Da Arquata appello al governo: “Per favore, non fate salire tra le nostre casette personaggi ambiziosi e cinici”
Lettera aperta al governo M5S-Lega di una “terremotata di Borgo”: “Il mio paese non ha più una fisionomia, è ricco di pietre e polvere. Nessuno di noi perdenti del terremoto è disposto a sopportare ancora, basta con le strumentalizzazioni“
Ad una rapida e superficiale lettura potrebbe sembrare un appello disperato. Rileggendolo e riflettendo meglio più che disperazione nell’appello rivolto da una “terremotata di Borgo” leggiamo più un amaro sconforto e tanta stanchezza. E, soprattutto, una straordinaria lucidità. Ne abbiamo sentite e ne abbiamo lette tantissime in questi due anni, ma mai come in questo caso le parole di chi da quel dannato 24 agosto vive questo interminabile incubo aiutano a rendere l’idea (non certo a capire a pieno, solo chi lo sto vivendo può comprendere al 100%) su cosa hanno passato e cosa stanno passando quelle persone.
Per questo è superfluo aggiungere altro, non ce ne è bisogno. E’ importante solamente leggere e riflettere, per chi ancora ne è capace.
“Al governo m5s Lega
Molti mi conoscono, molti sanno chi sono, Sì, sono una terremotata, una terremotata di un Borgo, di un Borgo del centro Italia che ha perso tutto. Il mio paese non ha più una fisionomia, è ricco di pietre e polvere, e io, come tutti i terremotati, da due anni, cerco al risveglio, di ritrovare una dimensione, un posto, una storia. Non lo sa nessuno, chi è davvero un terremotato.
Purtroppo occorre esserlo e di questa capacità ne avremmo fatto tutti a meno.
Un terremotato è discreto, vive le assenze con dignità, sopporta la povertà e l’elemosina che, spesso, mascherata da amore a volte arriva alla sua tavola. È gente strana quella terremotata. Si fida di tutti all’inizio, tutti i terremotati, vogliono coccole e carezze, pacche sulle spalle e non vogliono sentirsi soli. Si fidano di tutti. Poi, giorno dopo giorno i terremotati sono traditi, sono traditi da chi avrebbe dovuto aiutarli. Calpestati negli affetti, capiscono che il loro dolore serve a tutti coloro che terremotati non sono. E li conoscono tutti i falchi vestiti da babbo Natale che svolazzano sui resti delle comunità.
Sotto terremoto gli altri fanno i soldi, gli altri consolidano i loro interessi speculando, si utilizzano le macerie fisiche e del cuore per arrivare ovunque si voglia. Quante volte siamo stati trucidati in questi mesi? Troppe.
Ora, sento, dentro il mio cuore di terremotata di non poter più sopportare altre angherie e soprusi. Nessuno di noi perdenti del terremoto è disposto a sopportare ancora. La mia richiesta a nome di tutti i terremotati è che se deve esserci un nuovo commissario straordinario per la ricostruzione e ci sarà, per favore, non fate salire tra le nostre casette personaggi ambiziosi e cinici. Non siamo più disposti ad ospitarli.
Vogliamo vedere qualcuno che ci guardi negli occhi, che ci ascolti e che capisca davvero il nostro dolore, lo metta sopra ogni cosa. Vogliamo un commissario che sia nostro e di nessun altro. Che a noi ascolti e che con noi decida.
Basta con le strumentalizzazioni. A noi sono morti davvero figli e cari, a noi sono cadute davvero macerie in testa e dentro l’anima. Non è stato strumentale. È stato per davvero.
Maria Luisa Fiori
Ps: non mandateci uccelli rapaci. Siamo terremotati, non fessi”.