Quella è la data indicata, sin dall’inizio del lavori, dall’amministrazione comunale nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche del ministero del tesoro. Dove, per la realizzazione della tribuna est del Del Duca il Comune ha previsto di impiegare “5 anni 11 mesi e 30 giorni”
Il 31 dicembre 2020 potrebbe diventare una data storica per la città Ascoli. Secondo quanto è riportato nella Banca dati delle amministrazioni pubbliche (BDAP), quello è il giorno in cui è previsto il termine dei lavori per la realizzazione della nuova tribuna est. Per quanto può essere difficile da credere, non stiamo scherzando, né tanto meno siamo il 1 aprile o nel periodo carnevalesco quando, come è noto, ogni scherzo vale.
Purtroppo siamo terribilmente seri, come ognuno può tranquillamente verificare andando a consultare il sito ufficiale BDAP del ministero del tesoro (per chi fatica a crederci pur in presenza della foto qui a destra). Preliminarmente va specificato che nell’area tematica della BDAP relativa alle opere pubbliche sono pubblicati i dati di monitoraggio delle opere stesse inviati direttamente dagli enti (pubblici o privati). In altre parole, nello specifico i dati relativi all’intervento per la tribuna est sono stati inviati direttamente dal Comune di Ascoli, quindi è la stessa amministrazione comunale che ha fissato quella come data per la conclusione dell’intervento.
La previsione iniziale del Comune: 6 anni per completare i lavori
Ed è importante sottolineare che il 31 dicembre 2020 non è stato indicato come termine dei lavori ora, dopo che, di ritardo in ritardo, le date “sparate” a caso dal sindaco puntualmente sono state ampiamente disattese. Oppure dopo il verificarsi di quello strano e inconsueto (almeno nelle amministrazioni “normali”) fenomeno della moltiplicazione degli stralci dei lavori (oltre che dei costi…), passati dagli iniziali due a tre, poi a quattro e forse anche più.
Quella data l’amministrazione comunale l’ha indicata come termine dei lavori sin dall’inizio, come si evince con assoluta chiarezza da quanto si legge nella scheda dell’intervento C31E15999290004 (“Stadio Del Duca via delle Zeppelle. Demolizione e ricostruzione tribuna est ed adeguamenti strutturali ed impiantistici”). Dove alla voce “Tempi previsti” viene scritto chiaramente “5 anni 11 mesi 30 giorni” (in pratica 6 anni…), con data di inizio 1 gennaio 2015 e data termine dei lavori 31 dicembre 2020.
Questo significa che, mentre il sindaco e l’amministrazione comunale si prendevano gioco dell’Ascoli, dei suoi tifosi ma anche di tutti i cittadini ascolani, promettendo il termine dei lavori prima a fine 2015, poi a fine 2016, poi ancora ad inizio 2017 e via discorrendo, in realtà avevano già comunicato nel sito del ministero del tesoro che per portare a termine quell’intervento servivano praticamente 6 anni.
Certo, è difficile capire come sia possibile tutto ciò. Ancora più difficile comprendere come mai a Ferrara (solo per fare riferimento all’ultimo intervento di rilievo su uno stadio italiano), per un intervento di ristrutturazione complessiva dello stadio del costo di 8 milioni di euro (che prevedeva la realizzazione di un nuovo settore, interventi di ammodernamento e copertura di tutti gli altri settori, l’installazione di seggiolini ovunque, più una nuova illuminazione) siano stati sufficienti 80 giorni di lavoro intenso (anche di notte).
Nessuno pretendeva una simile celerità, ci si sarebbe volentieri accontentati della conclusione dei lavori anche in un paio di anni. Ma 6 anni è davvero troppo, un tempo indegno pure per paesi del terzo mondo. E, a scanso di equivoci, allo stato attuale delle cose il termine indicato dal Comune nel BDAP non si può certo considerare così inattendibile.
Tra 3 mesi siamo nel 2019 e si “festeggiano” (si fa per dire) i 4 anni dall’inizio (almeno da quello dichiarato alla BDAP stessa) dell’intervento. Poco più di un mese fa, oltretutto, lo stesso sindaco Castelli in un’intervista con un quotidiano locale ha parlato di tribuna pronta per la stagione 2019-2020 (“ma non chiedetemi una data precisa” ha aggiunto). In tal caso non saremmo, poi, così lontano da quel 31 dicembre 2020…
Va aggiunto, per altro, che al 24 settembre 2018 (ultimo aggiornamento del sito del ministero) alla BDAP risulta ancora che il costo totale dell’intervento è di 2,5 milioni (mentre dagli atti ufficiali del Comune sappiamo bene che in realtà il costo è già quasi raddoppiato) e che al momento sono stati completati e pagati lavori per poco meno di 750 mila euro.
