Secondo il rapporto della Cna nazionale artigiani, commercianti e piccoli imprenditori ascolani nel 2018 dovranno lavorare fino al 5 agosto per pagare le tasse a Stato, Regione e Comune. Nel 2017 il giorno della liberazione dalle tasse era il 3 agosto
quinto rapporto Cna sulla tassazione (“Comune che vai, tassa che trovi”) da quel giorno artigiani e commercianti ascolani sono “liberi” dalle tasse. Il rapporto analizza l’andamento della tassazione in 137 comuni italiani, dal 2011 al 2017, con una proiezione per l’anno 2018. L’analisi si riferisce a tutti i capoluoghi di provincia e ad altri 23 comuni che presentano un’alta densità di popolazione e di piccole imprese. Prima di addentrarci nei particolari e nei dati, è opportuno sottolineare come il rapporto della Cna è considerato molto credibile ed è molto tenuto in considerazione nel panorama politico, accademico e associativo.
Il set di dati a disposizione, permette alla Cna di calcolare con precisione il “Total Tax Rate” tarato sulla dimensione prevalente dell’impresa italiana, contrariamente alle analoghe stime in circolazione, elaborate anche da autorevoli organismi internazionali, meno aderenti alle specificità dell’apparato produttivo nazionale. Al “Total Tax Rate” il Rapporto affianca il “Tax Free Day”, giorno della liberazione dalle tasse, che indica la data fino alla quale l’imprenditore deve lavorare – ogni anno – per produrre il reddito necessario ad assolvere gli obblighi fiscali e contributivi, dopo la quale potrà destinare il reddito d’impresa alle proprie esigenze e a quelle della sua famiglia.
Complessivamente sono 10 i comuni marchigiani presi in considerazione dal rapporto Cna ed Ascoli si trova praticamente nel mezzo, con 5 comuni che hanno una situazione leggermente migliore (Jesi, Fabriano, Osimo, Fermo ed Ancona) e 4 che invece hanno dati peggiori (Senigallia, Macerata, Urbino e Pesaro). In particolare secondo il Centro studi della Cna nazionale per il 2018 un piccolo imprenditore con attività nel capoluogo piceno dovrà versare a Stato, Regione e Comune per le imposte il 59,7% dei propri guadagni.
Il rimanente (poco più del 40%) potrà utilizzarlo per la crescita della sua impresa e per tutti i bisogni familiari. In pratica per 218 giorni lavora per pagare i tributi, per 147 per i consumi e le esigenze personali e familiari. Detto che, è del tutto evidente, rispetto agli altri comuni marchigiani la differenza in negativo (rispetto ai 5 che hanno una pressione fiscale minore) o in positivo (rispetto ai 4 comuni che invece hanno una pressione fiscale maggiore) ovviamente è determinata dalla tassazione comunale, occorre sottolineare come dopo 3 anni di leggero ma costante miglioramento nel 2018 la pressione fiscale per artigiani, commercianti e piccoli imprenditori del Piceno torna a crescere.
Il 5 agosto il giorno della liberazione… dalle tasse!
Ad Ascoli Piceno, dunque, “liberi” dalle tasse il 5 agosto. L’anno scorso la fatidica data era invece caduta il 3 agosto. Due giorni prima. Dunque due giorni in meno, quest’anno, per il reddito d’impresa e familiare rispetto a quello da destinare alla tassazione. Un dato che interrompe un triennio positivo che aveva portato il capoluogo del Piceno da una tassazione del 62,2% del 2013 al minimo storico di due anni fa, 2016, con il 59%. Per poi salire a un 59,4 del 2017 e arrivare, quest’anno, al 59,7%. Sei anni fa, è la valutazione della Cna di Ascoli, il giorno della “liberazione” era addirittura il 14 agosto. Poi, anno dopo anno, 11 giorni riconquistati al proprio reddito.
Quindi il record positivo, del 3 agosto, due anni fa. Il 4 agosto l’anno scorso e il 5 agosto quest’anno. Questa situazioni impositiva pone il capoluogo del Piceno, nell’indagine statistica della Cna nazionale, al 47mo posto, su 137 comuni analizzati in tutta Italia e comunque in una condizione leggermente migliore della media nazionale che registra un’imposizione fiscale media del 61,% per cento e un tax free day nazionale fissato all’11 agosto.
Una settimana più tardi rispetto al giorno della “liberazione” da parte degli ascolani. I dati elaborati dalla Cna per stilare questa classifica fanno riferimento a un’impresa individuale “tipo” che si ipotizza utilizzi un laboratorio artigiano di 350 metri quadrati e che abbia un negozio destinato alla vendita di 175 metri quadrati. Questa impresa “tipo” dispone, inoltre, di macchinari, attrezzature macchine d’ufficio e di un automezzo per il trasporto in conto proprio. Con questi parametri, questa impresa “tipo” nel 2018 si ritroverà – al netto della tassazione – con un reddito disponibile di 20.180 Euro annui. L’anno scorso ne aveva “ben” cento di Euro annui disponibili in più. Ma nel 2014, anno dei record negativi, il reddito disponibile superava di poco i 19mila Euro.
“Se consideriamo che molte delle nostre piccole imprese – precisa Francesco Balloni, direttore generale della Cna Picena – hanno volumi inferiori a quelli presi come campione per l’indagine, vuol dire che quei ventimila e poco più di Euro che restano nella disponibilità dell’imprenditore, sono un reddito al limite del sostentamento. Reddito che, fattore dannosissimo per tutta l’economia del Piceno, rende difficile, se non addirittura proibitiva, sia la possibilità di investire per l’innovazione e la crescita aziendale, sia per eventuali incrementi della forza lavoro che contrastino la disoccupazione che, non a caso, continua a viaggiare nel Piceno a livelli più che preoccupanti”.
“Le azioni che il sistema Cna chiede di mettere in campo – spiega il presidente territoriale, Luigi Passaretti – sono semplici ma fondamentali. Ovvero, introdurre in modo progressivo e credibile la Flat tax secondo un piano che, sulla base delle risorse rese disponibili attraverso il recupero dell’evasione e la riduzione della spesa pubblica, preveda la riduzione delle aliquote Irpef a partire da quelle più basse del 23% e del 27% ed elimini la discriminazione attuale operata dalle detrazioni da lavoro delle piccole imprese personali”.