Il ritardo nell’approvazione della manovra finanziaria determina il mancato rinnovo dei contratti di 113 dipendenti dell’ufficio speciale di ricostruzione e scatena polemiche e la lite tra l’assessore regionale Sciapichetti e il senatore marchigiano leghista Arrigoni
Magari sarà un eccesso di pessimismo, ovviamente speriamo seriamente di sbagliare. Ma dopo l’imbarazzante scambio di accuse tra l’assessore regionale Sciapichetti e il senatore marchigiano della Lega Arrigoni in merito al mancato rinnovo dei contratti di un centinaio di dipendenti dell’ufficio speciale ricostruzione è difficile non avere la sensazione che per i “terremotati” non ci sia speranza. In una situazione di evidente paralisi, con la ricostruzione che sembra sempre più un miraggio lontanissimo, tra disagi e problemi di ogni tipo, i nostri politici regionali e nazionali non trovano di meglio che litigare tra loro per stabilire chi ha fatto e sta facendo peggio senza alcun senso di responsabilità e senza minimamente infischiarsene della situazione che vivono da 2 anni e mezzo quelle migliaia persone, preoccupati solo di demolire il più possibile l’avversario.
Nello squallore generale che questa vicenda sta provocando, sinceramente alcune dichiarazioni del senatore leghista Paolo Arrigoni lasciano senza parole, fanno cadere le braccia. Per carità, non che siano molto più confortanti o meno imbarazzanti quelle dell’assessore Sciapichetti. Ma dopo aver passato una campagna elettorale in giro per le zone del cratere a promettere “mari e monti”, ad assicurare miracoli in pochissimi tempo, sentire difendere l’operato del governo con la giustificazione che in fondo c’è poca differenza con “la gestione lumaca del Pd”.
Purtroppo ormai da tempo i nostri politici e il mondo politico del nostro paese ha definitivamente cancellato il termine “vergogna”, altrimenti dopo una simile affermazione il senatore leghista dovrebbe nascondersi per un bel po’ di tempo. Al netto del solito imbarazzante teatrino messo in scena dai politici dei vari schieramenti, ovviamente sulla pelle dei terremotati, il dato di fatto certo e incontrovertibile da cui bisogna partire è che il ritardo dell’approvazione della legge finanziaria ha avuto degli effetti deleteri sulla già lentissima (per usare un eufemismo) fase di ricostruzione perché ha provocato il mancato rinnovo dei contratti di 113 dipendenti (e non qualche decina come ha provato a sminuire il senatore Arrigoni) dell’ufficio speciale di ricostruzione.
Che, di fatto, al momento è stato più che dimezzato, visto che è passato da 188 agli attuali 75 addetti. Non bisogna essere dei particolari geni per comprendere che così è praticamente impossibile pensare di accelerare, come sarebbe più che necessario, ma che, anzi, si rischia concretamente di rallentare ulteriormente. A rendere la situazione più imbarazzante e le colpe del governo più gravi è che da mesi, praticamente da quando si è insediato era stato sollevato il problema del rinnovo dei contratti dei dipendenti dell’ufficio ricostruzione ma l’esecutivo ha sempre rimandato, sostenendo che non c’era fretta e che tutto sarebbe stato risolto con l’approvazione della manovra finanziaria.
Così non è stato e le conseguenze rischiano di essere molto pesanti. “Per mesi abbiamo chiesto il rinnovo dei contratti – accusa l’assessore regionale Sciapichetti in un lungo comunicato stampa – è stato tutto demandato alla Finanziaria che ci aspettavamo fosse prima di Natale quando invece l’approvazione è arrivata il 30 dicembre. Tutto ciò ha reso impossibile la prosecuzione automatica delle convezioni e dei rapporti di lavoro in essere, comportando conseguentemente l’assenza al lavoro di 113 dipendenti (5 di questi rinunciatari pubblici) negli Uffici speciali per la ricostruzione. Pertanto chiunque da domattina dovesse rivolgersi a questo servizio troverà soltanto 75 addetti (su 188 in totale attivi fino al 31 dicembre)”.
“L’assessore regionale Sciapichetti ci accusa di mancata tempestività sulle convenzioni del personale che lavora per il terremoto il che rallenterà la ricostruzione? Difficile che i cittadini notino la differenza visto che in due anni la regione Marche ha evaso solo il 2% delle pratiche” replica stizzito il senatore Arrigoni. Che non ha certo torto quando sottolinea i colpevole ritardi di quella Regione di cui Sciapichetti è parte integrante.
