Lunga vita a Risorgimarche…


Chiusura esaltante, con il concerto di Jovanotti a Matelica, per la seconda edizione di Risogimarche. Che, con quasi 200 mila spettatori, 16 concerti in 16 differenti località del cratere e la partecipazione di 19 artisti si è imposto come l’evento principe dell’estate marchigiana

Non poteva concludersi in maniera più entusiasmante la seconda edizione di Risorgimarche, il festival di solidarietà per le comunità colpite dal sisma ideato e promosso da Neri Marcorè.

Senza voler mancare di rispetto agli altri grandi artisti che hanno animato questa splendida rassegna, il concerto di Jovanotti sul prato di Matelica vicino all’Abbazia di Roti, di fronte a 70 mila spettatori, ha rappresentato la più degna ed esaltante conclusione di un festival che, proprio per la sua qualità e per la sua particolarità, ha avuto ampio risalto tra i media nazionali (giornali, quotidiani on line e tv). Sky, Mediaset e Rai hanno trasmesso diversi servizi su Risorgimarche, così come “La Repubblica”, “Corriere della Sera”, “La Stampa”, “Il Fatto Quotidiano” (oltre naturalmente i giornali locali) hanno dedicato numerosi articoli e approfondimenti al festival ideato da Marcorè.

Che, nonostante gli appuntamenti storici dell’estate marchigiana e alcune manifestazioni di grandissimo richiamo e prestigio (come lo stesso concerto di Sting e Shaggy ad Ascoli), si è indiscutibilmente imposto come l’evento “principe” dell’estate marchigiana e tra i principali eventi dell’estate italiana. D’altra parte i numeri sono sin troppo emblematici.

Quasi 200 mila spettatori (che, è bene ricordarlo, per assistere agli eventi hanno sempre dovuto camminare, anche in sentieri di montagna, per 1-2 ore), 16 concerti in 16 differenti località marchigiane del cratere (5 nella provincia di Ascoli, 2 in quella di Fermo, 9 in quella di Macerata), 19 artisti di fama nazionale e anche internazionale (Piero Pelù, Angelo Branduardi, Simone Cristicchi, Mario Biondi, Alex Britti, Noa, Clementino, Luca Carboni, Irene Grandi, Andrea Mirò, Paolo Belli  e la Big Band, Elio, Rocco Tanica, Ermal Meta, Toquinho, Neri Marcorè e Gnu Quartet, Jovanotti), il tutto con un costo complessivo (esclusivamente per le spese tecniche) di 315 mila euro.

Ma al di là dei numeri c’è lo straordinario coinvolgimento popolare, non solo delle comunità locali, con ad ogni appuntamento persone e gruppi provenienti da diverse regioni italiane. E poi la particolare atmosfera che si respirava ad ogni appuntamento, lo scenario sempre così affascinante e suggestivo in cui si sono svolti gli eventi. Non ce ne vogliano le altre località che hanno ospitato la manifestazione, ma il concerto di Pelù a Forca di Presta resterà nei ricordi indelebili di quanti vi hanno partecipato. Così come sarà difficile dimenticare lo straordinario ed incantevole cartolina del concerto di Elio e Rocco Tanica nella piana sopra Santa Maria in Pantano, a Montegallo.

Proprio in quell’occasione, parlando con i ragazzi del posto che si occupavano del ristoro (da un lato quelli di Montemonaco, dall’altro quelli di Montegallo), se ancora avevamo dubbi abbiamo compreso quanto importante questi eventi siano per quelle persone, per quelle zone. Il commento finale della sezione di Ascoli del Cai spiega, meglio di tante altre parole, l’importanza e il significato di Risorgimarche.

E così, tra Pelù a Forca di Presta e Jovanotti a Matelica – si legge nel post del Cai – anche quest’anno decine di migliaia di persone nuove alla montagna hanno camminato, sudato, ballato, ripulito e – soprattutto – scoperto che l’Appennino marchigiano è splendido, come prima, malgrado tutto, sempre. E tante di loro ci torneranno. Quale tour operator, quale campagna pubblicitaria avrebbe potuto altrettanto? Grazie Risorgimarche, grazie Neri”.

Oltre a lui è giusto e doveroso ringraziare tutti gli artisti che hanno dato il proprio contributo, che hanno voluto partecipare gratuitamente al festival. E’ bene ribadirlo perché nonostante l’evidenza, nonostante gli atti ufficiali confermino inequivocabilmente che nessuno dei 19 artisti ha preso un euro per partecipare a Risorgimarche, in maniera stucchevole e francamente insopportabile proseguono le polemiche e le critiche di chi si rifiuta di credere all’evidenza e, invece, continua ad andar dietro a voci e suggestioni a dir poco inattendibili. Lo abbiamo già scritto (vedi articolo “Risorgimarche, tanto rumore per nulla”) e lo ripetiamo con convinzione.