Ascoli capitale delle “incompiute”
Inevitabilmente la clamorosa rivelazione sulla tribuna est del Del Duca finisce per far passare in secondo piano gli altri dati relativi al Comune di Ascoli che emergono da quella banca dati. Che, per altro, confermano e certificano ufficialmente quanto ormai è ben noto, cioè l’incredibile lentezza del Comune nel portare avanti qualsiasi intervento e l’incapacità di realizzare le opere programmate, molto spesso addirittura pur in presenza dei finanziamenti.
Secondo i dati riportati nel BDAP, infatti, il Comune di Ascoli negli ultimi anni (i dati partono dalla fine del 2012) ha concretizzato appena il 26% dei finanziamenti ottenuti per la realizzazione delle opere pubbliche. Nello specifico, l’amministrazione comunale ha ottenuto ben 104 milioni di euro per opere pubbliche ma concretamente ha realizzato e pagato interventi per poco più di 27 milioni di euro.
Nessuno tra i principali enti pubblici regionali ha una percentuale così bassa, solo il Comune di Fermo (di poco sopra al 30%) si avvicina a quel dato così negativo. Il Comune di Ancona è di poco sotto il 50% (46,5%), Macerata invece è di poco sopra, il Comune di San Benedetto addirittura tocca il 73% (pur se con un monte di finanziamenti decisamente inferiore).
Meglio ancora fanno le Province, con solamente quella di Ascoli che si ferma sotto il 50% (45%), mentre le altre oscillano tra il 52% di Macerata e Fermo fino al 70% di Ancona (Pesaro è al 60%). Sopra il 60% anche la Regione (con un monte di finanziamenti ovviamente maggiore rispetto al Comune di Ascoli), così come l’Asur Marche.
Da un lato all’amministrazione comunale va dato atto di avere la capacità di trovare finanziamenti, di riuscire a trovare le coperture economiche per la realizzazione delle opere pubbliche. Dall’altro, però, in più di 2 casi su 3 quei progetti restano dei sogni, non solo non giungono mai a realizzazione ma neppure prendono il via. Andando, poi, a spulciare tra i dati in archivio relativi alle opere concretamente realizzate, emerge (ma non è certo una sorpresa) come il ritardo nella realizzazione delle stesse è praticamente la prassi nel capoluogo piceno.
Salvo qualche rarissima eccezione (come le riqualificazioni della Pinacoteca e di piazza Ventidio Basso, completate entro i tempi stabiliti), il termine delle opere avviene sempre in ritardo rispetto alle scadenze indicate, in diversi casi di tantissimo. Come, ad esempio, la messa in sicurezza di via Adriatico, completata con ben 220 giorni di ritardo (più di 7 mesi), per non parlare dell’intervento per l’ampliamento del Mazzoni in funzione del Polo Universitario, concluso con ben 604 giorni di ritardo (in 3 anni e 11 mesi rispetto ai 2 anni e 5 mesi previsti).
In tal senso probabilmente la nuova tribuna est del Del Duca potrebbe addirittura rappresentare una sorta di anomalia del Comune. Perché venisse completata prima del 31 dicembre 2020 per la prima volta il Comune non rispetterebbe la scadenza indicata nella BDAP ma non in difetto. Impossibile? Forse, però c’è un aspetto importante da tenere presente
Non bisogna, infatti, dimenticare che a maggio 2019 c’è un appuntamento che può cambiare il finale di questa imbarazzante storia: le elezioni comunali. Conoscendo il sindaco Castelli e gli assessori della sua giunta siamo pronti a scommettere che, comunque vada, prima di quelle elezioni ci sarà l’inaugurazione o quanto meno l’apertura ai tifosi della nuova tribuna est. Magari in occasione della partita con il Venezia in programma il lunedì di Pasqua (22 aprile) o, meglio ancora, in occasione dell’ultima uscita casalinga della stagione contro il Palermo (4-5 maggio), a pochi giorni dalle elezioni. A pensarci bene, se fossimo nei panni dei bookmakers, non accetteremmo scommesse su quest’ultima data…