scorso Gino Strada ad “Otto e mezzo”. Scorrendo rapidamente i dati contenuti nel bilancio emerge come solo nel 2017 l’associazione italiana ha effettuato circa 300 mila visite ambulatoriali nei campi profughi, nei campi per sfollati e per rifugiati in Iraq, Afghanistan, Sierra Leone, Sudan, nella Repubblica centroafricana, con anche migliaia di interventi chirurgici, con un’attenzione particolare ai bambini.
“Da 23 anni aiutiamo la gente a casa loro” sottolinea con una punta di comprensibile ironia Cecilia Strada. Ma questo non impedisce certo Emergency di portare aiuto a chi ne ha bisogno anche nel nostro paese. Sempre nel 2017 l’associazione fondata da Strada ha fornito quasi 60 mila prestazioni socio sanitarie nel nostro paese. “Dal 2006, data di inizio dei nostri progetti in Italia, ad oggi abbiamo speso oltre 20 milioni di euro nel nostro paese per un totale di 365 mila prestazioni offerte gratuitamente, sempre in accordo con le istituzioni presenti sul territorio di riferimento – si legge ancora nel comunicato stampa dell’associazione – anche nel 2019 continueremo a lavorare nei nostri progetti di assistenza sanitaria di base e specialistica, orientamento socio-sanitario, assistenza psicologica. Spenderemo oltre 3 milioni per farlo e non prenderemo un euro dal governo italiano”.
Nel dettaglio l’attività di Emergency nel territorio italiano prevede anche per l’anno in corso la presenza di ambulatori per persone disagiate in determinate zone a rischio (Palermo, l’area di Marghera, Polistena, Castel Volturno, Ponticelli, Sassari), uno sportello di orientamento socio-sanitario a Brescia, 3 ambulatori mobili, l’assistenza socio-sanitaria agli sbarchi e nei centri di accoglienza in Sicilia, e la prosecuzione del progetto sisma per garantire assistenza psicologica e infermieristica per la popolazione colpita dal terremoto nel Centro Italia (solo nel 2017 sono state oltre 9 mila le persone assistite nell’area del cratere).
Probabilmente neppure dopo questa serie di dati estremamente significativi i “mononeuroni” del “prima gli italiani” lo capiranno, ma per chi ha ancora conservato un barlume di raziocinio apparirà chiaro per quale ragione Gino Strada e la sua associazione sono così invisi a Salvini e a quel genere di propaganda. Perchè sono la dimostrazione emblematica e inconfutabile di quanto strumentali siano quel genere di slogan (“invece di pensare ai tanti italiani in difficoltà”, “invece di pensare ai terremotati”) che così tanto hanno contribuito e contribuiscono ad accrescere il seguito del leader leghista.
Perché evidenziano che ci si può tranquillamente occupare degli ultimi, dei disagiati, senza fare distinzioni, senza dover mettere stupidamente in competizione gli uni con gli altri. Per questo e per tutto quello che ha fatto e che farà ancora nei prossimi mesi, non possiamo che essere orgogliosi del fatto che il nostro paese non è solo rappresentato da chi specula e costruisce la propria carriera politica sulle disgrazie, sulla pelle di tante persone (che siano i terremotati, gli italiani in situazione di disagio o i migranti, tutti usati strumentalmente), ma per fortuna anche da personaggi come Gino Strada.
E per questo non possiamo che condividere e sottoscrivere con forza ciò che il fondatore di Emergency ha affermato giovedì scorso ad “Otto e mezzo”: “si sta perpetuando un crimine contro l’umanità. Io non accetto che il governo del mio paese coscientemente mandi a morte delle persone. Noi come Emergency abbiamo curato più di 10 milioni di persone, come possiamo accettare che non vengano salvate persone in mare? Come possiamo accettare muoiano a migliaia? Come possiamo accettare politici che rivendicano queste azioni? Sono azioni che fanno a pugni con la civiltà, non con questo o quel partito. E non è un problema solo italiano, è sicuramente anche europeo e forse mondiale. Si è accettato che la vita umana non abbia più valore, ma io non ci sto”