E’ lecito ed è pienamente comprensibile che ci sia chi, co­stret­to a vi­ve­re sul­la pro­pria pel­le da or­mai 2 anni tut­ti i di­sa­gi del post ter­re­mo­to (e giu­sta­men­te “in­fe­ro­ci­to” con le isti­tu­zio­ni per i trop­pi er­ro­ri com­mes­si e gli inac­cet­ta­bi­li ri­tar­di), pro­vi enor­me fa­sti­dio (per usa­re un eu­fe­mi­smo) nel ve­de­re mi­glia­ia di per­so­ne as­si­ste­re ad un even­to fe­sto­so che si svol­ge in quel­lo stes­so ter­ri­to­rio che, a bre­ve di­stan­za, pre­sen­ta an­co­ra tut­ti i se­gni del­la de­va­sta­zio­ne pro­vo­ca­ta dal­l’e­ven­to na­tu­ra­le, am­pli­fi­ca­ta dal­l’i­net­ti­tu­di­ne del­le isti­tu­zio­ni.

E’ un sen­ti­men­to di pro­fon­da di­gni­tà che me­ri­ta il mas­si­mo ri­spet­to e che non può non es­se­re pre­so in se­ria con­si­de­ra­zio­ne. Però eguale rispetto e stessa dignità va riconosciuta a chi, nella stessa situazione, ha visto con estremo favore questo genere di iniziative. Va per altro sottolineato che nessuno dei concerti che si è svolto nelle 16 differenti location si sarebbe potuto svolgere senza la fattiva e fondamentale collaborazione delle istituzioni e delle associazioni locali che, evidentemente, hanno accolto con favore e sposato lo spirito del festival.

A dimostrazione che non si è certo trattato di un evento calato e imposto dall’alto ma è il frutto della condivisione del progetto e della collaborazione da parte di 23 comuni marchigiani del cratere. Che meritano il massimo rispetto, allo stesso modo di come lo meritano quanti (sempre in relazione alle popolazioni colpite direttamente dal terremoto) si sono sentiti infastiditi e ritengono perfettamente inutile questo genere di manifestazioni. Assolutamente nessun rispetto meritano, invece, quanti, comodamente seduti sulla poltrona di casa, continuano ad alimentare polemiche basate sul nulla, su falsità, su invenzioni smentite già più volte. Ci sono gli atti ufficiali (che, per altro, confermano e rafforzano quanto sempre dichiarato dagli organizzatori e dalla Regione).

La delibera regionale n. 881 del 28 giugno scorso spiega perfettamente e ribadisce che i 315 mila euro impegnati servono e sono serviti esclusivamente per far fronte alle spese tecniche (per 16 concerti, per giunta in location così particolari, è una spesa sin troppo contenuta), che né l’organizzatore (Neri Marcorè) né gli artisti che hanno partecipato hanno preso un euro di cachet o rimborso spese (altrimenti altro che 315 mila euro…). E che quei 315 mila euro provengono dal fondo unico per lo spettacolo del Mibact che, come già lo scorso anno, grazie ad un accordo con le Regioni del cratere ha destinato una quota (circa 2 milioni di euro) dei complessivi 334 milioni di euro del fondo stesso per “progetti di attività culturali nei territori interessati dagli eventi sismici verificatesi dal 24 agosto 2016”.

Non si tratta quindi in alcun modo, è ridicolo anche solo pensarlo, di fondi che in qualche modo vengono tolti dall’emergenza e dalla ricostruzione. Se non fossero stati destinati alle regioni colpite dal terremoto, quei 2 milioni di euro sarebbero stati messi a disposizione di altre attività o eventi culturali, anche perché possono essere utilizzati solo in questo specifico settore. È incredibile che si debba ancora sottolinearlo, ancora di più è incredibile che si debba ribadire che “Risorgimarche” non influisce (e come mai potrebbe…) in alcun modo sulla sempre più lenta (quasi ferma) fase di ricostruzione.

Chi, senza alcun fondamento ma solo per strumentalizzare, prova a far credere il contrario, dice una colossale idiozia. E, a differenza di quanto sosteneva il ministro della propaganda nazista Goebbels (secondo cui una bugia ripetuta più volte alla fine diventava una verità), un’idiozia ripetuta in continuazione resta comunque un’idiozia. Piuttosto, parlando seriamente, il vero nodo è che bisogna far si che “Risorgimarche” continui anche i prossimi anni, magari anche in forma più ridotta.

Sarebbe fondamentale anche perché, per quanto concerne il rilancio in termini turistici e culturali di quelle zone, i prossimi saranno gli anni più difficili. Perché i riflettori su quelle zone sono (purtroppo) inevitabilmente destinati a spegnersi, mentre la necessità di tenerli in vita anche da questo punto di vista resterà, invece, ugualmente elevata.

Bisogna, quindi, sperare che il Mibact continui ad avere questa attenzione, rinnovando il finanziamento per le zone colpite dal sisma. E, soprattutto, che Marcorè e gli altri artisti continuino a manifestare la propria sensibilità e disponibilità.

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