La formazione di Cosmi brava a recuperare per due volte e a strappare un punto dopo un secondo tempo difficile. La classifica resta immutata e i bianconeri si giocheranno la stagione nelle ultime 4 partite, a partire dalla decisiva sfida di martedì 1 maggio a Chiavari
Per una volta ci sentiamo di sottoscrivere praticamente al 100% le parole di Cosmi nel post partita dopo il pareggio (2-2) contro il Perugia al Del Duca. I risultati delle rivali (le vittorie di Cesena e Pro Vercelli, i pareggi esterni di Novara e Avellino) hanno inevitabilmente dato un altro significato al punto conquistato dai bianconeri.
Ma, per l’avversario che aveva di fronte, per le tante assenze (concentrate a centrocampo) e per come si è svolta la partita quello ottenuto dall’Ascoli è un buon punto. Anche perché la formazione di Cosmi ha mostrato il carattere necessario per affrontare questo emozionante finale di stagione. Senza il quale non sarebbe riuscita a rimontare per due volte uno svantaggio che avrebbe potuto tagliare le gambe a qualsiasi squadra.
Soprattutto in considerazione dei momenti in cui sono arrivati i due gol. Il primo, assolutamente inatteso, è arrivato dopo quasi 20 minuti in cui in campo si era visto solo l’Ascoli, con il Perugia dietro che cercava solo di controllare. Praticamente la prima volta che la formazione di Breda ha superato la metà campo ha trovato il vantaggio, su un brutto errore di posizionamento della difesa.
Bravi i ragazzi di Cosmi a non abbattersi e a reagire con decisione, anche se poi il pareggio è arrivato grazie ad un clamoroso errore di Leali, trasformato in gol da una mezza prodezza di Addae. Bravi anche a non fermarsi, proseguendo a spingere nella parte finale del primo tempo. Peccato, e questo può legittimamente essere il vero rimpianto per l’Ascoli, non aver ottenuto un vantaggio che sarebbe stato ampiamente meritato. Bravo Leali, che ha riscattato l’errore dell’1-1 salvando su Mogos, un po’ meno Gigliotti che, nel proseguo dell’azione, ha “sparato alle stelle” un pallone che meritava miglior sorte.
Nella ripresa, poi, la partita è cambiata e i bianconeri sono andati in difficoltà, rischiando più volte, fino a subire poi l’1-2 ancora di Cerri. In quel momento sembrava davvero finita, per come si era sviluppata la prima parte della ripresa era sinceramente difficile ipotizzare una reazione convincente. Fortunatamente, però, immediata e decisa è arrivata la reazione dell’Ascoli che, addirittura direttamente dalla ripresa del gioco, ha trovato subito il pareggio, grazie alla giocata di qualità e di volontà di Mogos, trasformata in gol da un ottimo D’Urso. A quel punto qualcuno magari si è illuso che nel finale di gara i bianconeri potessero mettere a segno il clamoroso sorpasso.
Ma è stato il Perugia che ha continuato a fare la partita e che ha sfiorato, in un paio di circostanze, il nuovo vantaggio, con l’Ascoli alle corde che è riuscito a stringere i denti e portare a casa il prezioso pareggio. Difficile chiedere e pretendere di più ad una squadra che nella ripresa ha pagato soprattutto il calo fisico del centrocampo (Kanoutè e D’Urso, autori di un ottimo primo tempo, dopo un’ora sono vistosamente calati ma Cosmi praticamente non aveva cambi a disposizione per puntellare adeguatamente il centrocampo).
Il mistero de feo, l’importanza di Buzzegoli
Certo, poi si può anche discutere sui cambi effettuati dall’allenatore bianconero. Ma alla fine le perplessità riguardano solo l’inserimento di De Feo al posto di uno stanchissimo Varela. E’ chiaro che utilizzare in un momento topico della partita chi da mesi non metteva piede in campo è stato un azzardo, è altrettanto evidente che la scelta naturale sembrava essere Clemenza. Ma, anche se i dubbi restano, è difficile pensare che se fosse entrato Clemenza le cose sarebbero concretamente cambiate. Piuttosto, come accade spesso nel calcio, proprio quando è assente si comprende meglio l’importanza di un giocatore.
