Nei primi 9 mesi del 2018 nella provincia di Ascoli si è registrato un incremento dello 0,5% rispetto ad una media negativa ancora in negativo (-0,8%). Ma il presidente della Cna Ascoli mette in guardia: “ci sono ancora molte criticità, a partire dai livelli occupazionali”
Forse è eccessivo chiamarla ripresa. Ma per la prima volta da oltre quattro anni quello in corso è in assoluto il primo periodo positivo per l’economia della provincia di Ascoli, almeno in termini di numero di aziende. Che finalmente tornano a crescere, di poco, ma almeno c’è finalmente il segno positivo. Secondo i dati elaborati per la Cna di Ascoli dal Centro studi regionale della Cna delle Marche, al 31 dicembre 2017 le imprese attive erano 21mila, al 30 settembre sono salite a 21.096 con un incremento dello 0,5%.
Un incremento minimo ma, nello stesso tempo, il più alto di tutte le provincie della regione e ben superiore rispetto alla media regionale ancora in rosso, con un segno negativo dello 0,8%. “Ci sono ancora molte criticità, a cominciare dai livelli occupazionali – spiega Luigi Passaretti, presidente territoriale della Cna di Ascoli – che non sono ancora in linea, purtroppo, con il trend positivo relativo al numero di imprese. Ma il crescere della voglia di fare imprese e il loro numero maggiore sono un presupposto che fa indubbiamente ben sperare“. Secondo la Cna di Ascoli questo è il momento di spingere il piede sull’acceleratore della ripresa. E le chiavi di volta per avviare e consolidare questi dati positivi sono ancora credito e finanziamenti.
Ne è convinto il direttore generale della Cna Picena, Francesco Balloni. “L’incremento delle imprese e quello delle start up sono dati importantissimi – afferma – per noi, come Cna, un segnale di ripresa che dalle prossime settimane avrà un nuovo e importantissimo strumento con un bando di finanziamento della Regione che, come da parte Cna abbiamo chiesto sempre con forza, permetta di crescere e investire a piccole e micro imprese. Cosa resa possibile soprattutto da una soglia non troppo elevata del finanziamento minimo che è possibile chiedere. E questo bando ha proprio tali requisiti“.
“Risorse per il territorio in questo momento ci sono – spiega Massimo Capriotti, direttore provinciale di Srgm – ma la nostra azione di consulenza e guida è, e sarà, sempre più importante. In primo luogo per indirizzare le imprese verso quegli investimenti più consoni al proprio sviluppo e alla propria dimensione. Sia, e soprattutto, in considerazione di come sta cambiando anche il mondo delle banche, a cominciare da accorpamenti e fusioni, fattori che rendono, per così dire, il mercato del credito più difficile da definire e agganciare. E per un’impresa questo non è elemento di poco conto, a cominciare dal fatto che, facendo riferimento per esempio a tassi di interesse, una situazione piuttosto che un’altra può fare la differenza per la marginalità e quindi per il fatturato di un’azienda”.
I dati sono da considerare ancor più positivi, quindi da cavalcare per alimentare questa speranza di ripresa, perché arrivano in un contesto di evidente difficoltà determinata dal lungo e difficile post terremoto. Che rischia di protrarsi a lungo, come ha evidenziato il presidente del Collegio dei geometri Crocetti presente alla presentazione dei dati della Cna Picena.
“Nella provincia di Ascoli, per fare un esempio – ha aggiunto Crocetti- sono state evase in due anni ed ammesse a contributo 470 pratiche . È possibile portare avanti la ricostruzione in questo modo, considerando da un lato lo scarso personale che si occupa del problema e dell’altro il fatto che i tecnici che redigono le perizie devono presentare 61 documenti per ogni progetto privato anche per danni lievi? Direi di no”.
Secondo i dati fortini da Crocetti gli uffici per la ricostruzione di Ascoli e Macerata evadono 30 pratiche a settimana. Questo significa che, considerando che i due terremoti hanno provocato la lesione di 48 mila fabbricati, con questa media ci vorranno 20 anni per arrivare alla fine.
“Qualcosa ora si sta muovendo in direzione dello snellimento delle procedure burocratiche – aggiunge Crocetti – è positiva la novità dell’emendamento al Decreto Ter approvato al Senato e che prevede la sanatoria del 20% sui volumi di un casa per piccoli abusi- sostiene il presidente dei Geometri- perché in questo modo si sbloccano i lavori per il 97% delle abitazioni danneggiate in montagna. Anche se non si tratta di un condono, ma dell’adeguamento al Piano Casa che già prevedeva tale possibilità“.
Un segnale importante ma non sufficiente. Serve altro e in tal senso il presidente del Collegio dei geometri ha annunciato che insieme al nuovo commissario Farabollini si sta valutando l’opportunità di dimezzare la documentazione necessaria per far approvare le pratiche dagli uffici pubblici.