A 24 ore dall’appuntamento più atteso dell’estate ascolana infuriano sui social le polemiche e le proteste per il concerto di Sting in piazza del Popolo. Che, pure, nel silenzio quasi generale da tempo ospita “schifezze” e spettacolini di terzo e quarto ordine di ogni genere…
Per chi, come noi, in questi anni ha spesso sottolineato lo scarsissimo livello e il poco appeal degli eventi dell’estate ascolana, povera di appuntamenti interessanti e generalmente senza anche un solo evento di richiamo, sarebbe a dir poco contraddittorio e incoerente sollevare ora critiche e obiezioni per il concerto di Sting e Shaggy in programma venerdì 3 agosto in piazza del Popolo.
Che, invece, sta provocando feroci discussioni e polemiche sul sempre più litigioso mondo dei social, tra proteste e contestazioni di ogni tipo: dalla location secondo alcuni inadatta per un simile concerto al prezzo elevatissimo dei biglietti, dalla chiusura della piazza e le limitazioni alle zone limitrofe al transito di mezzi pesanti nella piazza stessa, dalla tutela del patrimonio monumentale all’individuazione di contenitori alternativi.
Da anni si aspettava un evento del genere…
Al di là delle legittime opinioni differenti, la discussione è particolarmente interessante e merita delle riflessioni e un opportuno approfondimento. Partendo, però, da un presupposto chiaro ed inequivocabile: ben venga il concerto di Sting in piazza del Popolo, nell’attuale situazione del capoluogo piceno è sicuramente positivo, anzi, è importante che ci siano eventi come questo a dare qualità e brio all’estete ascolana. E, sempre considerando l’attuale situazione del capoluogo piceno, al momento non può esserci altra location che piazza del Popolo.
Così come non si può sottovalutare il grande balzo in avanti, l’enorme differenza che c’è tra l’estate passata e quella attuale ad Ascoli in termini di eventi culturali. Siamo passati da Pio e Amedeo a Sting (con Shaggy), Bregovich e Bollani, dall’estate più trash e più scadente della non già brillante storia degli eventi culturali estivi del capoluogo piceno (almeno negli ultimi 20 anni) ad un livello più che accettabile.
E chi protesta, non senza alcuna ragione, perché ritiene che in piazza del Popolo non si dovrebbero svolgere certi eventi, allora lo scorso anno doveva scendere in piazza e chiedere il tso (ovviamente metaforicamente parlando) per un sindaco e un’amministrazione comunale che avevano concesso quel gioiello che è piazza del Popolo per lo spettacolino di quarta serie di Pio e Amedeo e, soprattutto, per quella “cafonata pazzesca” con tanto di sabbia, ombrelloni e sdraie.
Non è il concerto di Sting a svilire e umiliare piazza del Popolo
Sostenere che il concerto di Sting in piazza è un evento da accogliere con favore non significa, però, considerare quelle proteste e quelle contestazioni prive di senso o completamente fuori luogo. Anzi, per molti versi sono assolutamente condivisibili nella sostanza. Solo che riguardano tematiche che andrebbero affrontare in un’ottica globale, in un discorso più ampio di programmazione e di scelte che andrebbero fatte e non certo in riferimento ad un singolo evento, pur se così importante. In altre parole, per quella che è la situazione attuale, per le scelte fatte in questi anni in tema di difesa e valorizzazione del patrimonio monumentale cittadino e di programmazione culturale non ha alcun senso osteggiare e lamentarsi per il concerto di Sting in piazza.
Senza troppi giri di parole, nel capoluogo piceno da sempre la cultura intesa in senso lato, la salvaguardia, la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio architettonico-monumentale non sono viste come importanti occasioni di crescita e di valorizzazione della città stessa ma piuttosto come fastidiosi orpelli. Prova ne è che ormai da decenni quello alla cultura è considerato una sorta di assessorato di serie B, attribuito con superficialità sempre a chi non ha alcuna esperienza e competenza in materia.
Guardando alle ultime amministrazioni comunali abbiamo avuto alla cultura assessori incredibilmente incapaci (bravi solo a distruggere e a svalutare quel poco di buono che in questo settore si era riusciti faticosamente a creare) o “fantasma”, di cui quasi neppure ci si ricorda l’esistenza. Per non parlare dell’assoluta mancanza di una programmazione, di un serio e concreto piano di salvaguardia e valorizzazione del nostro straordinario patrimonio architettonico-monumentale che, pure, potrebbe essere la carta vincente per un rilancio in grande stile del turismo e dell’appeal della nostra città.
Il “deserto culturale”
In un simile “deserto culturale” i gioielli del capoluogo cittadino hanno subito e quasi quotidianamente subiscono umiliazioni di ogni tipo. Come ha ironicamente e brillantemente sottolineato qualcuno, se la nostra splendida piazza potesse parlare griderebbe tutto il proprio dolore per aver dovuto sopportare di tutto in questi anni: saggi di danza o di qualche palestra, manifestazioni sportive di terzo e quarto ordine, sfilate, mercati di vario genere, mercatini da paesotto di campagna, simil-sagre, spettacolini di dubbio gusto, persino sabbia, ombrelloni e sdraie.