Parliamo naturalmente di Buzzegoli, assente per squalifica sabato scorso, che, con tutti i suoi limiti, resta comunque l’unico che in mezzo al campo è in grado di cucire e dare un minimo di geometrie al gioco dell’Ascoli. Kanoutè che l’ha sostituito non ha certo demeritato e, anzi, nel primo tempo ha giocato una buonissima partita. Però il giovane centrocampista di scuola Juve ha altre caratteristiche e, soprattutto, non ha la visione di gioco di Buzzegoli.
Piuttosto è giusto sottolineare che, nonostante la giovane età, il centrocampista senegalese è stato molto bravo a gestirsi nella parte finale della partita, quando ha accusato un evidente calo fisico.
Mengoni per una difesa da sistemare
Piuttosto, al di là del risultato, la partita con il Perugia lascia in eredità la preoccupazione sulla tenuta della retroguardia bianconera. Troppi errori e disattenzioni (non solo in occasione dei due gol), un handicap non da poco per una squadra che deve conquistare la salvezza. Quasi superfluo ribadire l’importanza di Mengoni (anche se Gigliotti non ha demeritato), il vero problema resta una certa fragilità difensiva sulle due fasce. In particolare a sinistra dove Mignanelli, in progresso in fase di spinta rispetto alle ultime uscite, continua a confermare tutti i suoi gravi limiti e troppo spesso viene saltato o viene colto fuori posizione.
Bisognerà assolutamente trovare un po’ più di compattezza difensiva per le ultime 4 sfide nelle quali si deciderà la stagione dell’Ascoli. Si sapeva che sarebbe stato così, anzi, ad un certo punto della stagione (dopo le sconfitte in casa con la Salernitana e a Venezia), quella di giocarsi la stagione nelle ultime 4 partite sembrava piuttosto una speranza difficile da realizzare.
E’ chiaro che fondamentali saranno le prossime due partite, a Chiavari e al Del Duca con l’Avellino, due scontri diretti che potrebbero poi risultare determinanti in caso di arrivo a pari punti. Sperare in due successi forse sarebbe troppo, è però evidente che bisognerebbe raccogliere 4 punti in queste due partite, sperando poi che le avversarie degli ultimi due turni (Pescara e Brescia) arrivino alla sfida con i bianconeri con già la salvezza raggiunta (anche se è difficile credere che, in tal caso, il derby all’Adriatico possa essere meno complicato).
Calendario “cervellotico”, un giorno di riposo in più per l’Entella
In ogni caso è evidente che, a partire da martedì a Chiavari, non sono ammessi errori e molto si giocherà sui nervi, sul carattere e sulla determinazione. In tal senso le ultime due partite (a Cremona e, appunto, con il Perugia) sono più che incoraggianti perché i bianconeri sono sempre riusciti a risalire e a recuperare. Ed è altrettanto evidente che in questa fase ogni minimo particolare potrebbe rivelarsi determinante.
Per questo ha pienamente ragione Cosmi a lamentarsi per il cervellotico calendario della Lega che ha concesso all’Entella, rispetto all’Ascoli, un giorno di riposo in più (i liguri hanno giocato venerdì in anticipo a Bari). Una differenza non da poco che si doveva e poteva evitare. Ovviamente la speranza è che la maggiore freschezza dei liguri non faccia la differenza. In tal senso Cosmi potrebbe comunque utilizzare forze fresche a Chiavari per dare vigore alla squadra. Di sicuro rientrerà Buzzegoli e si spera possa essere a disposizione anche Mengoni, molto importante per la difesa.
In avanti potrebbe essere l’occasione per rivedere in campo dal primo minuto Clemenza, dando un po’ di riposo a Varela, finito nelle ultime settimane un po’ in disparte. C’è, poi, da augurarsi che possano tornare a disposizione di Cosmi, se non a Chiavari per la sfida contro l’Avellino del sabato successivo, anche gli infortunati di lungo corso come Bianchi, Martinho e Pinto che potrebbero risultare determinanti in questo sprint finale. Assolutamente sconsigliato ai “cuori deboli”…