Ma se l’obiettivo del governo è quello di “non far notare la differenza con la gestione lumaca del Pd” allora davvero non c’è speranza. E, soprattutto, significherebbe che quando il senatore leghista in campagna elettorale prometteva ai “terremotati” un cambio di passo evidentemente stava semplicemente cercando di accaparrarsi qualche voto in più.
Tra l’altro almeno quando si parla di terremoto sarebbe auspicabile che si fornissero i dati esatti. Che, per quanto riguarda le Marche, ci dicono che su oltre 47 mila pratiche attese al momento (parliamo di dicembre 2018) ne sono state presentate solamente 3.945 (meno del 10%), con 1.172 cantieri che hanno preso il via (quasi un terzo delle pratiche presentate). Dati che evidenziano sicuramente che si procede troppo a rilento nel far partire concretamente i lavori (e i 113 dipendenti in meno certamente non aiuteranno) ma che evidentemente ci sono troppi intoppi che rendono problematica anche solamente la presentazione dei progetti stessi.
“Sciapichetti pretendeva dal Governo attuale quella bacchetta magica che non basterebbe per rimediare a due anni di nulla targati PD e conditi da ripartizione di poltrone e risorse Perché non ammette che, nonostante il Governo fosse alle prese con il rischio di procedura di infrazione da parte dell’Europa, ha investito ingenti risorse sul terremoto e rinnovato i contratti in deroga al decreto dignità per garantire servizi ed evitare perdita di know how?” aggiunge il senatore Arrigoni che poi ricorda che “come promesso abbiamo puntato a garantire la ricostruzione anche dal punto di vista della gestione. Sono stati prorogati fino al 2020 la struttura del Commissario, gli Uffici Speciali regionali ed i 70 tecnici con contratto a tempo determinato che si occupano delle pratiche della ricostruzione privata e pubblica presso i comuni del cratere. Sciapichetti ci dimostri che tutto questo è inutile a fronte di poche decine di unità per le quali si perfezionerà a giorni la proroga”.
Al di là del fatto che , come abbiamo visto, non sono poche decine ma più di un centinaio, è da mesi che sentiamo ripetere che non c’è problema, che la proroga si perfezionerà presto. E’ arrivato, anzi è già passato da un po’, il momento di farlo concretamente, ogni ulteriore giorno di ritardo sarebbe inaccettabile. Quanto a tutte le proroghe fatte dal governo sono assolutamente fondamentali e importantissime ma il senatore leghista non capisce (o, più probabilmente, finge di non capire) che tutto questo rientra nell’ambito della necessaria continuità con quanto fatto in passato che, però, non è assolutamente sufficiente.
Ci si attendeva (e avevano promesso) ben altro dal nuovo governo che andare avanti sulla stessa linea, si chiedeva un immediato cambio di passo che al momento non c’è stato. Ed è evidente che non ci possono essere giustificazioni con il poco tempo a disposizione o con i problemi avuti dal governo (auto provocati) per la minacciata procedura di infrazione dalla Ue. Il terremoto doveva essere una priorità, un’emergenza che meritava e merita tutt’ora la priorità. Questo ancora non è avvenuto e il mancato rinnovo di quei 113 addetti è un ulteriore tassello negativo. Certo se poi Arrigoni si accontenta di confrontarsi con Sciachipetti magari avrà anche gioco facile, di fronte alle tante inefficienze della Regione in questi due anni e mezzo.
Dovrebbe (e come lui il governo che sostiene) invece rapportarsi con i “terremotati”, con coloro che da 2 anni e mezzo vivono questa terribile situazione in prima persona e che, pur senza farsi troppe illusioni, un po’ avevano sperato che con il nuovo governo qualcosa sarebbe cambiato.
Al momento non è così e delusione e disillusione sono sentimenti sempre più diffusi. Non rassegnazione, però, come dimostra la manifestazione che si sta programmando, promossa dal sindaco di Camerino Pasqui, e che porterà a Roma oltre la metà dei 138 sindaci del cratere (, tra cui anche i sindaci dei comuni simbolo del terremoto: Accumoli, Amatrice, Arquata), oltre comitati e associazioni. Per loro il fatto che ci sia “poca differenza con la gestione lumaca del Pd” non appare certo una giustificazione ma, semmai, un’aggravante…