Il tutto senza che nessuno (o quasi) trovasse qualcosa da ridire. In un simile quadro, il concerto di Sting è una vera e propria “chicca”, un’indubbia occasione di valorizzazione della piazza stessa. Altra cosa è, invece, discutere e riflettere sul fatto che sarebbe opportuno e auspicabile un ripensamento, un deciso cambiamento di rotta per far si che Ascoli non sia da meno ad altre realtà che hanno un simile patrimonio architettonico-monumentale e non vedono certo come un fastidio quanto come una grossa opportunità.
L’esempio delle altre piazze
Piazza del Popolo, ad esempio, da anni ormai è inserita stabilmente nell’elenco delle 10 o delle 20 piazze più belle d’Italia. Nella maggior parte di quelle piazze, però, nessuno si sognerebbe mai neppure di pensare di organizzare determinati eventi. E sarebbe considerato “blasfemo” anche solo immaginare di vedere mercati, mercatini, saggi, simil-sagre e cose simili a piazza dei Miracoli, a piazza del Campo, a piazza Bra, a piazza Sordello.
In quei posti, in quelle città c’è un rispetto quasi sacro di quelle piazze, del loro straordinario ed ineguagliabile valore artistico-monumentale. E nessuno si sognerebbe mai di pensare che per questo quelle piazze siano “morte” o desolate. Perché non hanno bisogno di mega concerti o di eventi simili per essere considerate “piazze vive”. Ci sono dietro anni e anni di programmazione, di capacità di valorizzare ed esaltare il proprio patrimonio, che rendono quelle piazze, quei gioielli unici e suggestivi così come sono, senza la necessità di “effetti speciali”. Se non si è capaci o non si ha la volontà di discutere in questi termini è perfettamente inutile ed anche un po’ ipocrita poi “fare le pulci” al concerto di Sting.
Anche perché proprio ieri (mercoledì 1 agosto), mentre sui social infuriavano le discussioni per il mega palco che si stava iniziando a montare in piazza del Popolo, a poche centinaia di metri di distanza, nel silenzio più assoluto (solo una nostra lettrice ce l’ha fatto notare) si consumava l’ennesimo scempio al patrimonio cittadino, con le bancherelle del mercato a fare da cornice alla non meno splendida e suggestiva piazza del Ventidio Basso.
Discorso per certi versi analogo va fatto per le comprensibili preoccupazioni di molti sui possibili danni che si potrebbero verificare in piazza del Popolo. E’ chiaro che la visione di quei tir in piazza non può non impressionare e colpire. Ma forse ci si dimentica che furgoni e mezzi pesanti hanno spesso accesso in piazza. E che la pavimentazione spesso è stata oggetto di imbarazzanti rattoppi (qualche mese fa con tanto di birilli stile bowling).
Senza dimenticare, poi, dell’imbarazzante situazione della pavimentazione di piazza Arringo (grazie anche alla pista di pattinaggio). Oltre questi aspetti, gli altri argomenti “caldi” di discussione, sempre in relazione al concerto di Sting, hanno riguardato la possibile scelta di location alternative e il prezzo dei biglietti.
Piazza del Popolo unica location possibile
In realtà al momento non esiste alcuna possibile location alternativa, non può certo essere considerata tale lo stadio Del Duca ridotto ormai ad una caricatura di uno stadio. Potrebbe esserlo lo Squarcia che, con opportuni accorgimenti, potrebbe diventare qualcosa di diverso rispetto a ciò che è ora. Sarebbe il luogo ideale, anche per la sua dislocazione, per poter ospitare eventi di un certo tipo.
Ma, ovviamente, servirebbe una serie di interventi e una programmazione differente. In altre parole, sarebbe importante riuscire ad aprire quanto meno una discussione sulla possibile utilizzazione ulteriore dello Squarcia. Ma non è neppure pensabile che nel contesto attuale si potesse pensare a far svolgere lì il concerto di Sting, per giunta a 2 giorni dalla giostra della Quintana.
Infine per quanto concerne i prezzi dei biglietti è innegabile che sono particolarmente elevati e fuori dalla portata di molti. Ma è altrettanto innegabile che, piaccia o non piaccia, ormai i costi di determinati concerti purtroppo sono questi. Non sappiamo ancora se alla fine ci sarà il “sold out” o meno, di certo da quanto trapela comunque è già stato venduto un buon numero di biglietti. Il che significa automaticamente che l’evento da questo punto di vista piò già ritenersi ampiamente riuscito.
Semmai ci sarebbe da discutere sul perché, oltre questo grande ma costosissimo evento, non si pensa ad organizzare eventi comunque di livello ma a prezzi accessibili. A Senigallia, ad esempio, nei giorni del Cateraduno, con una spesa complessiva di 20 euro si poteva assistere ai concerti di Arisa, Edoardo Bennato e dei Negrita.
Ma la cittadina anconetana, che nel cartellone estivo vanta addirittura due grandi rassegne come Carteraduno e Summer Jamboree che caratterizzano la sua estate (ad Ascoli da anni, da quando qualche “genio” ha chiuso il festival della satira, non ce ne è neppure una…), purtroppo da questo punto di vista è avanti anni luce rispetto al capoluogo piceno…